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Coronavirus

Covid e varianti, Bassetti: «Arriverà la terza ondata, ma lockdown nazionale non ha senso»

L’infettivologo genovese attacca «gli esperti che sanno proporre solo lockdown nazionali e duraturi»

Una terza ondata di coronavirus ci sarà, ma «chiudere tutto non ha senso». A prendere posizione è Matteo Bassetti, che nei giorni scorsi ha più volte ribadito la sua contrarietà alla chiusura nazionale anti coronavirus auspicata da diversi colleghi tra cui Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, e Andrea Cristanti.

«Ci sono alcuni esperti che l'unica cosa che sanno proporre sono solo lockdown nazionali e duraturi - attacca l’infettivologo genovese - Perché gli stessi esperti e consulenti non hanno proposto mesi fa studi epidemiologici sulla circolazione nazionale e sulla mortalità delle nuove varianti? Investimenti nei laboratori per fare il sequenziamento dei virus? Perché non hanno proposto la digitalizzazione centralizzata della vaccinazione? Perché non hanno stimolato ad avere vaccini per vie alternative?».

Bassetti interviene in un dibattito che dura ormai da giorni a livello nazionale, soprattutto a causa della circolazione delle tre varianti del virus identificate: quella inglese, che circola con maggiore intensità, e poi quella brasiliana e quella sudafricana. Proprio quella sudafricana è stata isolata all’ospedale San Martino: a mostrare i sintomi una paziente di 25 anni residente nel territorio della Asl 3 genovese che avrebbe fatto scalo aereo in un paese a rischio, che si è autodenunciata e si autoisolata.

L’infettivologo genovese resta comunque contrario a un nuovo lockdown nazionale per contenere il contagio: «I colori per le situazioni locali funzionano, anche se ci vuole buon senso nell’applicazione», ha sottolineato. La Liguria è entrata da domenica in zona arancione proprio per un aumento di contagi che si è concentrato principalmente nell’estremo ponente, e per prevenire la diffusione del virus (e delle sue varianti, posto che l’efficacia sia sufficiente) Alisa ha in programma di arrivare a somministrare 20.000 vaccini a settimana in modo da mettere in sicurezza in primis gli anziani, la fascia più debole della popolazione.

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