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Coronavirus

Oltre seimila euro, spariti dal conto durante il ricovero in ospedale

La donna, risultata positiva al coronavirus, è intubata e incosciente. Ad accorgersi dell'ammanco è stata la sorella dell'anziana, che si è rivolta ai carabinieri

È arrivata all'ospedale San Martino lo scorso 23 marzo con un versamento della pleura e la frattura di nove costole; circa due settimane dopo è risultata positiva al coronavirus ed è stata intubata. Protagonista della vicenda una ottantunenne residente a Genova e originaria della Campania.

Secondo quanto ha dichiarato la sorella della donna, che chiameremo Anna con un nome di fantasia per tutelarne la privacy, dal conto dell'anziana sarebbero spariti oltre seimila euro. La cifra si evince dalle due denunce, presentate ai carabinieri.

Anna e sua sorella non si sentono da oltre una settimana: il suo cellulare è spento e le notizie arrivano alla famiglia solo tramite una lontana parente, ex infermiera, che ha contatti con l'ospedale. Lo scorso 11 aprile la sorella di Anna, non sapendo chi avesse la disponibilità della carta collegata al suo conto corrente postale, ha provveduto a bloccarla. Da un successivo estratto conto è risultato un ammanco di 4.180 euro fra ricariche Postepay e prelievi.

Secondo quanto riferito dall'ex infermiera alla famiglia, gli effetti personali di Anna, compresi chiavi di casa, documenti e il Bancoposta, sono custoditi in ospedale. Alla prima denuncia sporta ai carabinieri il 14 aprile scorso ne è seguita un'altra, due giorni più tardi: da un nuovo estratto conto sarebbero risultati ulteriori ammanchi per un importo complessivo di 2.124 euro, da sommare ai precedenti 4.180.

La famiglia dell'anziana si è rivolta ai carabinieri per cercare di chiarire l'accaduto. Intanto occorrerà verificare se davvero la carta bancomat è ancora fra gli effetti personali che la donna ha portato con sé in ospedale. Poi ulteriori elementi utili alle indagini dovrebbero arrivare dall'analisi dei luoghi in cui sono state effettuate le operazioni, visto che la carta potrebbe essere stata clonata prima del ricovero. Di certo per la famiglia, già messa a dura prova dalle precarie condizioni di salute della loro cara, una ulteriore fonte di preoccupazione, che in questo momento avrebbero volentieri evitato.

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