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Coronavirus: Toti promette 50mila vaccini settimanali, dall'1 all'8 marzo sono stati 21.587

Il governatore critica «questa nuova e un po' assurda gara che talvolta si scatena sugli organi di stampa» relativa all'andamento della campagna vaccinale, ma, al di là dei proclami, forse qualcosa non va proprio come dovrebbe

Come procede la campagna vaccinale contro il coronavirus in Liguria? Al di là dei proclami da parte di chi governa e delle critiche dei politici di opposizione, basta dare un'occhiata ai numeri. Stando al bollettino fornito dalla Regione lunedì 1 marzo, a quella data le dosi somministrate ammontavano a 124.896. Il bollettino dell'8 marzo riporta 146.483 dosi somministrate.

Basta sottrarre il primo valore dal secondo per ottenere 21.587, ovvero il numero delle dosi somministrate nella prima settimana di marzo, un numero ben lontano dai «50mila vaccini settimanali effettuati dal sistema sanitario regionale» di cui ha parlato lunedì sera il presidente della Regione, Giovanni Toti, nel consueto punto stampa serale sull'emergenza.

Proprio quella sera il governatore annunciava «l'intenzione di pubblicare una manifestazione d'interesse per coinvolgere ulteriori soggetti privati nella catena di vaccinazione. Entro la prima metà di aprile, ai 50mila vaccini settimanali effettuati dal sistema sanitario regionale e dai medici di medicina generale, vorremmo aggiungere un'ulteriore quota di vaccini effettuati dalla sanità privata per accelerare il più possibile con la campagna di vaccinazione».

Intenzione ribadita anche durante il punto stampa di mercoledì sera. «Oggi ho incontrato esponenti della sanità privata a cui ho preannunciato una manifestazione di interesse per essere tra i primi ad aprire le vaccinazioni anche al loro mondo», ha detto Toti, che ha anche riferito di 18mila prenotazioni già prese dai medici di medicina generale fra martedì 9 e mercoledì 10 marzo.

Fatto sta che, nonostante le critiche del governatore a «questa nuova e un po' assurda gara che talvolta si scatena sugli organi di stampa», la Regione resta in fondo alla classifica per numero di dosi somministrate in proporzione a quelle consegnate. Il report sui vaccini anti covid-19 sul sito del ministero della Salute vede la Liguria al terz'ultimo posto, davanti solo a Calabria e Sardegna (dato aggiornato alle ore 6 di giovedì 11 marzo 2021).

Coronavirus, il bollettino del 10 marzo

Dunque, lasciando un attimo perdere le previsioni di 50mila vaccini a settimana a partire da lunedì 15 marzo, la situazione al momento parla di 5.532 effettuati fra martedì 9 e mercoledì 10 marzo. Dando questo valore per medio e moltiplicandolo per sette, si ottiene 38.724 come stima delle dosi somministrate al momento a settimana.

E non è così scontato che l'ingresso in campo dei medici di medicina generale dia davvero una svolta alla campagna. «Il sistema di prenotazione dei vaccini tramite i medici di base per il personale scolastico è saltato - accusa Ferruccio Sansa, capogruppo Lista Sansa in Consiglio Regionale -. L'ennesimo caos del 'sistema Toti'. Bisogna subito sbloccare la piattaforma e fare partire la campagna vaccinale».

«Ci giungono in queste ore centinaia di segnalazioni da insegnanti e medici di base - prosegue Sansa -: il sistema di prenotazione è completamente in tilt, neanche si riesce a inserire i dati. Un altro annuncio di Toti si è trasformato in un flop clamoroso alla prova dei fatti. Un fatto gravissimo, tanto più se si considerano tutte le risorse impiegate in Liguria Digitale e che si va a sommare con i ritardi e la confusione della vaccinazione over 80 e delle categorie fragili».

