Bassetti: "Vaccini fanno bene come l'acqua potabile"
"Vaccinarsi vuol dire anche rendere piu’ difficili le mutazioni, per questo è un gesto altruista, oltre che responsabile nei confronti della propria salute"
Alla vigilia di Natala il direttore della clinica Malattie Infettive del policlinico Matteo Bassetti ripercorre i mesi dell'attesa del vaccino e come l'arrivo di questa protezione si sia trasformata, per una parte della popolazione, in veleno. "La pandemia e la battaglia che si sta combattendo in tutto il mondo stanno lasciando molte macerie e molte fratture anche nella società. C’è chi oggi ha bisogno di un bersaglio, un nemico più o meno reale, perché la rabbia è tanta e non riesce a mescolarsi con la pace", scrive sulla sua pagina Facebook il virologo.
"Da quando la pandemia è cominciata abbiamo avuto solo una speranza: aspettavamo il vaccino. Quello che non ci avrebbe restituito nulla, perché il tempo di mezzo era ormai andato, ma ci avrebbe ridato un punto fermo di partenza. Qualcosa però deve essere andato storto. Per fortuna solo una minoranza non ne ha ancora usufruito, perché circa l'80% a oggi l’ha accolto in pompa magna".
Nella menta no vax una delle paure è che il vaccino sia un farmaco dai pericolosi effetti collaterali, a un gradino successivo che vaccinazioni obbligatorie e green pass siano strategie di controllo sociale: "Quando la possibilità è diventata reale e occorreva prestare il braccio, molti hanno preferito approdare in un campo ancor più minato della malattia, quello dell'ideologia, della dietrologia e della disinformazione. A un certo punto sembra che la memoria di una minoranza abbia dimenticato quel reciproco patto di fiducia del febbraio 2020 tra cittadini e medici. Quando sono arrivati i vaccini, e abbiamo iniziato a spiegarne l’importanza. Altri hanno sospettato, come fossimo in un copione complottista, additandoci come il nemico da stanare", commenta Bassetti. "Un cortocircuito senza precedenti. Eppure il vaccino non è né più né meno di tutte le altre terapie. È come se un paziente diabetico non credesse nell insulina o un iperteso nel betabloccante. Non c’è un credo davanti alla scienza, non è qualcosa di intangibile su cui farsi un opinione. È la stessa medicina per la quale si muore sempre meno di parto, di tetano, di tumore, di infarto o di meningite".
Non è finita e non importa quale variante sia alle porte, il virus è un grandissimo opportunista: "La parola varianti ha arricchito il lessico comune del nuovo mondo pandemico. Chi non ha sentito parlare della variante Delta ? A oggi la più diffusa presentata in tv. È sulla bocca di tutti, dal bar fino agli alti vertici della sanita’ mondiale, eppure non tutti sanno di cosa si tratta. E, per non farci mancare nulla insieme a molte altre lettere dell’ alfabeto greco, c’è ora anche la variante Omicron, rilevata per la prima volta in Africa nel novembre 2021".
"Ce ne saranno ancora, ma questo non deve spaventare - conclude il professore - Il virus è in continua evoluzione, e questo non deve farci sentire sconfitti, lo sapevamo fin dall’inizio che sarebbe andata così. Il nostro comportamento consapevole e attivo però può cambiare le sorti dell umanità. Vaccinarsi vuol dire anche rendere piu’ difficili le mutazioni, per questo è un gesto altruista, oltre che responsabile nei confronti della propria salute. A oggi i vaccini con la terza dose sono in grado di funzionare anche sulla Omicron e poi ne arriveranno altri più specifici per le varianti. Occorre infine ricordare che le vaccinazioni, con eccezione dell acqua potabile, sono strumenti che non hanno avuto pari, neppure rispetto agli antibiotici, sulla riduzione della mortalita’ e sulla crescita della popolazione. E questo è un incontrovertibile dato di fatto".