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La bozza del nuovo Dpcm Draghi: cosa si può fare e non fare dal 6 marzo al 16 aprile

Mentre il testo provvisorio del 26 febbraio del decreto ministeriale è stato inviato alle Regioni e si attende l'ok per lunedì c'è un nodo scuola da sciogliere: l'ipotesi prevede la Dad in tutti gli istituti nelle zone rosse regionali o dove si registra il superamento di una determinata soglia di incidenza

Il nuovo Dpcm di Mario Draghi chiuderà le scuole nelle zone rosse e dove ci sono alti indici di contagio? Mentre la bozza del 26 febbraio del decreto ministeriale, il primo del nuovo governo, come spiega Today.it, è stata inviata alle Regioni (e si conferma la stretta per barbieri e parrucchieri nelle zone rosse) e si attende la sua approvazione tra oggi e domani, un punto è in particolare in discussione: quello della didattica in presenza. Sulla quale ci si avvia verso un passo indietro come volevano i governatori. 

Perché le scuole sono a rischio chiusura

La modulazione nella chiusura degli istituti scolastici, ipotesi su cui si discute oggi, è frutto di una valutazione del Comitato Tecnico Scientifico: ci sarebbe un impatto delle scuole sui nuovi contagi, spiegano le fonti, ma sarebbe differenziato da zona a zona e per questo bisogna rimodulare le misure su base provinciale e comunale, non regionale. L'ipotesi che prevale, per ora, è quella di prevedere la Dad in tutte le scuole nelle zone rosse regionali o locali o dove si registra il superamento di una determinata soglia di incidenza che dovrebbe essere di 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. L'altra ipotesi, che non è stata oggetto dell'incontro ma riguarda ambienti esterni al Comitato, è di valutare l'incidenza di 100 contagi settimanali su 100mila abitanti e viene supportata da altre componenti. Non solo chiusure: con la stabilità dei contagi in zona gialla per tre settimane consecutive, le attuali disposizioni sulle lezioni in presenza non dovrebbero cambiare. Quando il verbale del Cts sarà definito, sarà allegato uno studio dell'Iss, sul quadro dei contagi nelle scuole. Ma, aggiunge il Fatto Quotidiano, quanto alle zone arancioni, destinate a diventare maggioritarie, il Cts non esclude eventuali chiusure decise in sede territoriale. 

A confermare la necessità di una stretta sugli istituti scolastici c'è anche uno studio dell'Istituto Superiore di Sanità che traccia l'andamento dei contagi in età scolare da settembre a gennaio e che arriva fino a inizio febbraio. La curva accelera dopo metà gennaio, quando cambia l'andamento nella fascia 10-19 che comincia ad aumentare mentre in quella 0-9 si mantiene sensibilmente più bassa, con 200 casi ogni 100mila abitanti. Dai dati, comunque, emerge chiaramente che in tutto il periodo la fascia con tendenza ad avere incidenza maggiore sia quella 20-29 anni, escludendo gli ultra 90enni i cui contagi oltretutto risultano in forte calo per effetto dei vaccini. Il governo Draghi dovrà quindi prendere rapidamente una decisione, considerando che il tema è quello politicamente più sensibile visti gli effetti che avrà sulla vita di tutti i giorni dei genitori: per questo la gran parte delle Regioni ha fatto di tutto per far decidere l'esecutivo anche se alcune, come la Campania, nel frattempo si sono mosse autonomamente. 

