Zona gialla o zona arancione, Liguria in attesa. Da mercoledì attivo ospedale da campo al San Martino
La Regione continua a cercare posti letto, attivati altri 270 entro la fine della settimana, alla Foce posti covid in hotel
Se la stretta dev’esserci, che sia ragionata e valutata di concerto con le regioni: Giovanni Toti, governatore ligure, ribadisce la bontà dei dati inviati al Ministero della Salute per la classificazione del rischio della Liguria, e pur non escludendo misure più stringenti - tradotto, il passaggio da gialla ad arancione - rassicura sul fatto che a oggi il nuovo report usato per l’assegnazione dei “colori” alle regioni mantiene la Liguria in zona gialla.
«Io sono disponibile a valutare con il governo misure più restrittive per la Liguria se servono per la salute dei cittadini - ha detto Toti nel pomeriggio di lunedì - Ma non tiriamo in ballo la qualità dei dati forniti da Regione a Roma, perché sono precisi e per di più, nell’ultimo report arrivato dall’Istituto di Sanità, sono identici a quelli per cui la Liguria è stata inserita in zona gialla».
Sul destino della Liguria si decide proprio oggi: alle 15 il governo si è riunito per stabilire un’eventuale riassegnazione dei colori, e dunque del rischio, alle regioni, e la Liguria potrebbe scivolare nella fascia arancione, quella cioè che comporta la chiusura di bar e ristoranti e il divieto di uscire dal proprio comune di residenza. Un clima di grande incertezza regna dunque in particolare tra tutti i titolari di attività di ristorazione e somministrazione di cibi e bevande, che giovedì scorso hanno saputo soltanto all’ultimo minuto - dalla voce del premier Giuseppe Conte - che la Liguria era in fascia gialla e che il giorno dopo, con l’entrata in vigore delle misure del nuovo dpcm, avrebbero potuto tenere aperto.
Toti esclude, però, l’ipotesi lockdown nazionale fortemente voluta dall’Ordine dei Medici: «È comprensibile da parte dei medici, che si fanno portavoce di un grido di dolore di tutto il personale sanitario, infermieristico e degli operatori degli ospedali italiani e quelli genovesi e liguri non fanno eccezione, per la preoccupazione e il carico di lavoro di queste settimane - ha detto a margine della visita all’ospedale da campo allestito davanti al San Martino - Ma in tutte le valutazioni occorre tenere ben presente tutti i punti di vista, non solamente quello strettamente medico, ma anche quello economico e sociale che deve essere ponderato. Non credo che la scelta possa ridursi tra morire di Covid e morire di fame, per sintetizzarla in modo brutale: occorre trovare una serie di misure che siano equilibrate, in modo tale da far calare i pazienti nei nostri ospedali e al tempo stesso non logorare ulteriormente, forse questa volta davvero in modo mortale, un sistema economico che ha già sofferto tantissimo».