rotate-mobile
Coronavirus

Toti: "Il covid circola, ma non è più lo stesso. Cambiamo regole"

Il presidente della Regione si rivolge al governo: "In Liguria solo il 30% è davvero ricoverato per il virus, il 70% entra in ospedale per altri motivi e poi scopre di essere positivo ai tamponi di routine, ma senza sintomi"

Il presidente della Regione Giovanni Toti e il direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi hanno fatto il punto della situazione covid in Liguria alla luce degli ultimi dati disponibili, secondo il governatore "il governo deve mettere mano alle regole, che non corrispondono più a realtà".

"Il covid è tornato a circolare - ha sottolineato Toti -  ma non ha gli stessi effetti di due anni fa, non è la stessa malattia che abbiamo conosciuto nel passato. Oggi ci sono molti meno pazienti nei nostri ospedali, in Liguria solo il 30% è davvero ricoverato per il virus, il 70% entra in ospedale per altri motivi e poi scopre di essere positivo ai tamponi di routine, ma sono persone asintomatiche. Da quel momento vengono classificati come pazienti covid, pur essendo in ospedale per ragioni che nulla c’entrano con il covid. È il momento di cambiare approccio".

"Oggi - aggiunge Toti - osserviamo un fenomeno assai diffuso ma meno severo, per cui la maggior parte delle persone contagiate ha conseguenze riconducibili a qualche giorno di febbre, raffreddore e dolori muscolari e articolari. La campagna vaccinale, fino alla quarta dose per gli over80 e le persone più fragili, protegge in modo efficace non tanto dai contagi ma dal rischio di complicanze. Credo quindi che sia l’ora di iniziare a trattare diversamente il covid, sia nell’organizzazione ospedaliera sia nella catalogazione quotidiana sia nel regime delle quarantene, uscendo anche da questa 'ossessione' dei tamponi. Questo è il momento per farlo, all’inizio di un’estate nel segno della voglia di vivere e della ripresa del turismo e dell’economia. Cerchiamo di gestire il covid per quello che è: un virus che circola molto nel paese ma che, grazie ai vaccini e alla capacità diagnostica e di cura, non comporta nella stragrande maggioranza dei casi alcuna delle conseguenze terribili che abbiamo conosciuto in passato. Invece  - prosegue Toti - oggi continuiamo a considerarla come una malattia più pericolosa di quanto sia in realtà, con ospedali organizzati in funzione del virus e quindi meno efficaci nel dare risposte alle altre malattie, limitazioni in molti spazi della sanità, un sistema di tamponi che sforna migliaia di contagiati asintomatici, costretti in casa per giorni. Lo dico non avendo mai minimizzato il problema e avendo adottato in passato anche misure drastiche di chiusura, quando necessarie. Di tutto questo dovrebbe occuparsi il governo: continuare a tenere l’elmetto in testa quando il nemico all’orizzonte è molto meno temibile - conclude - credo determini limitazioni di cui il Paese non ha bisogno".

Il direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi osserva: "Omicron ed in particolare le più recenti varianti hanno una contagiosità 3-4 volte superiore ai virus che hanno circolato nelle prime ondate pandemiche e hanno perso in gran parte la capacità di replicarsi a livello polmonare. Semplificando - spiega Ansaldi - si tratta di un virus che, adattandosi all’uomo, ha perso patogenicità, o 'cattiveria' se si preferisce. Un virus diverso necessita di regole diverse e - conclude - sistemi di sorveglianza incentrati sui casi severi di Covid che necessitano il ricovero".
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Toti: "Il covid circola, ma non è più lo stesso. Cambiamo regole"

GenovaToday è in caricamento