Da domani torna infatti la didattica a distanza in Campania, Basilicata e Abruzzo (il Molise sta valutando, in Puglia gli studenti sono a casa dal 23 febbraio). Nelle altre regioni sono state predisposte chiusure a livello locale: come nelle province di Bolzano, Brescia, Perugia, Siena e Pistoia; in 8 comuni bergamaschi, in 31 del Ponente ligure e in 6 del Lazio; ad Ancona e a Macerata nelle Marche; in Emilia-Romagna scuole e università chiuse a Bologna e Imola (restano aperti solo nidi e materne). Intanto però, segnala il Corriere della Sera, da gennaio i congedi parentali Covid non esistono più. Le madri sono costrette a utilizzare ferie e permessi per stare a casa con i figli in quarantena o in Dad. Una condizione che sarà sempre più frequente nelle prossime settimane, a causa di mini-lockdown che punteggiano l’Italia. L'epidemiologo Pier Luigi Lo Palco, assessore alla Sanità in Puglia, dice che per le scuole potrebbe essere necessario andare anche oltre le date dei dpcm e dei decreti legge: "Comunque, il rischio che i ragazzi si infettino tra loro, portando poi il virus a casa, resta. A prescindere dalla vaccinazione degli insegnanti. Fosse per me, manterrei la didattica a distanza prevalente fino a fine aprile". 

Nuovo Dpcm Draghi: la scuola e il nodo dei congedi parentali Covid-19

Ieri intanto è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale l'ordinanza del ministero della Salute sulle regioni in zona rossa, arancione e gialla, che cambia il colore per Lombardia, Piemonte e Marche (zona arancione) e per Basilicata e Molise (zona rossa) oltre che per la Sardegna (zona bianca), mentre la Liguria torna in giallo. In base alle decisioni di Roberto Speranza sono ricomprese: 

  • nella zona gialla: Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Puglia, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto;  
  • nella zona arancione: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Umbria;
  • nella zona rossa: Basilicata, Molise. 
  • nella zona bianca: la Sardegna, tranne le aree in rosso.

Istituita nel Dpcm del 14 gennaio 2021, la cosiddetta zona bianca è quella nella quale si collocano le Regioni con un livello di rischio "basso" e una incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti. In tale area non si applicano le misure restrittive previste dai Dpcm per le aree gialle, arancioni e rosse, ma le attività si svolgono secondo specifici protocolli: resta obbligatoria la mascherina all’aperto e al chiuso e il distanziamento di almeno un metro tra le persone. Intanto però, segnala Repubblica, in una lettera il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini ha espresso apprezzamento al premier per aver accolto alcune raccomandazioni dell'ente nella bozza del nuovo Dpcm la cui approvazione si attende per domani: i singoli governatori invieranno proprie osservazioni, ma la conferenza non farà opposizione alle prime misure anti-pandemia del governo.

Ci sono già sei Regioni — Marche, Molise, Abruzzo, Campania, Basilicata e Puglia — più una Provincia autonoma, l’Alto Adige, con limitazioni totali per le scuole o riservate solo alle superiori, ma queste restrizioni dipendono da decisioni prese dalle giunte regionali, non dal governo. Intanto oggi in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera il governatore del Veneto Luca Zaia si appella al nuovo premier: "Faccio appello al presidente Draghi affinché valuti con la sua obiettività scevra da retaggi ideologici l’apertura o la chiusura delle scuole, l’obiettivo deve essere la salute. Il Cts ammette la relazione tra scuole e contagi, con la previsione di chiudere da qualche parte. Ma il problema c’è o non c’è? Pensare che si possa chiudere a macchia di leopardo, sapendo che il virus non conosce confini, alla fine ci porterà a chiudere ovunque. Meglio una chiusura breve ora che un’agonia trascinata per settimane". 

Bozza nuovo Dpcm Draghi: cosa si può fare e non fare dal 6 marzo fino al 6 aprile

In base alle regole che saranno definite dal nuovo Dpcm è possibile riepilogare cosa si può fare e non fare dal 6 marzo fino al 6 aprile, ricordando che gli spostamenti tra regioni sono sempre vietati, i trasferimenti nelle seconde case sono ammessi solo nelle zone gialle e arancioni e che in automobile non si può salire in più di tre persone insieme.

