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Coprifuoco, il mondo del turismo nell’incertezza: «Siamo in bilico, dateci una data certa per la fine»

Il presidente della Regione Giovanni Toti annuncia copertura sanitaria contro il covid per i turisti che arrivano in Liguria, ma per le associazioni senza l’abolizione del coprifuoco la ripresa resta ferma

Nei giorni in cui la Regione Liguria annuncia l’intenzione di offrire una polizza di copertura sanitaria ai turisti che soggiorneranno in Liguria dal 1 giugno al 31 dicembre contro il contagio da coronavirus, il mondo del turismo aspetta di poter finalmente ripartire e chiede una cosa sola: abolire il coprifuoco per consentire finalmente la piena ripresa di un settore fermo ormai da oltre un anno, con l’unica eccezione della breve riapertura estiva.

«Auspichiamo che il Parlamento in fase di conversione del decreto “Riaperture” indichi una data precisa della fine del coprifuoco per non compromettere la stagione estiva e per far ripartire il turismo e il commercio - ha detto Barbara Banchero, segretario Cna Genova - Si tratta di una misura che risulta ancora più urgente alla luce dello sforzo che Regione Liguria sta facendo affinché i settori ripartano e si possa finalmente lavorare per il rilancio e lo sviluppo».

Indispensabile, per il comparto turismo, avere una data certa di abolizione del coprifuoco delle 22: il governo al momento ha stabilito con il decreto che tale resterà sino al 31 luglio, ma sono giorni ormai che si dibatte a livello politico su una cancellazione o, in alternativa, sulla posticipazione alle 23. A oggi sembra che ci sia un timido accordo nella maggioranza per rivedere i tempi e le misure a metà maggio, un’apertura che sembra mettere d’accordo anche Lega e Matteo Renzi, che avevano criticato il mantenimento della misura dalle 22 alle 5.

Le discriminanti restano andamento della curva e della campagna vaccinale, ma l’incertezza non aiuta a programmare una ripartenza: «È molto difficile vendere pacchetti turistici, prenotare camere e viaggi senza certezze sul calendario - prosegue Banchero - Tale condizione rappresenta il coerente completamento delle misure contenute nel decreto sulle riaperture per le attività legate al turismo quali ristorazione, centri termali, piscine, sport, palestre, fiere e convegni, spettacoli«.

Poi i numeri di una categoria che attende la ripartenza e che è di fatto fermo da mesi: 33mila addetti del settore alberghiero (2,3 milioni di posti letto) e oltre 183mila del settore extra -alberghiero (2,8 milioni di posti letto), 13mila tra agenzie di viaggio, tour operator e guide turistiche, 30mila stabilimenti balneari, 6mila bus turistici.

«Lo stesso commercio, con lo shopping turistico, potrà contare su una voce importante per il proprio giro d’affari con oltre 18 miliardi di euro», conclude Banchero.

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