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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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A Genova nasce la prima Comunità energetica rinnovabile della Liguria: "I ricavi in progetti per il territorio"

Il primo progetto in corso Italia, con un vecchio autolavaggio in disuso da tempo che verrà trasformato in una pizzeria servita da 49 pannelli solari non impattanti sul tetto

Si chiama "Sole" come "SOlidale, Libera, Ecologica" la nuova Comunità energetica rinnovabile (Cer) che si è costituita pochi giorni fa a Genova, prima in Liguria. A farne parte, un gruppo di cittadini, attivisti, professionisti interessati a promuovere un modello diverso di produzione e sviluppo con un duplice obiettivo: la lotta contro il cambiamento climatico e quella contro le disuguaglianze. E il primo progetto riguarda la trasformazione di un distributore di benzina abbandonato in corso Italia in una pizzeria "green".

Una comunità solidale

Creando una comunità che sia anche solidale significa che i ricavi derivanti dal surplus di corrente verranno investiti a sostegno di attività sociali nel quartiere: il progetto coinvolge per ora una quindicina di soci che hanno scelto di mettersi a disposizione (attraverso la mail info@cersole.it) per i cittadini interessati a un supporto informativo sui passaggi per creare una comunità energetica.

Ma cosa significa comunità energetica, e di cosa si occupa? I soci installano e gestiscono piccoli impianti fotovoltaici locali - ad esempio su tetti inutilizzati - per favorire l'autoconsumo e la condivisione dell'energia tra cittadini, enti pubblici locali e piccole imprese. La comunità, una Aps, non ha scopo di lucro: le risorse generate a chilometro zero vengono reinvestite nel tessuto locale a sostegno dell'ambiente, del contrasto alla povertà energetica e per progetti solidali.

"Le Cer hanno finalità collettiva sociale - spiega a GenovaToday Elena Putti, presidente della Cer Sole - per questo possono godere di incentivi maggiori per il surplus prodotto rispetto ai singoli privati. Il nostro progetto non è legato a un singolo impianto, cerchiamo di coinvolgere chi ha già mezzi che possono essere messi a disposizione della collettività, e il ricavato viene utilizzato per il contrasto alla povertà energetica, per ristori a soggetti fragili e per istituire proposte per la comunità. Potremmo dire che è quello che una volta facevano le Società di mutuo soccorso operaie". Insomma, è il territorio a decidere quello che serve. I cittadini o le piccole attività, aderendo alla comunità, possono collegare il contatore all'impianto utilizzato dalla Cer, a patto di trovarsi nella zona servita dalla cabina dello stesso impianto. Quella situata in corso Italia, ad esempio, coinvolge le zone del Medio Levante e bassa Val Bisagno. "Ma non intendiamo fermarci qui - conclude Putti - ci sono persone di altri quartieri che si sono iscritte e che stanno cercando di sensibilizzare i concittadini della loro zona per allargare il raggio di azione".

Il primo progetto: una pizzeria in corso Italia

Il primo progetto della Cer Sole è in corso Italia, grazie anche all'intervento del brand Fra' Diavolo e Comune di Genova, e riguarda un vecchio autolavaggio in disuso da tempo che verrà trasformato da un privato in una pizzeria servita da 49 pannelli solari non impattanti a livello estetico sul tetto. 

Con i ricavi e gli incentivi generati collegandosi all'impianto fotovoltaico, la Cer Sole sosterrà la manutenzione di una piccola aiuola di quartiere, ridurrà le bollette dei membri in condizione di povertà energetica e potrà sostenere progetti sociali e di sensibilizzazione dei cittadini sui temi ambientali.

Il progetto in corso Italia

L'idea della Cer piace anche fuori Genova

Se Genova è la prima città della Liguria ad avere una Cer, anche in altri comuni c'è una riflessione in atto, come nel caso di Arenzano. Qui la stessa amministrazione comunale ha pensato alla creazione di una Comunità energetica rinnovabile: un modo per ottenere obiettivi come l'abbattimento delle spese per il consumo di energia elettrica delle strutture del Comune anche a vantaggio delle attività svolte al loro interno.

L'amministrazione arenzanese guidata dal sindaco Francesco Silvestrini si è affidata a una società di consulenze professionali: dopo aver analizzato l'elenco degli immobili comunali, i consulenti hanno consegnato una relazione al Comune che adesso è in fase di riflessione. Le opzioni sono molteplici: si può procedere con una Cer oppure con investimenti - sfruttando anche bandi - per installare impianti green. Entrambe le strade, in ogni caso, verso la sostenibilità.

Nel frattempo, sempre ad Arenzano, anche la Comunione Pineta si sta organizzando per un impianto fotovoltaico sopra la guardiola del Portichetto: l'impianto, composto da 16 pannelli monocristallini, consentirà produrre l’energia elettrica necessaria per alimentare vari dispositivi: il primo passo verso la costituzione di una Comunità Energetica Rinnovabile (Cer) all’interno della Pineta a cui potranno partecipare tutti i residenti per condividere e/o utilizzare l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici presenti nel comprensorio.

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