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Dati occupazione, i sindacati: "In Liguria cresce il lavoro ma è povero e precario"

La ripresa seppur positiva per il sindacato rischia di non garantire condizioni di benessere che possano mettere al riparo i liguri da un autunno che si preannuncia difficile

L’Istat ha diffuso i dati sull’occupazione relativi al secondo trimestre 2022. I dati seppur positivi devono essere letti nel loro insieme: questo il monito dei sindacati che, al di là dei numeri, guardano alla qualità degli impieghi.

Cgil: "L'83% degli occupati è precario"

“All’aumento quantitativo dell’occupazione non corrisponde l’aumento qualitativo – sottolinea Maurizio Calà segretario generale Cgil Liguria – l’83 per cento degli occupati mediamente ha un contratto di lavoro precario, con punte che nel settore del turismo superano il 90 per cento. L’aumento dell’occupazione registrato dall’Istat infatti è concentrato prevalentemente nel settore del turismo, comparto per sua natura ciclico e stagionale e con salari inferiori rispetto alla media dei comparti. A questo si aggiunge il calo dell’occupazione nell’industria manifatturiera, quella in senso stretto che rappresenta l’ossatura dell’apparato produttivo ligure, e che nel periodo di riferimento registra un calo di 3 mila occupati".

Insomma, la ripresa seppur positiva per il sindacato rischia di non garantire quelle condizioni di benessere economico che possano mettere al riparo i liguri da un autunno che si preannuncia difficile: "È necessario investire maggiormente nella capacità produttiva di questa regione a partire dal creare lavoro di qualità che possa garantire realmente condizioni di benessere a lavoratori e famiglie” dice Calà.

Uil: "La qualità del lavoro deve migliorare" 

Fa eco la Uil Liguria: "I dati diffusi dall'Istat sull'occupazione nel secondo trimestre del 2022 evidenziano una ripresa dell'occupazione nella nostra regione, ma solo con una prospettiva volta alla qualità del lavoro in Liguria possiamo trarre conclusioni complete. I dati mostrano che il fenomeno del precariato è ben lontano dall'essere normalizzato e che la qualità del lavoro in Liguria può e deve migliorare. I dati diffusi oggi sono dunque uno stimolo a proseguire le nostre battaglie ma non un punto d'arrivo per il quale lasciarsi andare a facili entusiasmi".

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