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Coronavirus

Liguria, così si potrebbe andare verso la zona "arancione"

La classificazione delle regioni si fonda su un monitoraggio basato su dati dal 19 al 25 ottobre

La Liguria potrebbe essere destinata a trascorrere pochi giorni tra le cosiddette "zone gialle", cioè quelle con minori restrizioni dovute all'andamento dei contagi da covid-19. In effetti la suddivisione delle regioni, annunciata mercoledì sera dal premier Giuseppe Conte, aveva destato non poco stupore, soprattutto in Liguria dove da giorni si temeva di essere inseriti tra le zone arancioni, se non addirittura rosse. Anche Alessandro Bonsignore, presidente dell'Ordine dei Medici Liguri, aveva espresso profondo sconcerto in un'intervista rilasciata a GenovaToday, in cui aveva spiegato che, se nel resto della regione la situazione corrisponde alla fascia gialla, «a Genova, come numeri, siamo da rosso. I medici sono molto preoccupati, era stato detto che il ministro Speranza avrebbe potuto valutare aree più piccole in cui adottare misure specifiche, e secondo il mondo sanitario Genova deve essere considerata rossa».

Lo scenario potrebbe cambiare, come ripetuto anche dal premier Conte: le singole regioni potrebbero non mantenere lo stesso colore da qui al 3 dicembre, giorno in cui (se andrà meglio) cesserà la validità del Dpcm. In particolare, la classificazione delle regioni si fonda su un monitoraggio basato su dati dal 19 al 25 ottobre. Forse non molti giorni fa ma, come abbiamo imparato, la situazione della pandemia evolve molto rapidamente. Se i numeri della settimana succesiva rispetto a quella in cui sono state prese le decisioni, insomma, sarannno peggiorati, Liguria e Veneto potrebbero finire in zona arancione insieme a Puglia e Sicilia. E il timore è che nei prossimi giorni, quando arriveranno i nuovi monitoraggi, l'ipotesi possa diventare realtà.

Davanti all'ospedale San Martino, intanto, la Croce Rossa ha allestito alcuni speciali tendoni, di fatto una sorta di ospedale da campo, per alleggerire il peso dei pazienti covid sul pronto soccorso.

Covid, i tendoni della Croce Rossa davanti al San Martino

Nel frattempo i numeri di ieri, venerdì 6 novembre, non calano, e parlano di 1127 nuovi positivi (83 individuati da test di screening e 1044 in pazienti sintomatici) su 5772 tamponi eseguiti, e soprattutto di 81 nuovi ospedalizzati (attualmente in totale nella nostra regione ci sono 1393 ospedalizzati di cui 78 in terapia intensiva). Questo dato, in particolare, fa pensare e una curva decisamente in salita.

Stando ai dati comunicati, la provincia più colpita è quella di Genova che attualmente sta facendo i conti con 10.394 casi. Un numero decisamente più alto - che fa intuire l'importanza della situazione nel capoluogo - rispetto ai numeri delle altre province: 1537 per Savona, 2055 per La Spezia, 1334 per Imperia.

E proprio a Genova vengono riattivati alcuni servizi che non vedevamo dalla scorsa ondata, come quello di consegna della spesa a casa.

La procura di Genova indaga

Nel frattempo sono finiti sotto la lente della procura di Genova i dati trasmessi dal capoluogo ligure a Roma per la determinazione delle zone di rischio, con le relative misure per il contenimento del coronavirus.

Sulla base di quei dati, la Liguria è finita in zona gialla.

Nuovi 100 posti letto in strutture a bassa intensità 

Da oggi saranno disponibili nuovi 100 posti letto in strutture a bassa intensità di cura, in due distinte realtà, una da 75 e una da 25 posti.

«In aggiunta ai 5772 tamponi ‘ordinari’ effettuati oggi, vanno considerati i molti di tipo rapido effettuati nei diversi punti attivi sul territorio – precisa il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti - in particolare da questa mattina è aperto un nuovo drive through alla Fiera del Mare, al padiglione Jean Nouvel, oltre a un punto tamponi in cui si accede a piedi nella Casa della Salute di Recco. Sono in corso di allestimento 24 posti letto aggiuntivi al Pronto soccorso del San Martino di Genova, che assieme ai lavori svolti all’interno daranno maggiore agibilità alla struttura. La raccomandazione resta sempre quella di rivolgersi al pronto soccorso solo in situazioni strettamente necessarie».

Sul fronte ospedaliero, al momento è occupato il 35% dei letti di terapia intensiva destinati al Covid. A marzo si sfioravano i 200 posti occupati, nonostante a oggi si registri un maggior numero complessivo di ricoveri.

Sono a oggi 1114 le assunzioni dall’inizio dell’emergenza: 421 medici, 261 infermieri, 432 altre professionalità.

Calcolo dell'Rt

Riguardo la qualità dei dati con cui viene calcolato l’Rt gli indicatori mostrano come siano di qualità elevata. Nel monitoraggio effettuato oggi, tutti e 4 gli indicatori sono sopra la soglia, e 3 di questi superano il 90%. Oggi una nuova valutazione.

«Si tratta di dati qualitativamente del tutto accurati –precisa Toti – Trovo offensivo e poco responsabile che qualcuno possa mettere in dubbio la capacità e la professionalità del nostro servizio sanitario e in particolare quelle degli uffici di prevenzione che da mesi sono in prima linea».

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