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Coronavirus, un morto e un reparto infettato: cosa è successo all'ospedale di Lavagna

La spiegazione di quanto accaduto arriva dalla direttrice generale della Asl 4, Bruna Rebagliati: tutto è partito da un tampone cautelativo effettuato su un paziente asintomatico in fase di dimissione

Un paziente di 41 anni risultato positivo e deceduto, la positività di altri 7 pazienti e 4 operatori sanitari e un intero reparto, quello di Medicina interna "covid-free", chiuso per essere sanificato con ricoveri bloccati. Succede all'ospedale di Lavagna, una serie di accadimenti che si sono susseguiti e hanno sollevato dubbi che abbiamo provato a chiarire con la direttrice generale di Asl 4, Bruna Rebagliati.

Tutto è iniziato con un tampone effettuato su un paziente in fase di dimissioni per trasferimento in residenza sanitaria protetta: data la particolare attenzione alle rsa, la Asl 4 ha stabilito un protocollo che prevede di testare tutti i pazienti diretti verso le strutture, a prescindere dai sintomi, per evitare di mettere a rischio fasce protette. Il paziente, appunto asintomatico, è risultato positivo. A quel punto la direzione sanitaria ha deciso di avviare immediatamente uno screening per capire se, durante la sua permanenza nel reparto di Medicina Interna, avesse potuto contagiare qualcuno.

Dallo screening a tappeto effettuato, 4 operatori sanitari su 61 sono risultati positivi, così come 8 pazienti su 35. Tra questi pazienti era compreso anche quello poi deceduto, un uomo di 41 anni originario di Chiavari, ricoverato a Lavagna per problemi respiratori cronici di cui soffriva già precedentemente l’epidemia di coronavirus. 

Il caso del 41enne di Chiavari

«L’uomo è arrivato il 6 aprile al pronto soccorso di Lavagna, dove abbiamo da tempo allestito un percorso covid e uno non covid - conferma Rebagliati - L’uomo è stato sottoposto a tampone, perché pur essendo una persona con ripetuti episodi di difficoltà respiratorie abbiamo ritenuto fosse più prudente procedere in questo modo. I pazienti in attesa di tampone vengono isolati sia da quelli già diagnosticati positivi sia da quelli negativi, ovviamente per evitare che se positivi possano contagiare e se negativi possano essere contagiati».

L’uomo, prosegue Rebagliati, è stato quindi traferito in un’area apposita allestita a Sestri Levante di Medicina respiratoria. Il tampone è risultato negativo, ed è stato quindi ricoverato nel reparto di Lavagna covid-free: «Il 14 aprile abbiamo effettuato un nuovo tampone per sicurezza, proprio alla luce dei sintomi persistenti comunque già noti e per il tipo di paziente “normali”, e il secondo tampone è risultato di nuovo negativo. Il 20 aprile ha rifatto il tampone, ma solo nell’ambito dello screening di reparto legato all’individuazione del caso di positività del paziente in fase di dimissione».

Va sottolineato anche che il 41enne, tra il 14 e il 20 aprile, era stato dimesso ed era tornato a casa, per poi tornare nuovamente in ospedale a causa di un ulteriore aggravamento delle sue condizioni di salute, su indicazione del medico di famiglia: impossibile dunque a oggi essere certi che sia stato contagiato dal paziente in dimissione (attualmente ricoverato in reparto covid), asintomatico e risultato positivo, o se il doppio tampone fosse un falso negativo e sia stato lui a contagiare gli altri 7 pazienti con cui è stato per un periodo ricoverato in reparto. O addirittura se le infezioni dei due pazienti-  ipotesi però molto improbabile - non abbiano correlazione.

«È importante sottolineare che abbiamo attivato un percorso rigoroso di trattamento e gestione dei pazienti che ci ha permesso di rilevare tempestivamente la positività nel paziente in dimissione verso rsa - conclude Rebagliati - Abbiamo subito isolato il reparto, abbiamo trasferiti tutti i pazienti positivi nel reparto covid, e avviato le operazioni di santificazione. Il reparto verrà riaperto alle 14 di giovedì»

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