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Covid, morto lo psichiatra Gian Luigi Rocco. Il figlio: «Mio padre non c’è più, ma là fuori c’è chi si lamenta perché farà il Natale da solo»

Muore un altro medico genovese per covid Gian Luigi Rocco, 71 anni, era uno stimato psichiatra che per anni ha collaborato con il tribunale come consulente tecnico e perito

Muore un altro medico genovese per covid Gian Luigi Rocco, 71 anni, era uno stimato psichiatra che per anni ha collaborato con il tribunale come consulente tecnico e perito.

A dare l’annuncio della morte di Rocco è stato il figlio, Gian Luca, che nel dolore ha voluto comunque mandare un messaggio potente: «Mio padre sarebbe ancora vivo e probabilmente, nonostante una forma scadente e un girovita abbondante, lo sarebbe stato per i prossimi 20 anni se non ci fosse stato e se non si fosse preso il Covid - ha scritto in un post diventato virale su Facebook - Perché mio padre diceva che stava attento, ma riceveva i pazienti. Che metteva la mascherina, ma andava in Tribunale. Che insomma, non poteva stare in casa, aveva cose da fare, persone da vedere.  Mio padre non c'è più, ma là fuori ci sono ancora persone che si lamentano perché Natale lo faranno da soli. Perché non possono andare al ristorante, perché non possono inforcare gli sci, perché è tutta una truffa, una dittatura sanitaria orchestrata, tra l'altro, non si sa bene da chi. Bene, pensate che nel 2021 tornerete a fare tutte queste cose con i vostri cari. Mio padre non potrà più. Noi non potremo più».

Il riferimento è, ovviamente, alle polemiche suscitate dal nuovo dpcm, che impone tra le altre cose di non spostarsi dai confini del comune di residenza nei giorni di Natale, Santo Stefano e per Capodanno: «Una piccola sofferenza oggi (se sofferenza si può chiamare la distanza per un periodo limitato dai propri cari, il rispetto di misure minime di precauzione, l'idea che sia un anno, un periodo particolare) - scrive Gianluca Rocco - vi può risparmiare una grande sofferenza domani. Non auguro a nessuno un mese come il nostro. Una discesa all'inferno senza nessun appiglio al quale aggrapparsi. L'impossibilità di vedere, salutare, abbracciare il proprio caro. L'attesa di una telefonata per sperare in qualche miglioramento. Seppellirlo sapendolo in un sacco come un soldato in guerra (ironia della sorte, nemmeno aveva fatto il servizio militare), magari vestito con il pigiama sporco con cui è morto».

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