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Sabato, 20 Aprile 2024
Coronavirus Centro Storico / Via San Luca

Coronavirus, i contagi sfondano i 3.000. Bucci: «Tolleranza zero in centro storico»

Al Galliera riapre il reparto covid, nella città vecchia il virus circola in maniera esponenziale e il Comune e la Regione promettono controlli serrati per il rispetto dell'ordinanza che impone la mascherina 24 ore su 24

Al termine della prima giornata in cui è entrata in vigore l’ordinanza che istituisce l’obbligo di indossare la mascherina 24 ore al giorno, a prescindere dalla distanza di un metro, in un’ampia porzione di centro storico, il sindaco di Genova Marco Bucci è categorico: «Ci sarà un piccolo periodo di tolleranza, ma le norme vanno rispettate». Tradotto, dopo le prime giornate di “rodaggio”, inizieranno a piovere multe di diverse centinaia di euro per chi non rispetterà la nuova ordinanza, sopratutto in vista del weekend e della movida.

Al Galliera riapre il reparto Covid

Giovedì erano 102 i nuovi positivi, mercoledì 108; i ricoverati 171, in crescita di 4 rispetto al giorno precedente, concentrati per la maggior parte nell’area di Genova, in particolare al Galliera, ospedale covid di riferimento del centro città, dove i posti letto occupati dai malati per coronavirus aumentato; i positivi in Liguria sfondano la soglia dei 3.000, come non accadeva più da maggio. 

Numeri che, come ha spiegato il governatore ligure Giovanni Toti, giustificano un’ordinanza «legata esclusivamente all’analisi epidemiologica della circolazione in città del virus. Attraverso gli uffici di trattamento e gli strumenti informatici di cui ci siamo dotati - ha spiegato Toti - abbiamo deciso di adottare blande misure, così come accaduto nel quartiere Umbertino di Spezia abbiamo fatto per alcune zone di Genova, ed è legato esclusivamente a dati di carattere medico scientifici: il centro storico è una delle zone dove è più difficile ovviamente evitare assembramenti ed è maggiormente concentrato il virus».

Il centro storico, insomma, diventa un sorvegliato speciale complice il cluster nato nella comunità bengalese, particolarmente numerosa e inserita in profondità nel tessuto economico e sociale della città. A questo si aggiunge un altro cluster nel centro migranti di via Nostra Signora della Guardia, a Bolzaneto, dove è positivo un richiedente asilo su due ma dove, sottolinea ancora Toti, la situazione è sotto controllo. Il timore di una seconda ondata partita in sordina, ma in grado potenzialmente di esplodere, è insomma reale, ed è la città vecchia, con il suo dedalo di vicoli in gran parte nascosti e le strette stradine, con le sue criticità e le sue fragilità, a spaventare di più.

Toti e Bucci: «Nessun rischio ad andare in centro storico, non strumentalizziamo»

Il presidente della Regione ha però voluto chiarire che la nuova ordinanza non deve tradursi in paura: «Non vuol dire che è pericoloso andare in centro storico - ha sottolineato - con le opportune precauzioni, come dovremmo fare sempre, si può andare, anche per non recare danno ai nostri commercianti e a chi in centro storico lavora». 

VIDEO | Centro storico, scatta la mascherina h24 tra qualche dubbio e rassegnazione

Una risposta alle perplessità dei commercianti, che temono la timida ripartenza dell’estate possa venire stroncata sul nascere, e alle polemiche nate non solo in seno all’opposizione - «Alcuni strumentalizzato ancora la sanità pubblica, no hanno imparato che non è servito», è stata la stoccata di Toti - ma anche dal presidente del Municipio Centro Est, il leghista Andrea Carratù, che ha espresso perplessità verso un provvedimento, e un messaggio, che potrebbe trasformare il centro storico in un lazzaretto.

Il sindaco Marco Bucci ha replicato seccamente alle polemiche: «Abbiamo fatto i primi controlli in centro storico, ho ricevuto commenti e informazioni dai cittadini e teniamo a precisare che la salute viene al primo posto: sulla salute non si fanno discussioni politiche, l’ho detto anche in consiglio comunale, se avessimo avuto un focolaio in cima al monte Fasce avremo chiuso il monte Fasce. Il focolaio è in centro storico e abbiamo messo le mascherine lì, non c’è nessuna manovra dietro».

Poi dal primo cittadino è arrivato un appello più volte avanzato anche durante i lunghi mesi di lockdown: «È importante che tutti i cittadini genovesi rispettino le regole, mettendo le mascherine in centro storico. Non c’è alcun motivo per non andare nei ristoranti, nei bar e nei negozi del centro storico, basta rispettare tutte le misure per evitare problemi commerciali: sarebbe facile fare un nuovo locdown ma sarebbe inopportuno, dobbiamo evitare un grande sacrificio economico più avanti con un sacrificio ora.

Centro storico: superati i 3 casi per 10mila abitanti

Il direttore della prevenzione di Alisa, Filippo Ansaldi, è quindi entrato nel dettaglio della situazione genovese, spiegando che «sul Comune di Genova i nuovi casi globalmente non sono particolarmente elevati, rientrano nel trend di aumento di casi che caratterizza paese, ma ci siamo trovati di fronte a una situazione particolare», chiarendo che in centro storico il virus circa in maniera esponenziale: 10 volte superiore a quanto osservate in estate, con oltre 3 casi per 10mila abitanti.

Caos confini, arrivano le precisazioni. Bucci: «Mi scuso se non erano chiari»

Sul caos suscitato dall’ordinanza arrivata mercoledì sera, con confini non chiari e quindi difficoltà a capire dove effettivamente la mascherina vada indossata 24 ore su 24 a prescindere dal distanziamento, è arrivata giovedì una precisazione della Regione tramite una “faq”. 

«Mi scuso se l’ordinanza non era chiara - ha detto Bucci - ora sono state fatte faq molto precise e dovrebbe essere tutto chiaro». 

Ecco le precisazioni della Regione: «L’ambito geografico di applicazione delle misure disposte dall’ordinanza n. 63/2020 è da intendersi riferito esclusivamente al “centro storico” del Comune di Genova, come delimitato nei confini Nord e Sud, rispettivamente, dalle vie indicate nella suddetta ordinanza: via Marinai d’Italia, via Fanti d’Italia, via Andrea Doria, via Balbi, Piazza della Nunziata, via Paolo Emilio Bensa, largo Zecca, via Cairoli lato Sud, piazza della Meridiana, via Garibaldi lato Sud, Piazza delle Fontane Marose, via XXV Aprile, piazza Giacomo Matteotti, via Porta Soprana, via del Colle, via Eugenio Ravasco, via Madre di Dio, barriere doganali del Porto. Il richiamo alle Vie citate nell’ordinanza è infatti funzionale soltanto a circoscrivere e delimitare l’area geografica oggetto delle nuove misure. Nelle medesime vie non trova applicazione l’ordinanza». 

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