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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Coronavirus

Green pass, una dose per bar e ristoranti e due per le discoteche: le ipotesi al vaglio

Attesa per la Conferenza Governo-Regioni, dove si dovrebbe decidere in che modo applicare l'obbligatorietà della certificazione verde. Ecco quali sono gli scenari

Green pass obbligatorio ma con una sola dose per l’accesso a bar e ristoranti, con due per le discoteche. È l’ipotesi al vaglio del governo per arginare l’impennata di contagi registrati negli ultimi giorni ed evitare una quarta ondata di coronavirus, cercando allo stesso tempo di conciliare le necessità sanitarie con quelle economiche.

Green passo obbligatorio, quando?

Da giorni infatti il dibattito sul green pass obbligatorio infiamma sia a livello sociale sia politico, con i gestori delle attività commerciali - in particolare di bar, ristoranti, pub e discoteche - sul piede di guerra davanti all’ipotesi che per accedere sia necessario accertare che i clienti abbiano effettuato la doppia vaccinazione.

Il compromesso del premier Mario Draghi potrebbe essere, appunto, quello di fissare a una dose di vaccino il requisito per l’accesso ai bar e ai ristoranti al chiuso, e di aumentare a due nei casi di luoghi in cui gli assembramenti sono più probabili. E dunque discoteche, stadi, concerti, convegni, eventi, luoghi dello spettacolo, palestre.

Sembra comunque certo che per scongiurare altre chiusure sarà richiesta la doppia dose per accedere alla stragrande maggioranza dei luoghi nelle zone in cui il virus circola di più, ma la cabina di regia attende il confronto con le Regioni prima di prendere decisioni. In ballo c’è il proseguimento della stagione estiva, e l’obiettivo è mantenere tutta Italia in zona bianca almeno sino a ferragosto limitando anche la diffusione delle varianti, Delta in primis.

La certificazione verde, insomma, è ormai certo che diventerà un lasciapassare, e potrà essere ottenuta - va ricordato - con una o due dosi di vaccino (che vengono indicate tramite Qr Code), con la guarigione dal covid o con un tampone negativo eseguito entro 48 ore dall’ipotetico accesso.

Liguria, Toti chiede la modifica dei parametri per l'ingresso in zona gialla

In Liguria la linea del presidente della Regione, Giovanni Toti, è ormai chiara: ben venga il green pass se serve a scongiurare altre chiusure, da qui i ripetuti appelli alla vaccinazione, soprattutto ai più giovani.

La campagna vaccinale in Liguria va avanti anche a colpi di open day e open night, e la Regione ha dato possibilità di anticipare le seconde dosi anche senza prenotazione accedendo agli hub designati nelle singole Asl. La richiesta di Toti, e di altri governatori italiani, è però quella di modificare i parametri per l’assegnazione delle zone di rischio: a comandare non sia più l’Rt, visto che la circolazione è indubbiamente aumentata, ma la percentuale di occupazione dei posti letto in ospedale, in media e bassa intensità e in terapia intensiva.

Usare gli ospedali come indicatori, insomma, invece del numero di nuovi positivi e della circolazione del virus sui territorio, soprattutto alla luce del fatto che, complici anche i vaccini, i ricoveri si sono nettamente ridotti. Il governo sta prendendo in considerazione la richiesta, e l’ipotesi è che la zona gialla possa scattare se l’occupazione dei reparti ordinari supererà il 10% dei posti letto e quella delle terapie intensive il 5%.

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