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Mancano le bombole per l’ossigeno, l’appello dei farmacisti ai clienti: «Riportatecele»

La carenza denunciata negli ultimi giorni non riguarda la sostanza, quanto i contenitori: senza le bombole è impossibile prescriverlo a pazienti che ne hanno bisogno, in particolare quelli positivi al coronavirus

La carenza di ossigeno per la cura a casa dei pazienti covid positivi (e non solo) si fa sentire anche in Liguria, non tanto per la mancanza della sostanza in sé, quanto per quella dei contenitori.

Le bombole in cui l’ossigeno gassoso viene contenuto, infatti, scarseggiano, e i farmacisti genovesi e liguri sono in difficoltà, non riuscendo a rispondere alle prescrizioni dei medici e al fabbisogno dei malati: «Il problema si è manifestato due settimane fa - conferma il dottor Giuseppe Castello, presidente di Federfarma Genova - prontamente abbiamo segnalato come farmacisti la problematica alle Asl e ad Alisa, che si è immediatamente attivata e nel giro di mezza giornata ha dato la possibilità al medico di medicina generale di prescrivere l’ossigeno liquido e  alle farmacie di consegnarlo. La carenza non è tanto nella produzione di ossigeno, perché le aziende sono in grado di produrlo in maniera adeguata, quanto nei contenitori per l’ossigeno gassoso. Per l’ossigeno liquido i contenitori ci sono, ma sono bombole molto grosse che vengono usate in ospedale o per pazienti cronici».

Castello conferma la difficoltà a reperire contenitori per l’ossigeno gassoso, che viene utilizzato a domicilio soprattutto per la cura dei pazienti affetti da coronavirus: «La problematica c’è ed esiste, ed è collegata ai recipienti, noi abbiamo come farmacie genovesi e liguri emanato una circolare con i manifesti da affiggere in farmacia per ricordare alle persone di riportare in farmacia i contenitori vuoti o non utilizzati in maniera non continuativa, in modo da poter assicurare a chi ne ha bisogno la fornitura di ossigeno». 

«È una questione di senso civico e di rispetto del prossimo - prosegue Castello - ci sono persone che a causa anche del covid hanno difficoltà pazzesche di respirazione: mi è capitata una persona dimessa, che oltre alle difficoltà oggettive aveva anche paura, dopo quello che aveva passato, di non riuscire a respirare. Avere una bombola di ossigeno in casa per lei era fondamentale: oltre a salvare la vita, ne migliora anche la qualità».

La cosa importante per i farmacisti, primo presidio in ambito sanitario nella lotta al coronavirus, è dunque recuperare le bombole di ossigeno gassoso finite o non utilizzate: «Non c’è carenza di ossigeno, ma delle bombole - ci tiene a sottolineare Castello - Chi ne ha casa le riporti nella farmacia dove l’ha presa, consentendo il riciclo».

Delle cure a domicilio, d’altronde, tanto si è parlato nei giorni corsi, soprattutto dopo la diffusione del protocollo per la cura dei pazienti affetti da coronavirus a casa. Il direttore della Clinica Malattie Infettive del San Martino, Matteo Bassetti, si è occupato di tracciare le linee guida da condividere con i medici liguri, e falle farmacie confermano che la vendita dei farmaci indicati è aumentata.

«Le prescrizioni si vedono e aumentano, sia per il paracetamolo sia per il tipo di antibiotico che è stato indicato nelle linee guida - conferma Castello - lo vediamo prescritto in ricette e prescrizioni di medici ospedalieri o generici. Ho avuto segnalazioni di persone che senza passare dal medico hanno chiesto la terapia direttamente al farmacista, ma sono state tutte dirottate sul servizio di sanità pubblica o il medico curante, a meno che non si parli del farmaco senza prescrizione che viene prescritto anche nella terapia covid, il paracetamolo. I farmacisti non possono prescrivere o dare una terapia, è importante che si ricordi questo. Come è importante cercare di non ammassarsi nelle farmacie,  diluendo gli accessi nell’arco della giornata un po’ come accade per altre tipologie di negozi».

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