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Sabato, 20 Aprile 2024
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"Fottuto dallo Stato, mollo tutto e giro l'Italia in bici", la protesta di Sasà fa tappa a Genova

Sasà Gigante ha chiuso il proprio ristorante in Val di Susa e ha cominciato a girare l'Italia in bicicletta in una singolare forma di protesta, mercoledì è arrivato a Genova: "Dopo le restrizioni e gli obblighi del periodo covid sono arrivati i rincari, mi è sembrato di lavorare solo per pagare tasse e bollette, senza riuscire a tenere nulla per me"

Ha fatto tappa a Genova la protesta di Sasà Gigante, 60enne che a inizio ottobre ha deciso di chiudere il proprio ristorante 'Il gigante e la gallina' di Salbentrand in Val di Susa per girare l'Italia in bicicletta. "Mi riprendo la mia libertà" si legge sul davanti della sua maglia e "fottuto dallo Stato" sul retro. Mercoledì 19 ottobre 2022 la sua tappa è stata da Ovada a Genova, proseguirà il suo viaggio in direzione Sestri Levante nella giornata di giovedì 20 ottobre. Un viaggio da nord a sud, isole comprese, che durerà probabilmente un anno e mezzo o due, dopo aver chiuso il locale gestito in Piemonte "per dire basta alle prese in giro dello Stato e tornare a essere libero da tasse, burocrazia, bollette e obblighi". 

Una presa di coscienza che matura nel periodo del covid con le prime difficoltà economiche: “Una narrazione e una gestione che non mi ha convinto - sostiene intervistato da Genova Today - e che ha portato a una serie di limitazioni, restrizioni e leggi che hanno danneggiato noi ristoratori e anche molti altri lavoratori italiani, fino ad arrivare al green pass e a un sostanziale obbligo vaccinale, che non ho condiviso e contro il quale mi batto ancora oggi, anche attraverso questa mia iniziativa. Io, come tanti altri italiani, ho deciso di non vaccinarmi e questo ci ha creato un sacco di altri problemi. Ci abbiamo rimesso un sacco di soldi ed è diventato davvero difficile andare avanti. Tra chiusure, riaperture, lockdown e limitazioni mi è venuta a mancare la libertà di essere me stesso e di poter lavorare, poi tra continui rincari, bollette e tasse la situazione ha cominciato a diventare insostenibile. Mi sono sentito preso in giro da uno Stato che non ti aiuta e pensa solo a punirti, pensiamo solo all'obbligo di green pass che ha impedito agli italiani non vaccinati di andare a lavorare per guadagnarsi da vivere. In tanti sono stati costretti a cedere e questo - sostiene Gigante - non è stato giusto".

Situazione peggiorata ulteriormente con la guerra in Ucraina: "Mi è sembrato di lavorare solo per pagare tasse e bollette, senza riuscire a tenere nulla per me - racconta - così ho preso la decisione di cambiare vita e tornare a essere libero, per davvero. Ho chiuso il ristorante e ho deciso di partire per questo lungo viaggio, senza programmare troppo i prossimi mesi. Sono partito con la mia bicicletta dalla Val di Susa e sono arrivato a Genova, città che non avevo mai visitato e ho trovato davvero molto bella, poi proseguirò per la Toscana e il Lazio fino a Roma, sempre indossando la mia maglietta contro lo Stato. Il mio programma - prosegue - prevede di spostarmi poi in Sardegna con un traghetto, girare tutta l'isola e tornare in Lazio, scendere verso la Calabria, andare in Sicilia e poi, dopo averla attraversata tutta, risalire tra Calabria e Puglia e poi di nuovo verso centro e nord Italia. Se troverò dei lavori saltuari da fare durante il mio viaggio mi fermerò volentieri per qualche periodo anche per mantenermi, ma voglio godermi la libertà di vivere senza essere vessato parlando con le persone e portando avanti un messaggio di ribellione".

Una bella fatica anche dal punto di vista fisico: “Sono uno sportivo, ma non un ciclista - sottolinea - ma so a cosa vado incontro. In questi primi giorni me la sono cavata nonostante un po' di dolori stando tante ore in sella. Tante persone condividono le mia battaglie e le mie idee, mi fermano per strada, mi fotografano e mi chiedono informazioni dopo aver letto le frasi stampate sulla maglietta, qualcuno mi ha offerto qualcosa da mangiare e mi fermo volentieri a raccontare la mia storia e a parlare con negozianti e ristoratori in giro per le città, tantissimi devono fronteggiare questa crisi e fanno fatica ad andare avanti, non tutti hanno il coraggio di ribellarsi e protestare, io provo a farlo perché non voglio più pagare nulla a questo Stato, ho due figli e vorrei lasciare loro un mondo migliore. Bisogna dire basta e cambiare le cose, siamo in tanti a pensarla in questo modo". 

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