rotate-mobile
Coronavirus

Aree gioco bambini, la Regione dice sì ma il Comune frena: «Non possiamo sanificarle tutti i giorni»

Le linee guida indicate nel decreto 17 maggio per Bucci sono troppo stringenti

«Le norme per le riaperture delle aree gioco sono piuttosto stringenti e al momento difficili da applicare», ha detto il sindaco Marco Bucci, mercoledì sera, nella consueta conferenza stampa in Regione.

«Stiamo discutendo come Città Metropolitane per modificarle e renderle più semplici: non possiamo sanificare i giochi tutti i giorni».

L'intenzione di Bucci è dunque quella di riaprirle al più presto, con un provvedimento che potrebbe arrivare anche la prossima settimana ma, al momento, bisogna rispettare le norme che, non potendo essere garantite, fanno passare la palla al governo centrale.

Dopo la questione delle passeggiate consentite ai bimbi in quarantena, questa è la seconda doccia fredda per le famiglie che nella fase 3 speravano di ridare ai propri figli un senso di normalità portandoli, quindi, anche al parco giochi.

Secondo le linee guida relative alle aree ludiche attrezzate allegate all’ultimo Dpcm del 17 maggio si dispone ai gestori, pubblici e privati e al fine di garantire il massimo contenimento dei rischi di contagio, «specifiche attività di manutenzione e di controllo periodico, oltre che di pulizia e verifica periodica delle condizioni igieniche degli arredi e delle attrezzature».

In pratica, il Comune di Genova, per poter riaprire, deve predisporre un preciso piano di intervento di pulizia e igienizzazione approfondita e frequente delle superfici toccare dalle persone. Un piano che non può essere attuato nell'immediato.

Le aree giochi con altalene, castelli e scivoli vari - così come i playground con i campi polivalenti dove i ragazzi più grandi possono giocare a basket o a calcio -, restano dunque chiuse.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Aree gioco bambini, la Regione dice sì ma il Comune frena: «Non possiamo sanificarle tutti i giorni»

GenovaToday è in caricamento