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Adottato nuovo piano territoriale: in Liguria 27 aree da rigenerare

Tra gli obiettivi indicati la valorizzazione della costa, il miglioramento della vita nelle città e nuovi sviluppi per l'entroterra. Toti e Scajola soddisfatti per uno strumento che delinea il prossimo futuro del territorio ligure, l'opposizione critica invece il ritorno della cementificazione

Il Piano territoriale regionale è lo strumento di pianificazione che ha il compito di indicare gli obiettivi generali e le linee di sviluppo del territorio regionale per gli anni a venire. Un supporto all’attività di governance territoriale che coniuga la programmazione generale con il contesto fisico, ambientale, economico e sociale.

Il nuovo piano territoriale della Liguria prevedere la riqualificazione delle aree urbane, partendo dalle città, con una programmazione strategica per rilanciare i servizi funzionali, innovativi, qualificati e le infrastrutture con l'obiettivo di migliorare il benessere dei cittadini.

Sono presenti disposizioni particolari per la difesa dell'ambiente e la tutela delle conurbazioni costiere, ovvero le aree urbane costiere, per le quali è previsto uno sviluppo armonico dei servizi, coordinato dai Comuni, per migliorare la qualità di vita di abitanti e turisti. In queste aree dovranno essere attuati interventi per resistere ai cambiamenti climatici, puntando alla riqualificazione del territorio e della sua immagine, in un’ottica di sviluppo sostenibile.

Le aree di rigenerazione urbana selezionate dal Ptr su tutto il territorio regionale sono 27 e sono così definitie:

  •  Nell’Imperiese sono 6 e riguardano: l’ex parco ferroviario del Roja, l’area delle serre abbandonate di Camporosso, l’ambito di rigenerazione a Vallecrosia, la pista ciclo-pedonale nel tratto tra Imperia e Andora e la riqualificazione dell’area di Peglia e l’ex parco ferroviario del Nervia, per un totale di 62 ettari;
  • Nel Savonese sono 8 e riguardano: la riorganizzazione del territorio connesso al raddoppio ferroviario Andora – Finale, il riordino del waterfront savonese (Miramare e Margonara), l’area della stazione ferroviaria da dismettere di Albenga e la correlata area relativa alla nuova stazione, l’area delle caserme di Albenga, il riordino del sistema agricolo-produttivo della piana di Albenga, il riordino del sistema produttivo dismesso delle Bormide, l’area retroportuale di Vado Ligure per un totale di circa 1700 ettari;
  • Nel Genovese sono 8 e riguardano: il parco del Polcevera, il waterfront di Levante, l’area colmata di Chiavari, l’area del parco tecnologico degli Erzelli, ponte Parodi e il recupero dell’edificio Hennebique, l’area relativa ai parchi ferroviari di Busalla e Ronco Scrivia, l’area presso lo svincolo autostradale di Rapallo, il prolungamento di Viale Kasman a Chiavari, per un totale di 130 ettari
  • Nello Spezzino sono 5 e riguardano: la riconversione delle aree Arsenale Militare della Spezia, il waterfront della Spezia, l’area retroportuale e la piana di Santo Stefano Magra, la riconversione delle aree Enel e la riqualificazione dell’isola Palmaria per un totale di 350 ettari. Ammonta dunque a 2240 ettari circa il territorio che potrà essere riqualificato senza comportare alcun consumo di nuovo suolo che sarà invece restituito ad usi urbani e maggiormente fruibile dai cittadini.

Uno dei punti principali di questo piano è la valorizzazione dell’entroterra, per il quale sono previsti interventi finalizzati a fermare il progressivo spopolamento, favorendo l’insediamento di start up innovative grazie alla semplificazione delle procedure burocratiche e con attenzione per la tutela delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche.

L'assessore Scajola ha commentato così l'adozione di questo provvedimento:

“Trattandosi di aree già insediate e infrastrutturate gli interventi previsti vanno nella direzione del recupero del costruito piuttosto che dell’impegno di nuove aree libere. Questo piano offrirà un quadro di riferimento per la Liguria per attuare le strategie del PNRR con il quale condivide gli obiettivi e i principi, tra cui la transizione verde, in coordinamento con gli altri obiettivi della strategia nazionale di sviluppo sostenibile”.

Dopo l’adozione in consiglio regionale si apre il confronto con i territori per arrivare alla definizione conclusiva e quindi all’approvazione del piano, comprensivo anche della valutazione ambientale strategica.

Dalle opposizioni non sono mancate le voci critiche, in particolare il Pd e il Movimento 5 Stelle hanno accusato la maggioranza di aver adottato un piano territoriale che nulla prevedere circa la fondamentale questione del consumo del suolo.

Non sono previse esplicite dispozioni che impongano lo stop al cemento e la tutela del territorio, questa lacuna potrebbe rendere incostituzionale questa normativa, dopo che la tutela dell'ambiente è stata inserita dal Parlamento nella legge fondamentale dello Stato.

Il capogruppo del Pd Luca Garibaldi ha commentato così il piano approvato dalla Regione:

“Forse la giunta non ricorda che pochi giorni fa il governo ha inserito la tutela ambientale nella costituzione e da questo momento in avanti tutte le scelte politiche devono essere orientate in questa direzione, per garantire un futuro alle nuove generazioni. Consumare risorse e suolo rischia di essere un elemento di incostituzionalità delle leggi. Aver previsto un Piano territoriale Regionale che non cita mai esplicitamente la riduzione del consumo di suolo rende questo strumento, che inciderà nelle scelte dei prossimi 20 anni, miope e anacronistico”.

Anche il Movimento 5 Stelle è interventuo sulla questione attraverso le parole del conisgliere Paolo Ugolini:

"Un Piano che volutamente ignora le direttive europee e gli obiettivi che ci siamo dati per traguardare la transizione ecologica. Come si fa a dichiarare ad esempio che lo spopolamento dell’entroterra si combatte incentivando ulteriore consumo di suolo? La Liguria ne esce a pezzi, checché ne dicano gli esponenti totiani. Abbiamo aspettato 25 anni per avere un piano miope e del tutto slegato dalla realtà”.

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