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Coronavirus, Fiom: «Non solo test sierologici ma anche tamponi»

I tamponi sono ad oggi l'unico strumento certificato sulla presenza della malattia. Per questo il sindacato chiede che i lavoratori risultati positivi al test sierologico, siano sottoposti anche al tampone

La Fiom Cgil chiede che «la Regione Liguria insieme ad Alisa e alle Asl garantisca che per tutti i lavoratori e lavoratrici dichiarati 'positivi' dai test sierologici sia possibile eseguire anche il tampone nasofaringeo». Per il sindacato servono indicazioni precise sia per l'azienda che per il lavoratore risultato positivo.

«Tutti sappiamo dei limiti di questi test - scrive la Fiom -: percentuale di affidabilità, interpretazione corretta dei dati, nessuna certificazione da parte dell'Istituto Superiore di Sanità. Sono indagini epidemiologiche utili e che vanno utilizzate in questa veste. Questo rende incerti i comportamenti nei confronti dei lavoratori e lavoratrici definiti 'positivi'. Una positività agli anticorpi sulla quale non è ancor oggi stato chiarito quali procedure sanitarie comportino al lavoratore, all'azienda, al medico curante, alla Asl e alle strutture pubbliche».

«Riteniamo - conclude il sindacato - i test sierologici uno strumento a cui accompagnare altre iniziative e verifiche, sicuramente tutte le procedure e i dispositivi di protezione sul luogo di lavoro, ma servono anche i tamponi nasofaringei. I tamponi sono ad oggi l'unico strumento certificato sulla presenza della malattia e sulle procedure obbligatorie per il lavoratore e per le strutture sanitarie».

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