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Venerdì, 19 Aprile 2024
Coronavirus

Pronto soccorso 'in tilt', indaga la procura

L'indagine è agli albori e non ci sono indagati. Il punto su cui s'intende fare luce sono gli eventuali ritardi nell'attivare un piano sanitario capace di fare fronte alla recrudescenza del virus

L'intasamento dei pronto soccorso genovesi è arrivato all'attenzione della procura di Genova, che ha aperto un'inchiesta in modo da poter svolgere accertamenti. Al momento non ci sono indagati. Il Codacons ha già fatto sapere di volersi costituire parte offesa e annuncia un esposto alle procure di Savona, Imperia e La Spezia affinché aprano indagini sul territorio alla luce dei possibili reati di abuso e omissione di atti d'ufficio e concorso in epidemia.

Per la terza volta, giovedì 22 ottobre 2020, GenovaToday ha testimoniato il notevole numero di ambulanze, ferme in attesa di avere indietro le barelle. Oggi abbiamo intervistato Angelo Gratarola, responsabile dei dipartimenti di emergenza urgenza per Alisa, che ha rivolto un appello ai genovesi di recarsi al pronto soccorso solo quanto accusano sintomi respiratori, restando altrimenti a casa e contattando il medico di famiglia.

«Chiediamo alle procure della Repubblica della Liguria di verificare se vi siano stati ritardi od omissioni sul fronte della sanità pubblica - spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi -. L'aumento dei ricoveri presso i reparti di terapia intensiva rischia di saturare a breve i posti letto a disposizione, ed è indispensabile capire se i vertici regionali della sanità abbiamo messo in atto tutte le misure utili per garantire le cure necessarie ai malati di covid».

«Quanto avvenuto lo scorso marzo ha portato a un aumento delle risorse, sia in termini di finanziamenti che di numero di medici, in favore degli ospedali pubblici, proprio per contrastare sul lungo periodo l'emergenza coronavirus e garantire la salute dei cittadini: se tali risorse non sono state utilizzate correttamente dagli enti locali e se si arriverà al collasso dei reparti di terapia intensiva, chiameremo i vertici regionali a rispondere penalmente dei danni arrecati alla collettività», conclude il Codacons.

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