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Giovedì, 18 Aprile 2024
Coronavirus

Coronavirus, pronta una doppia mappatura dei contagi in città: «Valutiamo nuove ordinanze»

Martedì pomeriggio una nuova riunione in prefettura per stabilire se vi è necessità di adottare altri provvedimenti per le zone dove il virus circola di più. Al vaglio anche un piano trasporti per ingressi scaglionati per gli studenti dei licei

Genova resta la città più critica sul fronte circolazione del coronavirus e numero di nuovi contagi. La conferma la danno i numeri - i positivi in Asl 3 crescono di giorno in giorno, e in maniera più alta rispetto al resto della Liguria - e la danno anche le autorità, sindaco Marco Bucci in testa. E proprio per far fronte a una situazione che nelle settimane appena passate ha portato a emanare due ordinanze specifiche - una sul centro storico inizialmente, una seconda sulle altre “zone rosse” rappresentate da Cornigliano, Rivarolo, Certosa e Sampierdarena - in queste ore Alisa e il Comune stanno mettendo a punto una mappatura dei contagi che ha valenza doppia.

Le due mappe, una sulle zone in cui il virus circola di più e una su quelle in cui si può creare potenziale assembramento, potrebbero portare a nuove ordinanze restrittive e, di fatto, ad altri “mini lockdown”, come è nella facoltà dei sindaci da dpcm. Il premier Giuseppe Conte, domenica sera, aveva infatti confermato che i sindaci hanno la facoltà di chiudere strade, piazze o quartieri in caso di necessità, una competenza che i sindaci, così come è stata formulata, hanno rigettato, chiedendo all’unanimità (a voce del presidente di Anci, Antonio Decaro) maggiore supporto e coordinazione con il governo. Servono risorse, economiche e di personale, per chiudere interi quartieri, e farlo ogni volta che si presenta la necessità senza coordinamento, sottolineano i sindaci, può diventare molto complesso.

Il sindaco Bucci, che di ordinanze ad hoc ha ormai parecchia esperienza, non si scompone troppo: «Quella di domenica è stata una serata parecchio movimentata,  tra dichiarazioni del presidente del consiglio, nuovo dpcm e dichiarazioni di Anci - ha detto lunedì sera - a situazione ora sembra più chiara: c’è la possibilità per i sindaci e le autorità locali, insieme con il prefetto, di adottare provvedimenti, ma per fare certe cose come la chiusura di certe aree della città è necessario avere la capacità finanziaria e di risorse di polizia».

Partendo da questo presupposto, Bucci ha confermato che Genova è sotto i riflettori, e che la situazione in città è molto variegata: «Ci sono aree in cui ci sono tanti positivi, e altre dove non ce n’è neppure uno - ha chiarito - Adesso dobbiamo vedere queste aree e metterle in congiunzione con quelle dove ci può essere potenziale affollamento. Abbiamo dunque due mappe, le confronteremo e vedremo quali sono le aree in cui prendere provvedimenti. Martedì faremo una riunione tecnica e faremo le nostre proposte al prefetto e al comitato di sicurezza».

Le zone più critiche, al momento, sembrano essere quelle in cui è già in vigore la specifica ordinanza. Ma i contagi si sono allargati anche ad alcune aree del ponente cittadino, e non è escluso che vi possano essere nuovi provvedimenti su misura. Il Comune lavora, intanto, di concerto con il ministero per mettere a punto un nuovo piano trasporti che vada incontro alle necessità degli studenti e che si sposi con quanto previsto nel nuovo dpcm, e cioè ingressi scaglionati e dopo le 9 per gli studenti delle scuole superiori.

«Sappiamo che c’è una criticità, e stiamo preparando un piano alternativo per l’ingresso differenziato», ha confermato Bucci, chiarendo che si sta pensando anche di modificare l’ordinanza genovese sul punto in cui si parla di distributori automatici: «Stiamo valutando se aprirli durante il giorno in alcune fasce orarie, a patto che ci sia qualcuno che possa vigilare. Resteranno invece chiusi di notte, in assenza di controllo, perché sono luoghi di potenziale assembramento».

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