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Autostrade, nuovo piano per gestire ispezioni e cantieri: a decidere sarà il Mit

Regione, Comune e Camera di Commercio hanno chiesto lavori solo in notturna e completamento delle ispezioni urgenti entro luglio. Al Ministero l'ultima parola

Termine delle ispezioni più urgenti entro i primi 10 giorni di luglio, e sino a settembre lavori nelle altre esclusivamente di notte, con la garanzia di avere due corsie per senso di marcia durante il giorno: sono le richieste che Regione, Comune e imprese hanno rivolto ad Autostrade durante l’incontro convocato dal governatore ligure Giovanni Toti per discutere della disastrosa situazione sul nodo autostradale ligure.

L’incontro si è tenuto lunedì pomeriggio, e vi ha partecipato anche il “super ispettore” del Mit, Placido Migliorino. Che ha confermato che su 285 gallerie da controllare ne restano solo 23 da ispezionare completamente, e verranno ispezionate nelle prossime due settimane. Da luglio in poi, se le ispezioni notturne non presenteranno criticità tali da costringere al prolungamento della chiusura, la galleria potrà essere riaperta alle 6 di mattina.

Sul piano stabilito dal Ministero e portato davanti da Autostrade, Toti si è sempre detto scettico, e nelle ultime settimane, complici i disagi sempre più evidenti registrati su tutte le autostrade liguri - code interminabili, cantieri frequentissimi e lunghi tratti a una sola corsia per senso di marcia - ha più volte tuonato contro la decisione di concentrare in poche settimane lavori che richiederebbero molto più tempo.

«Come istituzioni stiamo continuando a ribadire in modo compatto che non si può barattare la sicurezza con la sopravvivenza di un territorio, né si può pensare di recuperare 20 anni di incuria, imperizia e ritardi in poche settimane, provocando un danno certo alla Liguria che sta ripartendo lentamente in tutte le sue attività legate al porto, al turismo e agli altri settori strategici - ha spiegato il presidente della Regione al termine di una giornata di code, l’ennesima - Non è accettabile il rimpallo di responsabilità tra il Mit e Aspi, che sono i nostri interlocutori, su un piano che a oggi è inapplicabile senza un gigantesco danno per nostra comunità».

La decisione, adesso, spetta al Mit: «Abbiamo ribadito che per noi resta valido il piano che prevede la fine dei cantieri nel mese di giugno con l’apertura di doppie corsie per senso di marcia su tutte le tratta a partire da luglio, per un parziale ritorno alla normalità - ha detto ancora Toti - Per questo abbiamo chiesto ad Autostrade che i cantieri di verifica, per lo smontaggio delle onduline, siano spalmati nel tempo ed effettuati solo di notte con la riapertura dei tratti al mattino, sotto la vigilanza del Mit».

«Da presidente di Regione non mi interessano le responsabilità precedenti - ha concluso Toti - saranno altri soggetti ad accertare ritardi e mancanze. Oggi mi interessa trovare soluzioni. Dopo un lungo e franco confronto, il piano che abbiamo abbozzato oggi è l’unico accettabile, considerato i molti danni che i disagi hanno già provocato al nostro territorio. Ci aspettiamo che venga definito dal Ministero e dal concessionario entro le prossime ore: altrimenti siamo pronti a tutelare la nostra regione in ogni sede e con ogni mezzo possibile».

Il nodo da sciogliere, insomma, restano le concessioni. Il premier Giuseppe Conte nei giorni scorsi ha dichiarato al Fatto Quotidiano che «ci sono i ministri competenti che hanno completato l'istruttoria e devono fare le proposte, io li sto sollecitando. Per me la questione va chiusa subito, indipendentemente dal fatto che ci avviciniamo all'anniversario. Il dossier è aperto da troppo tempo, va chiuso, io sono pronto e vorrei chiudere nei prossimi giorni». Nodo da sciogliere non solo per quanto riguarda la messa in sicurezza del nodo ligure, ma anche (soprattutto) per la gestione del nuovo ponte sul Polcevera, su cui lunedì è passata la prima auto. Il sindaco Marco Bucci, commissario per la ricostruzione, punta a inaugurare il primo agosto, ma prima di stappare lo champagne sarà necessario chiarire a chi il collaudo sarà affidato, e chi poi gestirà, appunto, la nuova infrastruttura.

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