Nella zona gialla: 

  • è in vigore il coprifuoco: si può uscire di casa dalle 5 alle 22, nei ristoranti e nei bar si può andare solo fino alle 18 e nei centri commerciali ci si può recare solo dal lunedì al venerdì; 
  • c'è la deroga per parenti e amici: si possono andare a trovare una volta al giorno, tra le 5 e le 22, due persone, oltre ai minori di anni 14 sui quali esercitano la potestà genitoriale;
  • è possibile andare dal parrucchiere o dal barbiere, nei centri estetici e nei parchi
  • sarà possibile dal 27 marzo andare a cinema, a teatro e nei musei;
  • è possibile andare nelle seconde case se non si trovano in zona rossa; 

Nella zona arancione:

  • è in vigore il coprifuoco: si può uscire di casa dalle 5 alle 22; non si può andare al bar o al ristorante ma si può prendere cibo da asporto dai bar fino alle 18 e dai ristoranti fino alle 22;
  • c'è la deroga per parenti e amici: si possono andare a trovare una volta al giorno, tra le 5 e le 22, due persone, oltre ai minori di anni 14 sui quali esercitano la potestà genitoriale;
  • è possibile andare dal parrucchiere o dal barbiere, nei centri estetici; 
  • è possibile fare attività motoria all'interno del comune di residenza, raggiungere le seconde case fuori dal comune o dalla regione (ma non se si trovano in zona rossa),  andare nei negozi e nei centro commerciali (dal lunedì al venerdì); 
  • non si può uscire dal comune di residenza se non per i motivi, di lavoro, salute, estrema necessità e urgenza; andare al cinema o a teatro, andare in palestra o in piscina;
  • è necessaria l'autocertificazione per gli spostamenti  (potete scaricare il modulo qui).

Nella zona arancione scuro (le regole però sono declinate territorialmente):

  • è in vigore il coprifuoco: si può uscire di casa dalle 5 alle 22;
  • si può prendere cibo da asporto al bar prima delle 18 e al ristorante prima delle 22, andare a trovare parenti e amici con la deroga;
  • andare a scuola se le ordinanze regionali o comunali non lo hanno vietato; 
  • non è possibile uscire dal proprio comune se non per motivi di salute, necessità, lavoro e non si può andare nelle seconde case; 
  • è necessaria l'autocertificazione per gli spostamenti  (potete scaricare il modulo qui);
  • è possibile fare attività motoria e attività sportiva all’aperto (ma questo potrebbe essere vietato dalle ordinanze comunali e regionali che hanno disposto il rafforzamento delle misure restrittive). 

Nella zona rossa:

  • è possibile uscire di casa, dal proprio comune e dalla propria regione soltanto per comprovate esigenze di lavoro, salute e urgenza con autocertificazione (potete scaricare il modulo qui);
  • si può andare al supermercato e nei negozi di generi di prima necessità; gli altri negozi sono chiusi;
  • se si è separati o divorziati si può uscire dal proprio comune per raggiungere i figli;
  • è vietato andare nelle seconde case fuori dal comune di residenza, visitare parenti e amici, mangiare al bar o al ristorante, fare attività motoria o sportiva lontano dalla propria abitazione, andare a scuola. 

Didattica a distanza nelle scuole di ogni ordine e grado, e quindi edifici scolastici chiusi, nelle regioni, province e comuni in zona rossa, nelle zone ad alta incidenza (250 casi ogni 100mila abitanti in sette giorni) e in tutte le aree dove sono state adottate misure stringenti di isolamento "in ragione della circolazione di varianti virali con alto rischio di diffusività": è questa l'indicazione contenuta nel verbale che il Cts ha stilato al termine delle due riunioni che si sono tenute, ieri sera e questa mattina, per rispondere al quesito posto dai governatori sull'impatto della scuola sulla curva alla luce della circolazione delle varianti. Le indicazioni potrebbero essere inserite come nuove misure di contenimento nel prossimo Dpcm.

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