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Covid, a Genova nasce un altro gruppo Facebook per le testimonianze: «Il confronto serve per avere risposte»

Il gruppo ha ottenuto un incontro con Asl 3, fissato per il 5 novembre

Dopo #parlodelcovid, che raccoglie le testimonianze in Liguria fin dai mesi della prima ondata, nasce su Facebook un altro gruppo in cui scrivere le proprie esperienze e confrontarsi sull'emergenza coronavirus, nello specifico sul territorio genovese.

Si chiama Covid19 Genova / Testimonianze - Azioni - Soluzioni e si concentra sul capoluogo. Nato all'incirca una settimana fa, raccoglie le testimonianze di chi ha il covid e ha diversi obiettivi, tra cui un incontro con la Asl 3 per chiedere delucidazioni sulla gestione dei positivi, sulle pratiche di contenimento, e così via. «Abbiamo scritto un appello e più di 500 persone lo hanno sottoscritto - racconta Enrico Testino, tra gli amministratori del gruppo - poi lo abbiamo mandato ad Asl 3 e siamo riusciti a ottenere un incontro il 5 novembre. Siamo molto contenti, in questi giorni vedremo come organizzarci al fine di diffondere il più possibile gli argomenti che verranno discussi. Non vogliamo disturbare o fare polemica, ma divulgare informazioni e dati utili e precisi, e abbiamo la speranza che unendo le forze si possano avere delle risposte».

In particolare «ci siamo interrogati anche con gli amministratori di #parlodelcovid, con cui siamo in buoni rapporti e collaboriamo - continua Testino - e siamo giunti a una conclusione: le testimonianze possono svolgere la funzione di raccogliere la memoria di quel che sta accadendo, ma possono anche essere analizzate e usate per con azioni concrete. Ovviamente non ci possiamo svolgere noi un'azione di aiuto medico, quello devono farlo gli enti preposti. Ma le testimonianze servono a smuovere le diverse situazioni».

E cosa emerge dalle testimonianze che vengono lasciate quotidianamente? «Innanzitutto c'è una differenza tra la prima ondata, che ci ha lasciato tutti frastornati, e la seconda in cui molti cittadini raccontano le loro esperienze più di prima. Diamo voce a tutti, è uno spazio utile anche per il confronto tra persone, e la prima cosa che emerge secondo me è una diffusa percezione di abbandono. L'impressione è che Asl non riesca a far fronte a tutte le richieste che arrivano. Molte persone si sentono smarrite, non hanno ben chiaro cosa fare, dove andare, e tanti lamentano ritardi nelle risposte. Poi per fortuna ci sono anche storie positive, di cittadini che riescono ad ottenere il tampone subito. La percezione è che non si riescano a soddisfare però tutte le richieste. Per questo il confronto è molto utile, è una comunità che si attiva e parla con se stessa. Noi ci siamo, "battiamo un colpo"».

Il confronto serve anche a capire, sentendo direttamente da altre persone, come ci si è contagiati (per capire dove e se si sbaglia), quali sono i numeri da chiamare, e le esperienze positive da cui si può imparare.

Continua Emilio Robotti, uno degli altri amministratori: «L'obiettivo principale del gruppo è la trasparenza, concetto di cui parliamo anche nella petizione. Molte delle persone che scrivono qui evidenziano informazioni poco chiare, a volte contraddittorie. Poi non ci sono solo testimonianze di malfunzionamento, per fortuna, ci sono anche storie a lieto fine e persone che dicono di aver ricevuto riscontri adeguati. Non va tutto malissimo, ma spesso gli utenti scrivono di non risposte e abbandono. Per quel che possiamo fare noi, abbiamo predisposto alcune infografiche utilizzando i dati divulgati dal Ministero anche per quanto riguarda le tempistiche: a volte una persona si può anche lamentare in buona fede di non aver ricevuto il tampone senza sapere bene però quali sono i tempi. Raccogliere le testimonianze serve anche per vedere se ci sono necessità, possibilità e gli estremi per far valere i diritti in tutte le sedi necessarie, per fare in modo che non capiti più».

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