rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Attualità

«Caccia consentita anche fuori dal comune in zona arancione», la richiesta dell’assessore scatena la polemica

Alessandro Piana, vicepresidente della Regione, interpella il prefetto Carmen Perrotta sulla possibilità di consentire ai cacciatori di uscire dai confini della zona arancione

Consentire ai cacciatori di spostarsi tra comuni, nonostante la zona arancione, per poter cacciare. La richiesta arriva dal vicepresidente della Regione e assessore regionale alla caccia, il leghista Alessandro Piana, che sull’argomento ha interpellato il prefetto.

Piana, con il passaggio della Liguria nella fascia arancione per l’emergenza covid, ha inviato una richiesta di parere al prefetto di Genova, Carmen Perrotta, in relazione alla possibilità di esercitare l’attività venatoria sul territorio regionale, anche spostandosi dal proprio comune di residenza.

«L’attività venatoria rientra tra le attività sportive o motorie all’aperto per cui è generalmente consentito l’esercizio sull’intero territorio nazionale. Lo stesso dpcm - spiega Piana - ammette una deroga per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili nel proprio Comune. Per questo ho ritenuto di chiedere al prefetto se sia coerente con la disposizione nazionale consentire a livello regionale quegli spostamenti che rispondano all’esigenza di svolgere attività non espressamente sospese, come appunto l’esercizio dell’attività venatoria che si svolge all’aria aperta, in contesti rurali a contatto con la natura e a distanza da qualsiasi assembramento. Non dobbiamo dimenticare che la caccia agli ungulati, soprattutto al cinghiale, assume un rilevante interesse pubblico perché consente di contenere il numero di questi animali, limitando quindi i danni all’agricoltura, ed evitarne lo sconfinamento nei centri urbani, dove i cinghiali costituiscono un serio pericolo».

Piana ha quindi invitato i cacciatori «ad attenersi alle disposizioni nazionali e quindi a non uscire dal proprio comune di residenza salvo che per le ragioni espressamente indicate dal Dpcm» sino a quando non arriverà la risposta del prefetto. Un’iniziativa, quella di chiedere lumi, che ha scatenato le proteste delle associazioni ambientaliste e animaliste.

Angelo Spanò, co-portavoce metropolitana di Europa Verde, ha scritto a sua volta al prefetto per chiedere «di valutare negativamente questa richiesta, anche alla luce di quanto deciso dalla Prefettura di Milano, la quale ha risposto alla Regione Lombardia  “è necessario dare un’interpretazione restrittiva che porta a non considerare caccia e pesca come attività sportive, a meno che non si tratti di pesca sportiva e tiro a volo, discipline riconosciute dal Coni e quindi praticabili”. Inoltre le chiedo - conclude la lettera -  qualora rientri nelle sue prerogative,  di sospendere anche la caccia al cinghiale, per svolgere la quale si formano squadre di almeno dieci componenti«.

L’Enpa ha interpellato direttamente il ministro della Salute, Roberto Speranza, sottolineando in una lettera che «in un momento così complesso per il paese in cui a tutti viene chiesto senso di responsabilità e sacrificio in nome della tutela della salute pubblica, riteniamo che questo tipo di attività, che tra l'altro non rientra nello "stato di necessità", non debba essere consentita».

«Non si comprende come questa pratica - del tutto ludica - possa ancora essere ancora autorizzata - conclude l’Enpa, chiedendo lo stop alla caccia - in un periodo in cui tutti siamo sottoposti a restrizioni, caratterizzato da elevati indici di contagio. Inoltre, le statistiche sono chiare: gli incidenti di caccia sono sempre molto numerosi e le strutture sanitarie sono già al collasso. È ora di far prevalere gli interessi di tutti i cittadini e non quelli di una piccola minoranza privilegiata, autorizzata a uscire come se nulla fosse«.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

«Caccia consentita anche fuori dal comune in zona arancione», la richiesta dell’assessore scatena la polemica

GenovaToday è in caricamento