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Coronavirus

Il logopedista in prima linea anche durante la fase 2

Sebbene nella nostra Regione, sia stia assistendo a una diminuzione dei contagi da coronavirus, il carico di lavoro per i logopedisti è ancora elevato

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di GenovaToday

Genova Benché da una settimana abbia avuto inizio la fase 2 alla lotta al Covid-19, per i professionisti sanitari c’è ancora tanto da fare. Esposti e sotto pressione, ci sono professionisti della salute, meno noti di medici e infermieri, il cui contributo è indispensabile e non surrogabile. Tra questi, impegnati sin dalla prima ora, ci sono i logopedisti. Educatori e riabilitatori della parola, della sfera cognitiva e della deglutizione. “Sebbene nella nostra Regione, sia stia assistendo a una diminuizione dei contagi da coronavirus, il carico di lavoro per i logopedisti è ancora elevato - ad affermarlo è il Dott. Danilo Diotti, presidente della Commissione d’albo Logopedisti di Genova, Imperia e Savona -. Molti dei pazienti, colpiti da Covid-19 sono ricoverati presso le terapie intensive e subintensive, dove stanno avendo i primi contatti con il mondo esterno. Qui il logopedista interviene, oltre che per ristabilire la cognizione, le funzioni comunicativo linguistiche, anche per le funzioni vitali, come i problemi legati all’alimentazione. Il 50 per cento dei pazienti dopo la terapia intensiva presenta la necessità di essere riabilitato al livello vocale dopo tracheostomia, con procedure di aspirazione e cannule nasali. Grazie all’aiuto del logopedista, queste persone stanno riacquisendo, pian piano, le abilità perdute, per ripristinare il contatto con il mondo esterno”.

Un ruolo straordinario quello del logopedista e forse ancora poco conosciuto, che assieme alle altre professioni sanitarie aderenti all’Ordine TSRM-PSTRP, ha sempre dato il proprio contributo. “Secondo le stime in nostro possesso - continua il dott. Diotti - più del 75% dei logopedisti ha continuato a lavorare durante la piena emergenza in fase 1, sia nei reparti con pazienti covid, che nelle neurologie, nei presidi di riabilitazione, nelle RSA e sul resto del territorio”.  In alcuni casi i logopedisti hanno optato, responsabilmente per la teleriabilitazione, uno strumento utile per non interrompere le terapie ed evitare il contagio. Definita anche telelogopedia, viene adoperata soprattutto per la riabilitazione in età evolutiva o anche per la riabilitazione di pazienti adulti, colpiti da gravi difficoltà della sfera cognitiva o del linguaggio, già seguiti a domicilio prima del lockdown. A fronte dei ricoveri effettuati per covid-19, i pazienti che avranno necessità di riabilitazione logopedica, saranno molte migliaia in più del solito. Questo rappresenta un problema per la sanità italiana.

Da anni la Federazione Logopedisti Italiani denuncia la carenza di 18 mila professionisti sul territorio nazionale. In Italia vi è una media di 20 Logopedisti per 100mila abitanti, contro i 38 della media europea.

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