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Brusco calo prime dosi, Bassetti: "Valutare green pass solo per vaccinati e guariti"

Da 75mila del 14 ottobre si è passati a diecimila prime dosi somministrate in tutta Italia nella giornata di sabato 23 ottobre

Anche il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, certifica il calo di nuovi vaccinati, nonostante l'estensione dell'obbligo di green pass, e propone una soluzione. "Ieri (23 ottobre 2021 ndr.) in tutta Italia meno di 10mila prime dosi di vaccino - sottolinea l'infettivologo - da 75mila del 14 ottobre. Il green pass così come è non spinge più come ci si augurava facesse".

"Forse varrebbe la pena rivederlo - prosegue -, rilasciandolo unicamente a chi è vaccinato o già immune per infezione pregressa e renderlo obbligatorio solo per alcune attività/ mansioni. Per metterci in sicurezza dobbiamo arrivare al 90% di immuni sulla popolazione generale entro Natale".

"Bisogna anche spingere di più sulle terze dosi ai fragili, agli anziani e ai sanitari. Abbiamo un buon vantaggio che dobbiamo saper amministrare. Guardiamo a quello che sta succedendo intorno a noi. Le cose vanno bene ma non è il momento di mollare", conlude Bassetti.

La tabella qui sotto comprende anche le terze dosi e proviene dal sito del governo.

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All'Adnkronos Bassetti ha anche commentato gli ultimi dati del monitoraggio covid della Cabina di regia Istituto superiore di sanità-ministero della Salute. Il lieve incremento dell'indice Rt e dell'incidenza, che stanno risalendo di settimana in settimana, "non deve preoccupare": sono "dati su cui vigilare, ma guardiamo gli ospedali dove i reparti covid sono quasi vuoti", ha detto Bassetti.

"Con l'85% della popolazione over 12 vaccinata con almeno una dose, e aggiungendo chi è immune naturalmente perché ha fatto gli anticorpi (avendo contratto l'infezione) siamo in grande sicurezza e manca poco alla certezza - prosegue l'infettivologo -. Ma se poi ci mettiamo che arriverà a brevissimo l'ok dell'Agenzia europea del farmaco Ema per il vaccino nei bambini di 5-11 anni, nei prossimi 2-3 mesi ci mettiamo in assoluta sicurezza".

"L'indice Rt sicuramente va guardato, ma ci sono stati altri momenti in cui è cresciuto, come sta accadendo anche con l'incidenza, a fronte comunque di una situazione ospedaliera sotto controllo - analizza Bassetti -. Dobbiamo cambiare il modo di guardare a questa infezione. In una prima fase come quella dell'anno scorso potevamo parlare di incidenza perché non c'era l'effetto protettivo dei vaccini, e quindi avere tanti casi significava avere anche molti malati gravi, ricoveri in terapia intensia e decessi".

"Oggi è tutto diverso - rimarca l'infettivologo -. Non dobbiamo guardare l'Rt e l'incidenza: certo occorre vigilare, ma vanno tenuti sotto osservazione i ricoveri in ospedale, dove mi pare che la situazione è di numeri assolutamente gestibili senza bisogno di aprire nuovi reparti o di mettere risorse sul covid spostandole da altre patologie".

Bassetti evidenzia anche i problemi che potrebbero arrivare nel prossimo futuro. "Ci aspettano i mesi freddi dove avremo un incremento in generale delle malattie respiratorie, l'influenza e il covid potrà tirare di nuovo tirare su la testa, ma non credo - conclude - che arriveremo a vedere i numeri del passato".

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