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Coronavirus

Alberghi e Arcidiocesi in campo per ospitare il personale sanitario che lotta contro il coronavirus

Anche il Comune di Genova si attiva per individuare strutture che possano dare ospitalità a medici, infermieri e operatori sociali, che chiedono un posto in cui dormire lontano dalla famiglia per evitare di contagiarla

Anche il Comune di Genova si attiva per individuare strutture che possano dare ospitalità al personale in prima linea (e più a rischio) nella lotta al coronavirus, e cioè medici, infermieri e operatori sociali, che chiedono un posto in cui dormire lontano dalla famiglia per evitare di essere veicolo inconsapevole di infezione da coronavirus.

A oggi si sono fatti avanti albergatori appartenenti alla rete di Federalbeghi e Arcidiocesi: «Le autorità sanitarie hanno chiesto disponibilità di alloggi in città per il personale sanitario che lavora tutto il giorno e non vuole tornare a casa per non contagiare le famiglie - ha detto il sindaco Marco Bucci - Stiamo lavorando anche per questo, e stiamo lavorando con autorità sanitarie per gestire questa situazione».

«L’esigenza - ha detto il consigliere delegato alla Protezione civile del Comune di Genova, Sergio Gambino - è stata avanzata da alcuni medici e infermieri e l'amministrazione comunale ha lavorato nell'ultima settimana per organizzare una call insieme all'Associazione Federalberghi. Alla chiamata hanno risposto moltissime strutture che si sono dette disponibili ad ospitare il personale sanitario. Ora dobbiamo capire come procedere dal punto di vista operativo, di concerto con l'assessorato alla Sanità della Regione Liguria. La nostra volontà è di dare una risposta concreta alle richieste di una parte di popolazione che in questa difficile situazione è in prima linea. A questo proposito aggiungo che avremo anche la disponibilità di ulteriori 14 appartamenti di proprietà del Comune a Quarto. Si tratta di alloggi già arredati, alcuni dei quali avevano ospitato gli sfollati del ponte Morandi».

Per quanto riguarda l'arcidiocesi, dopo la richiesta avanzata dall'assessore ai Servizi Sociali, Francesca Fassio, il cardinale arcivescovo Angelo Bagnasco ha messo a disposizione del Comune, attraverso la Caritas diocesana, la casa di accoglienza del seminario, in salita Cavallo 104. La struttura, che è separata dal seminario, può ospitare circa 50 persone in piccole stanze indipendenti, ciascuna dotata di bagno.

«Un segno concreto - ha detto l'arcivescovo Angelo Bagnasco - che si unisce ad altri segni di vicinanza e di sostegno messi in atto dall'Arcidiocesi e dalla Chiesa che è in Italia in questo tempo di prova per l'intero Paese, uniti alle iniziative di preghiera per i malati e per chi li assiste quotidianamente con impegno e professionalità».

Martedì pomeriggio l'assessore farà un sopralluogo: la struttura è già pronta, ma bisogna allestire - e sarà fatto in tempi brevissimi - un servizio di portierato.

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