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Coronavirus

Covid, Bassetti: "Si chiude la settimana più difficile della quarta ondata"

Il professore: "Dispiace rilevare come l’85% dei ricoveri di questa settimana siano stati rappresentati esclusivamente da persone non vaccinate"

"Per le Malattie Infettive si chiude la settimana forse più difficile di questa quarta ondata, con un carico assistenziale che, dall’Epifania in poi, si è fatto progressivamente più pesante. Prova ne è che oggi il reparto di Malattie Infettive del San Martino è completamente pieno". Così Matteo Bassetti, responsabile della clinica Malattie Infettive del San Martino commentando il report settimanale dell'Iss.

"Dispiace rilevare come l’85% dei ricoveri di questa settimana siano stati rappresentati esclusivamente da persone non vaccinate - aggiunge il professore - nelle quali la malattia decorre in maniera molto aggressiva. Siamo di fronte ad una circolazione ancora importante della variante Delta, così come anche di Omicron; un’infezione che, nei non vaccinati, richiede molto lavoro. Siamo di fronte al momento peggiore dell’anno per questa infezione, con molti contagi e molti ricoveri".

"La situazione nei vaccinati è invece molto diversa, con una malattia attenuata dagli effetti del vaccino, che richiede pochi giorni di ospedalizzazione. Abbiamo contestualmente iniziato, mercoledì scorso, ad utilizzare molto il Molnupiravir, che ci permette di chiudere la settimana con 30 trattamenti. Continuiamo anche ad utilizzare i monoclonali, sebbene in misura minore e anche l’approccio fast track in collaborazione con i medici di medicina generale, continuando ad avere accessi anche da questo punto di vista. Ci auguriamo - conclude Bassett - che la prossima settimana possa essere migliore".

In Liguria incidenza oltre i 1000 casi su 100mila abitanti

"Abbiamo osservato un incremento di incidenza anche in questa settimana che ha superato i 1000 casi ogni 100.000 casi. L’incidenza è omogena nelle quattro province liguri. Il driver dell’epidemia continua a essere quella delle fasce più giovani, in particolare 6-12 anni e 13-19 anni che hanno un tasso di incidenza 5 volte superiori di quella degli over 65", ha spiegato Filippo Ansaldi, direttore generale Alisa
"Riguardo alla permanenza in zona gialla ricordiamo che ai fini della valutazione di rischio della regione, giocano un fattore fondamentale gli indicatori sulla pressione ospedaliera. La cabina di regia valuta i posti letto occupati alla luce dei posti attivi e attivabili. Ad oggi il dato sulla pressione ospedaliera sulle terapie intensive ci dice che il 19% dei posti letto attivi o attivabili sia occupato, mentre per la media intensità è pari al 34%. Essendo uno dei due indicatori al di sotto della soglia della zona arancione (limite del 20% sulla terapia intensiva), il quadro di rischio resta giallo".
 

Ospedali, reparti di media intensità in affanno

Si chiude una settimana difficile in termini di circolazione virale in tutta la Regione, che ha visto gli ospedali sottoposti a carico intenso, soprattutto per la media intensità, con necessità di conversione di posti letto di reparti di tipo medico, come previsto dal piano emergenziale di Alisa", ha detto Angelo Gratarola, responsabile Dipartimento interaziendale regionale di emergenza-urgenza.
"Le terapie intensive hanno invece mantenuto, nonostante tutto, una pressione contenuta, scendendo nelle ultime giornate a valori sotto soglia. Ringrazio tutti i colleghi anestesisti e rianimatori della Regione, che hanno usato la risorsa posto letto intensiva in maniera molto mirata".

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