Bassetti su proroga green pass dopo marzo: "Sarebbe solo mostrare i muscoli, scelta politica e non sanitaria"
Il direttore della clinica Malattie Infettiva del San Martino di Genova: "Potrebbe restare per far visita ai parenti nelle rsa o per prendere una aereo"
"Chi non si vaccina sbaglia", ribadisce Bassetti. "Con tre dosi contagiamo molto meno dei non vaccinati - spiega l'infettivologo a Genova Today - le cariche virali sono molto più basse e la durata della positività è ridotta a massimo 3-4 giorni contro i 10-14".
"Bisogna però domandarsi se ha senso continuare a utilizzare il green pass come è stato fatto negli ultimi tempi ovvero come una sorta di obbligo indiretto di vaccinazione". Così il direttore della clinica Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, commenta anche quanto affermato da Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, che in un'intervista ha suggerito di non togliere l'obbligo del certificato verde per tutto il 2022.
"Io credo che il green pass esaurirà il suo compito al 31 marzo ma perchè dico questo? Perchè più di così non riuscirà ad ottenere in termini di vaccinazioni e dunque ha esaurito il suo ruolo. Chi non si è vaccinato finora non si vaccinerà. Andare oltre il 31 marzo è mostrare i muscoli per un gioco che non vale la candela".
Toglierlo del tutto o lasciarlo per alcune attività? "Il green pass potrebbe essere lasciato per quelle più rischiose, come andare a visitare una persona in una rsa o in un ospedale per cui forse è meglio sapere di essere vaccinati o sapere di essere guariti o magari per prendere un aereo? Stopparlo al 31 marzo non vuol dire eliminarlo del tutto: un domani se si ritiene che tutti debba fare un'altra dose di vaccino si riattiverà per un periodo in cui si dirà che per fare certe attività è meglio essere guariti o protetti in maniera adeguata".