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Concessioni balneari: dal 2024 stop ai rinnovi automatici, si affideranno con gare pubbliche

Con due pronunce del 9 novembre il Consiglio di Stato ha messo la parola fine ai rinnovi automatici delle concessioni balneari. Il patrimonio costiero italiano dal 2024 deve tornare accessibile a tutti attraverso bandi di gara

Una pronuncia molto attesa quella del Consiglio di Stato, arrivata ieri martedì 9 novembre e che ha messo un punto fermo sulla questione delle concessioni demaniali delle aree costiere. I giudici amministrativi hanno affermato che dal gennaio 2024 le concessioni balneari dovranno essere affidate attraverso procedure pubbliche di gara e non potranno più esserci rinnovi automatici.

Per consentire un passaggio graduale al nuovo sistema di affidamento e limitare l’impatto socio-economico della sua decisione, il Consiglio di Stato ha concesso il rinnovo delle attuali concessioni fino al 31 dicembre 2023. Una decisione che avrà un impatto importante sull'intero mondo della balneazione privata genovese e ligure, infatti la Liguria è una delle regioni italiane con la percentuale più alta di costa occupata da stabilimenti balneari.

La giustizia amministrativa è intervenuta su un tema molto delicato, per questo le motivazioni delle sentenze sono particolarmente dettagliate e spiegaziano la decisione anche attraverso un richiamo esplicito alle norme europee violate dall'ordinamento italiano:

“La perdurante assenza (nonostante i ripetuti annunci di un intervento legislativo di riforma, mai però attuato) di un’organica disciplina nazionale delle concessioni demaniali marittime genera una situazione di grave contrarietà con le regole a tutela della concorrenza imposte dal diritto dell’Ue perché consente proroghe automatiche e generalizzate delle attuali concessioni (l’ultima, peraltro, della durata abnorme, sino al 31 dicembre 2033), così impedendo a chiunque voglia entrare nel settore di farlo.”

Le sentenze del Consiglio di Stato arrivano poche ore dopo la decisione del Governo di eliminare dal disegno di legge sulla concorrenza proprio la norma sulle concessioni balneari, condizionando la riforma ad un preventivo censimento delle concessioni in essere e dei relativi canoni a favore dello Stato.

Sulla questione è intervenuto anche l'assessore di Regione Liguria Marco Scajola, che ha commentato così le sentenze:

“La sentenza del Consiglio di Stato sulla proroga solo fino al 2023 delle concessioni balneari è folle soprattutto perché rende migliaia di aziende ostaggio della magistratura amministrativa. Tutto questo è stato possibile a causa del lassismo di una politica che, per tanti anni, è stata indecisa, superficiale e chiacchierona determinando la scadenza delle concessioni demaniali marino-marittime tra due anni. Questo è un colpo forte contro migliaia di aziende familiari che vedono messa in discussione la loro storia e anni di lavoro e di impegno sulle nostre coste.”

Il Governo adesso ha nel 31 dicembre 2023 un termine perentorio per la riforma del settore, da quella data in avanti non sarà più possibile rinnovare le concessioni e non sarà applicabile la norma della legge di bilancio del 2019 che aveva concesso l’abnorme proroga automatica fino al 2034.

L’Italia ha due anni di tempo per rendere il proprio ordinamento interno finalmente conforme alla normativa europea sulla concorrenza e, in particolare, alla direttiva Bolkestein che dal 2006 viene sostanzialmente disapplicata.

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