Tour operator e agenzie viaggi stroncati dalla crisi coronavirus: «Ci hanno dimenticato tutti»
Il comparto turismo fermo da marzo non ha prospettive di ripartenza, e chi si occupa dei viaggi in Liguria è disperato: «Siamo allo stremo»
«Un intero comparto è fermo da marzo e nessuno ne parla: ci hanno dimenticato tutti»: Fulvia Ottonello è una tour operator, sin dalla fine delle scuole ha lavorato nel comparto del turismo, e viaggiare per lei è una vocazione, più che una passione. Fulvia, come migliaia di altri colleghi, con l’emergenza coronavirus e la pandemia si è vista congelare tutte le attività, non lavora da mesi, è in cassa integrazione e l’ha ricevuta tutta con parecchio ritardo. Fulvia, come migliaia di altri colleghi, non è soddisfatta delle misure adottate con il Decreto Ristori, e non lo è neppure del modo in cui si sta affrontando la crisi in cui è precipitato a marzo il mondo del turismo.
«Il comparto del turismo è stato lasciato a se stesso - spiega - la cosa incredibile è che quando si parla di turismo su social e media si parla di turismo in entrata, dell’incoming, turisti di altri paesi che vengono nel nostro e portano indotto. Nulla si dice invece del turismo outgoing, le persone che si rivolgono a agenzie e tour operator per andare all’estero. Quando il ministro Franceschini parla di turismo parla solo degli stranieri che vengono in Italia, ma noi siamo in cassa integrazione, che spesso non arriva, e penso alle persone monoreddito, a chi ha figli, a chi non ha casa di proprietà, e non sta lavorando da marzo: come fa?».
Preoccupazioni che non si sono calmate con la brevissima tregua estiva in cui, di fatto, si è tanto parlato delle persone che sono andate ugualmente in vacanza: «Le richieste sono state minime, e molto diverse dal solito - spiega ancora Ottonello - Io sono responsabile della programmazione dei viaggi, mi occupo di fare i contratti con le strutture, di ideare e programmare l’offerta in catalogo: questa attività si è fermata completamente. A settembre sarei dovuta partire per nuovi contratti, non sono andata. Sto cercando di farli ugualmente, con grandi punti interrogativi perché non so cosa succederà e per ora non vedo una gran luce per il 2021. Le persone ora viaggiano in Italia, e anche gli albergatori hanno cercato e cercano di bypassare l’agenzia. Quel poco che si è fatto nei mesi di luglio e agosto non è assolutamente sufficiente, va già bene che ci siamo pagati le spese».
«Negli anni le abbiamo viste tutte, dalla Guerra del Golfo alle Torri Gemelle, eventi che avevano bloccato i viaggi, ma ci siamo risollevati - continua - Ce l’abbiamo fatta. Adesso è un disastro: ho colleghe di agenzie che chiudono, non falliscono ancora ma le tengono chiuse, almeno risparmiano sulle spese vive. Ci hanno lasciati soli, è vero che noi possiamo aprire, ma per che cosa apriamo? Cosa vendiamo?».
Il problema non riguarda solo la situazione attuale, ma anche il futuro. In un clima di grande incertezza, i viaggi fuori Italia rappresentano un’incognita, visto che l’Europa, e il mondo, sono flagellati da un’epidemia che procede con tempi e ritmi diversi.
«I colleghi che sono al desk dell’agenzia viaggi sono incerti - conferma Ottonello - non ti viene voglia di consigliere un viaggio, hai paura, quello che c’è dietro è molto complicato: non puoi rimborsare il cliente, si parlava di voucher e i clienti si inalberavano, i voli vengono cancellati, le strutture ricettive chiuse. Abbiamo cancellato o congelato decine di viaggi di nozze, sono partiti pochissimi pullman per viaggi organizzati, ho dovuto cancellare un tour già organizzato che avrebbe portato turisti dalla Corsica a Genova in occasione dei Rolli Days: sarebbe stata anche una bellissima pubblicità per la città, e a inizio ottobre lo abbiamo annullato. Chi ha studiato per diventare guida o accompagnatore turistico finisce per ritrovarsi fermi».
Ottonello, dal canto suo, ferma non è riuscita a starci. E così ha deciso di mettere a frutto la sua esperienza lavorativa, le sue conoscenze e la sua passione per rivedere la sua professione in un’altra chiave: «Non mi era mai successo in tutta la vita di ritrovarmi ferma, e siccome mi è sempre piaciuto scrivere e raccontare, ho iniziato a collaborare con un giornale online corso, letto anche in Italia. I miei articoli hanno riscosso un grande successo, e ho pensato di scrivere un romanzo in cui al racconto e all’intrattenimento affiancavo la mia esperienza da tour operator».
Il risultato è “Corsica da amare”, in cui alla narrativa si alterna l’informazione, che uscirà entro i primi di dicembre, edito da Erredi e acquistabile in libreria e online (ordini@erredigrafiche.it): «È la storia di 4 amiche che partono da Genova per la Corsica: si parla moltissimo anche di Genova, e ci sono luoghi, ristoranti, spiagge e persone vere vengono riportati all’interno della storia. Per me è stato terapeutico: ho viaggiato con la mente, e ho fatto una cosa che mai più avrei pensato di poter fare, rivedendo in chiave leggera la situazione in cui è precipitato il mio lavoro. È un progetto divertente, pensato anche per cercare di distrarre e intrattenere».