«In questo momento la Liguria è maglia nera del sistema vaccinale, altro che modello - conclude l'ex candidato alla presidenza della Regione -. Bisogna invertire questa tendenza da subito: Liguria Digitale ed Alisa lavorino immediatamente per ripristinare il sistema e renderlo efficiente. E Toti chieda scusa ai cittadini liguri e alla popolazione scolastica».

Fa eco Gianni Pastorino, consigliere regionale di Linea Condivisa. «Altro che modello Liguria, il piano vaccinale che parte oggi è in piena confusione - si legge in un post pubblicato martedì 9 marzo -. Meno di 24 ore fa Regione Liguria, attraverso la propria pagina Facebook, comunica un cambio di passo repentino del piano vaccinale. Partiamo dal principio: da oggi, martedì 9 marzo, a partire dalle 14, si aprono le prenotazioni per ultravulnerabili, vulnerabili, personale scolastico, polizia locale, uffici giudiziari, protezione civile e fascia 18-80 anni con patologie. Sul come queste dichiarazioni diventeranno realtà, nessuna risposta chiara e concreta».

«La Regione - prosegue Pastorino - non si è coordinata adeguatamente con i medici di medicina generale, non ha attivato un numero adeguato di ambulatori per vaccinarsi, non ha assunto, anche a tempo determinato, nuovo personale sanitario da formare e utilizzare esclusivamente per la somministrazione dei vaccini».

«Ad esempio a Genova - spiega Pastorino -, con soli 4 ambulatori per distretto per le vaccinazioni attive, facendo 'i conti della serva', i medici di medicina generale avranno un turno ogni 2 settimane (una circolare di Alisa, datata 22 dicembre 2020, impone la disponibilità di un defibrillatore per ogni sito vaccinale ndr.). È questa l'idea di Toti di 'accelerazione'? Prima si era deciso, di comune accordo con i mmg, che più razionalmente e semplicemente sarebbero stati somministrati i vaccini AstraZeneca dal medico di turno in ambulatorio a tutti coloro, nella propria Atf, che ne avessero fatto richiesta prenotandosi. Con le nuove linee guida, invece, questo processo subirà inevitabili rallentamenti».

«La programmazione ligure per la somministrazione dei vaccini somiglia tanto al ballo del pinguino: 1 passo avanti e 3 indietro - accusa il consigliere di Linea Condivisa -. Nell'ottica di accelerare con l'inoculazione dei vaccini, dal 9 marzo la prenotazione è aperta a tutti i pazienti, con patologie, dai 18 agli 80 anni. In questo modo sono state accontentate tutte le persone che vorrebbero vaccinarsi il prima possibile, senza prendere nessuna decisione, senza organizzare alcuna strategia che metta davvero in sicurezza la nostra popolazione (stiamo parlando per esempio di malati oncologici, persone affette da malattie rare) e senza garantire il funzionamento dei nostri servizi (scuola, forze dell'ordine, vigili del fuoco etc)».

«Una decisione di buon senso - insiste Pastorino - sarebbe stata quella di dare la precedenza a fasce di età più a rischio (50 – 80 anni) con patologie, e di attrezzarsi e organizzarsi prima di annunciare pomposamente sui social un cambio di rotta. Nell'imminente futuro il vaccino Johnson & Johnson verrà approvato e, con ogni probabilità, sarà distribuito in Italia all'inizio della prossima settimana. Quante dosi di Johnson & Johnson arriveranno in Liguria? E quando? Come saranno distribuite?».

«Il presidente Toti dichiara che bisognerebbe copiare il modello Liguria ma, a nostro giudizio, questo modello naviga a vista, senza una programmazione di lungo periodo, chiara e complessiva - conclude Pastorino -. In una regione in cui si assiste a un vorticoso aumento dei contagi, sembra che tutto sia lasciato al caso e alla buona disponibilità di alcune categorie. Le indicazioni date alla popolazione si contraddicono da un giorno all'altro».

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