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Coronavirus: in arrivo un nuovo Dpcm, sembra escluso il 'coprifuoco'

Prosegue il confronto fra governo e Regioni ed entro la serata il premier Conte dovrebbe firmare un nuovo Dpcm. Il governatore Toti ha chiesto di escludere ulteriori strette per bar e ristoranti

Il governo si appresta a varare un nuovo Dpcm, atteso entro la giornata di oggi, domenica 18 ottobre 2020. Le ulteriori restrizioni per cercare di contenere la diffusione del coronavirus sono in via di definizione in queste ore. Prosegue infatti il confronto fra Regioni e ministri e da questo dovrebbe uscire il testo definitivo del nuovo documento.

Come già accaduto in occasione dell'ultimo Dpcm del 13 ottobre, non è affatto scontato che a Roma decidano di seguire la strada indicata dalle Regioni. «Le Regioni - scriveva su Facebook il 13 ottobre il governatore Toti -, come sempre unite quando si tratta del bene comune, fino ‪all’una di notte‬ hanno discusso il Dpcm con il Governo ma nessuna delle nostre osservazioni è stata recepita e questo non è affatto un bel segnale».

Vedremo come andrà questa volta. Stando alle ultime indiscrezioni, il nuovo Dpcm dovrebbe prevedere la chiusura dei bar e dei locali ale 21 e dei ristoranti alle ore 23 o alle 24. Nella serata di ieri, il premier ha avuto una riunione fiume con i capidelegazione della maggioranza su quanto dovrà prevedere il nuovo decreto. Ma sugli orari, confermano fonti di governo, si tratta di ipotesi, nessuna decisione è stata ancora presa. E il presidente del Consiglio Giuseppe Conte frena.

Dpcm 18 ottobre: le nuove misure della stretta

Nella notte, durante il consiglio dei ministri che ha approvato il disegno di legge recante il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e il bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023 e la proroga delle cartelle esattoriali al 31 dicembre 2020, si è discusso delle nuove misure dell'emergenza coronavirus mentre il bollettino della Protezione Civile di ieri riportaava quasi undicimila casi e 47 morti. Ma le misure anti contagio da covid-19 che entreranno nel nuovo Dpcm non sono ancora state definite nel dettaglio. Prima servirà un altro confronto con gli enti locali e una discussione finale nel governo: per questo si immagina il varo per stasera, domenica 18 ottobre.

Al termine di una discussione che fonti di maggioranza definiscono "assai tesa", manca ancora una sintesi ancora su diversi aspetti, per i quali decisivo sarà il confronto con gli enti locali: dallo stop a fiere e congressi, all'ipotesi di vietare di consumare alcolici in piedi fuori dai locali dalle 18. La nuova stretta dovrebbe puntare, come suggerito anche dal Cts, su una serie di misure come:

  • lo smart working al 75% nella pubblica amministrazione;
  • lo scaglionamento degli orari delle scuole superiori, con l'ipotesi di ingresso alle 11 e una quota di didattica a distanza per alleggerire i trasporti (ma non si esclude neanche una riduzione della capienza massima degli autobus).
  • lo stop agli sport di contatto dilettantistici e - ma ancora non c'è certezza - la chiusura di palestre e piscine.

Si punta inoltre su una spinta al tracciamento dei contagi, sollecitata dagli esperti. Continua a dividere il pacchetto delle misure anti movida e una possibile forma di "coprifuoco". Al termine del vertice serale a Palazzo Chigi il punto di caduta sembra essere la chiusura di bar e pub alle 21, ristoranti alle 24, per non pesare su un settore già in grande sofferenza. Ma dal governo invitano alla cautela nelle indiscrezioni: c'è chi continua a spingere per misure ancora più dure, soprattutto nel weekend. E chi, come Italia Viva, è contro le nuove chiusure e tiene alta la guardia: nonostante la smentita di diverse fonti di governo, i renziani non escludono che fino all'ultimo possa tornare sul tavolo l'ipotesi - da loro osteggiata - di uno stop a parrucchieri e centri estetici.

La posizione della Liguria con Toti

«Anche oggi le regioni hanno lavorato insieme in modo concreto e unitario, ci siamo confrontati con il Governo e torneremo a farlo anche domani mattina. Continuiamo a non capire perché nell'ultimo decreto del consiglio dei ministri, che limita gli orari dei bar e dei ristoranti, le osservazioni di buon senso delle regioni non sono state accolte. Oggi abbiamo detto al governo innanzitutto due cose: dobbiamo preservare la scuola e chi lavora. Alcune categorie hanno già subito troppi danni e non possono permettersi ulteriori danni. Per la scuola, lo ripeteremo domani al ministro Azzolina, la didattica a distanza dovrebbe essere attivata per gli ultimi due anni delle superiori a rotazione, una settimana a scuola e una a casa, oppure due giorni a scuola e due a casa con i ragazzi più grandi: sono persone autosufficienti che possono tranquillamente seguire le lezioni da casa senza assistenza parentale». Lo ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti nel corso di una diretta sulla sua pagina facebook.

«Abbiamo chiesto - ha proseguito - di tutelare bar e ristoranti e di non procedere a un'ulteriore stretta, almeno per quei locali che seguono le regole. Torno a ripetere agli amici esercenti che è molto importante che applichino le regole di prevenzione con grande scrupolo, a questa condizione cercheremo di preservare la loro attività. È possibile che vi sia (qualcuno nel Governo lo chiede) un anticipo della chiusura dei bar: noi riteniamo che sia sufficiente il divieto di asporto di alcol e di assembramento davanti ai locali, ma anche questo dev'essere rigorosamente rispettato».

«Gli esperti ragionano ancora su alcune limitazioni a manifestazioni pubbbliche - ha proseguito - i mercati rionali per il momento cercheremo di preservarli, mentre fiere e congressi e altre andrebbero limitati al massimo, ridotti di numero e in alcune zone vietati. Anche per gli sport di contatto fatti a livello amatoriale ci sono alcuni aspetti problematici da valutare meglio».

«Abbiamo chiesto inoltre con vigore più uomini per i controlli - ha aggiunto ancora il Presidente - o che si possano utilizzare uomini già in loco ora dedicati ad altri incarichi. In alternativa, molto semplicemente, ce ne prendiamo carico: diano le risorse perché i comuni possano assumere nuovi vigili, ausiliari, persone da dedicare esclusivamente ai controlli ad esempio nelle zone della movida e ovunque ci sia pericolo di assembramento».

«Abbiamo chiesto infine di semplificare le regole di assunzione per gli specializzandi di medicina - ha concluso - che oggi non possono dare una mano  nei reparti covid, nei drive-through o negli uffici di prevenzione a causa di regole un po' ottuse».

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