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Coronavirus, oltre 3.300 persone in sorveglianza: parte oggi l'assistenza a domicilio

Aumentano le persone in isolamento e con sintomi, che non hanno però conferma della positività. La Regione corre ai ripari e fa partire l'azione "porta a porta"

Potenziato da lunedì 30 marzo 2020 il servizio di assistenza territoriale per ogni distretto, attiva quindi l'assistenza con visite a domicilio. Lo ha spiegato nella serata di domenica il presidente della Regione Giovanni Toti, che ha sottolineato come la situazione di emergenza generale abbia allungato i tempi per l'organizzazione del servizio.

Aumentano le persone in sorveglianza attiva

Negli ultimi giorni sono aumentate le persone in sorveglianza attiva, in isolamento e con sintomi: sabato erano 2.479, domenica sono 3.334 stando ai dati diffusi da Ministero e Alisa (865 solo nel territorio della Asl 3 genovese), un aumento di 855 persone (in isolamento tra le mura di casa, in sorveglianza attiva perché possibili casi sospetti), che coincide quindi con l’annuncio, da parte della Regione, di potenziare la risposta della medicina territoriale e dando mandato ai direttori socio sanitario di rafforzare il servizio dei Gruppi Strutturati di Assistenza Territoriale (Gsat): obiettivo, individuare le persone più a rischio, anziani soprattutto, per analizzare il loro quadro clinico.

Come funziona l'assistenza a domicilio

«Il sistema di assistenza a domicilio funzionerà come avrebbe dovuto funzionare fin dall'inizio - ha sottolineato Toti - ma abbiamo dovuto reperire il personale, le protezioni individuali e il protocollo d'ingaggio. Inoltre abbiamo dovuto mettere a conoscenza e in efficenza tutti gli attori coinvolti, medici di famiglia, continuità territoriale e squadre Gsat. Ci auguriamo che nei prossimi giorni funzioni tutto bene».

Saranno dieci le squadre Gsat attive nell'area metropolitana genovese (una per distretto, due per i distretti più popolosi, due dedicate alle vallate Scrivia e Trebbia) e visiteranno i pazienti a domicilio a seguito di segnalazione del 112 o del 118. A queste si aggiungeranno dieci squadre per effettuare i tamponi. Ci saranno anche nuovi infermieri, assistenti sanitari, oss, centralinisti per smistare le richieste in arrivo e un medico in più ogni 5 negli uffici igiene, per contattare via via le persone che vengono isolate in casa.

Il governatore ha anche spiegato come funziona l'assistenza domiciliare, con l'importante novità della possibilità di somministrare i farmaci ospedalieri anche a casa: «Come funziona? In maniera semplice per chi sta a casa. Bisogna chiamare il 112, poi il 118 dopo triage telefonico decide se è il caso di pensare a un ricovero ospedaliero oppure optare per una visita a domicilio. Dopo la visita i pazienti saranno affidati ai loro medici che, in accordo con i protocolli della clinica universitaria cominceranno a somministrare le medicine anche a domicilio per curare i sintomi lievi».

«Le tempistiche sono state lunghe non perché siamo stati con le mani in mano - ha concluso Toti - ma perché abbiamo dovuto organizzare tutto nel modo migliore e perché anche il mondo medico e infermieristico è in affanno. Noi ce la mettiamo sempre tutta, ma non si tratta di un lavoro che può essere banalizzato per speculazione politica».

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