Bucci: "Se c'è un termovalorizzatore che non inquina, sono il primo a dire di sì". M5s: "Non esiste"
Per il primo cittadino si può prendere spunto da Copenaghen che "ha fatto un impianto da sci sopra un termovalorizzatore, che tra l'altro ha realizzato una ditta italiana"
"Dobbiamo trovare la soluzione migliore che sia in grado di non inquinare, compatibile con la città ed economica. Se c'è un termovalorizzatore che non inquina, io sono il primo a dire di sì": questo il commento del sindaco di Genova, Marco Bucci, a margine della presentazione della lista dell'Udc. Il primo cittadino ha dunque esplicitato la sua posizione in merito alla proposta del governatore Giovanni Toti di realizzare un termovalorizzatore in Liguria.
"La cosa va analizzata, studiata e, se va bene, portata avanti" ha proseguito Bucci, replicando anche al suo sfidante, Ariel Dello Strologo, che si era detto curioso di sapere che cosa ne pensasse. "Non si può dire no a prescindere, senza valutazioni tecniche: è un errore enorme, l'errore dei 'signor no' che spero siano ridotti a quello che si meritano".
Già oggi la città di Genova porta parte dei suoi rifiuti ai termovalorizzatori in Piemonte, a Brescia, Piacenza e Parma. "Tra l'altro, in Piemonte sono del Pd, a Piacenza sono ex Pd, in Emilia sono dei Cinque stelle - continua Bucci -. Sentir dire dalla sinistra che non vogliono fare termovalorizzatori un po' mi preoccupa: forse hanno cambiato idea e tutti questi termovalorizzatori li demoliscono". In ogni caso, ribadisce, "per il futuro, per prima cosa vogliamo che non ci sia nessun inquinamento prodotto dal trattamento di rifiuti. Già la discarica, prima o poi, dovrà essere superata definitivamente. Ci sono soluzioni tecniche molto valide, anche per termovalorizzatori moderni. Non si può dire no a prescindere e, soprattutto, dire no a quello che non si sa neanche come funziona: Copenaghen ha fatto un impianto da sci sopra un termovalorizzatore, che tra l'altro ha realizzato una ditta italiana".
La replica di Pirondini (M5s): "Non esiste un termovalorizzatore che non inquina"
“Surreale che si continui a dibattere sulla costruzione di nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti. Dopo l’infelice uscita di Toti e poi di Rixi, ora anche Bucci sfodera una suggestione che guarda più al passato che al futuro. Lo ribadiamo, per chi si fosse distratto: la Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha votato la fine dell’esenzione dell’incenerimento dei rifiuti dalla direttiva sullo scambio di quote di emissione. Altolà, dunque, agli inceneritori: a partire dal 1° gennaio 2026 le aziende dei rifiuti dovranno infatti acquistare crediti di emissione per compensare le emissioni di CO2 prodotte e questo costo aggiuntivo servirà a rendere più conveniente l’applicazione dei principi dell’economia circolare. Morale: chi inquina, paga. Davvero ci conviene? E poi: ci farebbe bene?” dichiarano il capolista del M5S alle prossime comunali di Genova Luca Pirondini con i pentastellati Fabio Ceraudo e Maria Tini e il candidato presidente del Municipio I Centro Est Stefano Giordano.
"Smettiamola inoltre di lavarci la bocca con il termine sbagliato - dicono ancora gli esponenti pentastellati - termovalorizzatore altro non è che un neologismo che sì suona bene, ma significa di fatto inceneritore, con la differenza che recupera parzialmente (e solo parzialmente) dell'energia dal calore sprigionato dalla combustione. Ma dopo aver bruciato i rifiuti, cosa ci rimane? Fatto 100, almeno il 30% è composto da scorie pericolose che poi vanno trattate in discariche speciali. E che dire dei fumi inquinanti, delle diossine? Possiamo anche prevedere dei filtri sempre più sofisticati, ma la verità è che comunque le sostanze nocive si diffonderebbero nell’aria. Davvero vogliamo che i nostri figli crescano vicino a un inceneritore? Qui non si tratta di dire “no” a prescindere. Si tratta intanto di recepire due dati di fatto. Uno è stato ampiamente dimostrato da diversi studi: bruciare rifiuti fa male alla salute. E due: l’Unione europea ha tracciato la strada. In “REpowerEU”, cioè il programma dell’UE per rendersi indipendenti dal gas russo, infatti, non c'è nessun riferimento ai rifiuti o all’incenerimento nonostante gli sforzi della lobby di riferimento di farlo inserire. Il miglior recupero energetico, come attestato da diverse ricerche indipendenti, si attua semmai attraverso il recupero-riciclo di materiali rispetto alla loro combustione”.
E sulla Danimarca: “E comunque, Bucci si è chiesto come mai nessun paese sta progettando nuovi inceneritori? Citare la Danimarca denota poca conoscenza della problematica: quella che è oggi conosciuta come la patria dell’incenerimento sta studiando un piano di decommissioning. In parole povere: stanno cercando una exit strategy"