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Didattica a distanza, la procura apre un'inchiesta dopo l'esposto delle associazioni

Le indagini sino finalizzate ad accertare se vi sia stato un abuso di ufficio nell'imposizione della dad anche quando il dpcm anti coronavirus lo consentiva

Dopo l'esposto presentato il 9 aprile, la procura di Genova ha aperto un fascicolo sulle ordinanze regionali che hanno disposto la didattica a distanza in Liguria.

A presentare l’esposto sono state le associazioni Giuristi democratici e Riapriamo la scuola della Costituzione: il sostituto Massimo Terrile e l'aggiunto Vittorio Ranieri Miniati indagano per abuso d’ufficio a carico di ignoti.

«La Regione Liguria ha imposto nel corso della pandemia misure costantemente e drasticamente più restrittive di quelle stabilite dal governo nazionale, chiudendo al 100%  le scuole superiori, anche in periodi nei quali lo Stato ne consentiva una frequentazione in presenza  fino al 75% - hanno spiegato le associazioni promotrici - L’unica risposta alla pandemia degli enti locali è stata quella di chiudere le scuole, trascurando  adottare le misure prescritte dalla normativa nazionale per la frequentazione in sicurezza».

La richiesta rivolta alla magistratura è di «accertare se le amministrazioni locali possano ritenersi responsabili di una grave violazione del diritto all’istruzione e della salute dei ragazzi, e la possibile configurazione dei reati di abuso d’ufficio, interruzione di pubblico servizio, falso in atto pubblico, omissione di atti d’ufficio in capo ai responsabili».

«Prendiamo atto del fatto che la Regione Liguria, dopo aver chiuso drasticamente le scuole superiori per tutto il mese di Gennaio, e dal 5 Marzo al 10 Aprile, con ordinanza n. 17 del 9 Aprile ha finalmente riaperto la frequentazione in presenza nella misura del 50% - hanno aggiunto le associazioni sabato - Ricordiamo che l’Italia è all’ultimo posto in Europa per aperture delle scuole durante la Pandemia, e che l’Oms ha raccomandato che la chiusura delle scuole “deve essere considerata solo se non ci sono alternative”, e deve essere utilizzata solo “quale ultima risorsa, perché l’impatto negativo sulla salute fisica, mentale e sull’istruzione dei ragazzi non è giustificato dai benefici.” Non sembra che queste raccomandazioni siano state considerate ad oggi dalla Regione Liguria, e chiediamo pertanto l’immediata apertura delle scuole superiori fino al limite del 75%, riservandoci di proporre nuovo ricorso al Tarr contro la nuova ordinanza».

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