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Premio europeo per fotografo genovese: "La mia bavosa 'ligure' ha conquistato la giuria"

Foto scattata da Alessandro Grasso nella zona di Capo Noli, ritrae una bavosa che si sporge dalle valve di una Pinna nobilis morta, si è aggiudicato il concorso fotografico di Life Pinna, progetto europeo per salvare dall’estinzione la nacchera di mare

È genovese il fotografo che si è aggiudicato il concorso di Life Pinna, progetto europeo che cerca di salvare dall’estinzione la nacchera di mare, Pinna nobilis. Si tratta di Alessandro Grasso, già in passato protagonista al premio internazionale 'Close-Up Photographer of The Year 2021' con la sua foto subacquea "Circular Octopus" (a questo link la nostra intervista). 

Fotografo genovese vince un concorso internazionale: "La Liguria ha battuto i mari tropicali"

Questa volta si è aggiudicato il concorso fotografico 'Vita tra gli scogli', lanciato da Triton Research nel corso dell’estate, per raccontare la biodiversità che ancora si può trovare sui fondali del nostro mare. Si è classificato al primo posto con uno scatto speciale che immortala una bavosa (Parablennius gattorugine), che si sporge dalle valve di una Pinna nobilis morta. "L'immagine è di eccellente qualità - si legge tra le motivazioni - è creativa e documenta un comportamento interessante di questi pesci, che spesso utilizzano come rifugio ciò che incontrano sul fondale". Secondo posto per Aldo Boglia di Milano con il pesce 're di triglie' (Apogon imberbis), che incuba in bocca le uova ricevute dalla femmina. Terzo gradino del podio per Alberto Colletti di Napoli con le bavose pavone (Salaria pavo) in una pozza di scogliera ritratta a mezz’acqua. Menzioni speciali per Andrea Sabino, con il suo 'cimitero' di Pinna nobilis, ed Edoardo Casoli per la sua giovane Pinna nobilis che emerge da una prateria di Posidonia oceanica.

Alessandro Grasso racconta a Genova Today: "Una bella soddisfazione con una fotografia scattata a settembre 2020 nella stessa zona della Liguria della foto del polpo, a Capo Noli. Ho notato questa bavosa che ha deposto le uova dentro le pinne, un comportamento tipico di questi pesci, che scelgono zone protette e circoscritte per poi ossigenarle fino alla schiusa. Ho fatto diversi scatti, poi con alcune tecniche ho isolato lo sfondo per fare risaltare meglio il soggetto. Un'altra bella soddisfazione, ringrazio la mia famiglia che mi dà il tempo di dedicarmi a questa attività che richiede tanto tempo, senza il supporto della mia compagna e della mia bimba sarebbe difficile dedicarmici anima e corpo. Ho partecipato anche a un concorso internazionale a Venezia, ma ho chiuso con piazzamenti nelle diverse sezioni tra il quarto e il settimo posto. Non si può sempre vincere".

Chi è Alessandro Grasso 

Genovese di 49 anni, Alessandro Grasso si è avvicinato al mondo della fotografia subacquea nel 2011: "Avendo già una formazione professionale legata al mondo subacqueo - racconta a Genova Today - è stato più facile entrare in questo particolare settore della fotografia. Quando mi immergo riesco a dedicarmi interamente alla ricerca del soggetto e alla composizione senza 'preoccuparmi' troppo della gestione dell'immersione perché mi viene abbastanza naturale. Dal 2011 a oggi ho partecipato a molti concorsi internazionali vincendo anche diversi premi".

Ma quanto dura una sessione di fotografia subacquea? "Dipende molto dalla profondità - spiega ancora Alessandro - con fondali bassi fino a una decina di metri come nel caso della foto che si è aggiudicata il concorso si può stare in acqua anche due o tre ore. In altri casi, penso a profondità intorno ai 40/50 metri, subentra una gestione diversa e più complessa dell'immersione e i tempi si accorciano a circa 20 minuti. Questo vuol dire che bisogna andare in acqua con un obiettivo ben preciso come per esempio un relitto".  

Segnala la pinna, il progetto

Nemmeno il tempo di concludere il concorso fotografico, ed ha già preso il via un’importante iniziativa di citizen science: i ricercatori, infatti, hanno lanciato la campagna “Segnala la Pinna!”, con cui i comuni cittadini che hanno a cuore la biodiversità possono contribuire a trovare esemplari ancora vivi del grande mollusco bivalve.  La campagna coinvolge subacquei, diportisti e semplici appassionati della natura e viene realizzata in collaborazione con Outbe e Fondazione IMC, due importanti realtà nel campo delle attività outdoor e della ricerca scientifica applicate alla tutela dell’ambiente.

Come funziona? Da oggi chiunque pensi di avere individuato un esemplare vivo potrà fare una segnalazione compilando il breve questionario presente sul sito di lifepinna.eu. Nel form, oltre a rispondere ad alcune semplici domande per individuare correttamente la specie, si potranno anche caricare le fotografie e i video girati sott’acqua e inserire il punto geolocalizzato dove è stata avvistata la Pinna. Ogni segnalazione di individui vivi, importantissima per aumentare le possibilità di sopravvivenza della specie e per studiare le loro capacità di adattamento a livello genetico ed ecologico, sarà poi verificata dagli scienziati del progetto LIFE Pinna. Per quelle che si riveleranno più utili sono previsti premi sotto forma di libri, gadget e la possibilità di visitare i laboratori di ricerca coinvolti del progetto. 

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