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Sansa e il Movimento 5 Stelle: «AstraZeneca non è un vaccino per giovani, stop agli open day»

I consiglieri regionali Ferruccio Sansa e Fabio Tosi sono intervenuti nel dibattito dopo i recenti casi all'ospedale San Martino di Genova con due donne ricoverate per trombosi e il ritiro in via precauzionale del lotto del vaccino con il quale erano state vaccinate

Il consigliere regionale Ferruccio Sansa, che nei giorni scorsi aveva pubblicato una lettera firmata da 24 medici riguardante le vaccinazioni anti covid con AstraZeneca agli under 55, è tornato sul tema ribadendo la sua posizione. Dopo i recenti casi all'ospedale San Martino di Genova con due donne (la prima di 18 anni e la seconda di 34) ricoverate per trombosi e il ritiro in via precauzionale del lotto di AstraZeneca con il quale erano state vaccinate, anche il Movimento 5 Stelle, per voce del capogruppo regionale Fabio Tosi, si è inserito nel dibattito chiedendo alla Regione di  rivedere la strategia per quello che riguarda AstraZeneca. A Sansa ha poi replicato il gruppo regionale di Cambiamo! attraverso una nota.

«Rifilare ai ragazzi il vaccino Astrazeneca, perché nessuno lo voleva, è sbagliato - ha detto Sansa - . Oggi tutti i giornali riportano la notizia: in base a dati scientifici, il vaccino Astrazeneca non sarà più somministrato ai giovani. La vicenda, oltre a risvolti sanitari, è una lezione per la politica e l'informazione: fare domande è giusto. Nei giorni scorsi un gruppo di medici genovesi, vaccinatori volontari, aveva lanciato un appello: AstraZeneca non è un vaccino per giovani. Nei ragazzi i rischi legati alla vaccinazione con questo prodotto sono più pesanti di quelli del covid. Noi, tra i primi, abbiamo rilanciato l'appello e siamo stati coperti di critiche e insolenze. Comprese quelle della lista Cambiamo! di Giovanni Toti».

«Oggi emerge che dare Astrazeneca ai ragazzi era sbagliato - conclude Sansa - . Migliaia di giovani in Italia e in Liguria hanno ricevuto la dose in cambio della promessa di poter finalmente riconquistare la libertà dopo il virus. Qualcuno si scuserà con loro? Noi siamo favorevoli ai vaccini. Ma pensiamo che fare domande, anche scomode, sia un dovere».

Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Fabio Tosi: «Urge rivedere la strategia per Astrazeneca: la politica che tanto sbandierava l’autonomia ora decida autonomamente, tuteli in primis i propri concittadini e si prenda una pausa sulla questione. Stoppiamo gli "Astraday" e la somministrazione agli under 50, soprattutto alle giovani donne».

«Affermare che quanto accaduto rientra tra gli “eventi rarissimi” è come mettersi delle fette di salame sugli occhi - continua il consigliere -: anche un solo caso deve farci riflettere. Vogliamo forse ridurre quell’“uno” o “una” a mero numero? Per me, invece, è il figlio o la figlia di qualcuno. Una persona con sogni, progetti, affetti».

«Nel dubbio, prevalga la prudenza - conclude l'esponente pentastellato - : il vaccino Astrazeneca, e come esso il Johnson&Johnson, sia somministrato solo alle fasce d’età raccomandate. Lo dice anche il sottosegretario alla Salute Sileri, che ne sconsiglia l’uso soprattutto alle donne sotto i 50 anni. Ascolterei anche la Fondazione Gimbe, secondo cui “nell'attuale quadro epidemiologico italiano, per le persone di età inferiore a 50 anni i rischi dei vaccini a vettore virale superano i benefici».

A Sansa ha replicato il gruppo regionale di Cambiamo! attraverso una nota: «Come trasformare la politica in bieco sciacallaggio e diffondere foto false istigando l’odio in rete. Potrebbe essere questo il titolo dell’ultima ‘fatica’ letteraria di Ferruccio Sansa, che di sicuro farebbe meno danni sporcando di inchiostro pagine che quasi nessuno leggerà rispetto a quanto sta facendo nel suo ruolo di consigliere regionale». È la presa di posizione del gruppo Cambiamo! dopo le ultime esternazioni sulla campagna vaccinale dell’ex candidato presidente.

«Oggi Sansa irrompe sulla scena e, parlando dell’ipotesi di modificare le fasce di età per la somministrazione di AstraZeneca sostiene, in estrema sintesi, ‘io l’avevo detto’, e dice che fare domande, anche scomode, è un dovere - spiegano i consiglieri arancioni - Peccato che dell’ultima domanda scomoda di Sansa si siano perse le tracce da tempo e che sfruttare una situazione delicata e complessa per fare propaganda politica e ritagliarsi un po’ di visibilità sia quanto di più gretto si possa immaginare. Al consigliere vogliamo ricordare un paio di aspetti. Anzitutto che Regione Liguria si è mossa, come sempre, nel solco delle linee guida ministeriali, mettendo a disposizione il siero solo in via volontaria agli under 60, con una linea parallela e fornendo tutte le indicazioni del caso. Anche in questa circostanza, quindi, si adotterà la linea della massima prudenza, avendo come unica stella polare il bene dei liguri. Stupisce poi che oggi Sansa rivendichi di aver scoperchiato chissà quale Vaso di Pandora: solo poche settimane fa, per criticare l’azione sanitaria della Regione, si era offerto addirittura volontario per farsi somministrare una dose di AstraZeneca».

«Ma quello che più spiace constatare - prosegue il gruppo - è che Sansa continui ad avvelenare i pozzi dell’informazione, altro che fare domande scomode. Oltre allo sciacallaggio sul tema, solo poche ore prima, parlando sempre dei vaccini contro il Covid, aveva postato una foto del presidente Giovanni Toti che si sottoponeva a una vaccinazione senza mascherina e con tante persone intorno, anche loro senza alcun dispositivo di protezione. Il motivo? Quella foto risale a 3 anni fa, quando il Covid non esisteva e il presidente si stava vaccinando contro l’influenza stagionale. Non ci stupisce questo metodo: sappiamo da quale ‘scuola’ proviene Sansa e ormai ci abbiamo fatto il callo».

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