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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Celebrazioni 25 Aprile, Toti: "Festeggiamo la pace di chi non ha chinato la testa", polemiche in piazza Matteotti

La commemorazione a Genova e le polemiche. Toti: "In questa piazza possono e devono stare idee di chi ha anche pensieri molto diversi, ed è questo che celebriamo oggi"

Al via le celebrazioni per il 25 Aprile a Genova: la manifestazione si è aperta alle 8 nel cimitero monumentale di Staglieno con la formazione di un corteo e la deposizione di corone al campo israelitico, ai monumenti dedicati agli internati e ai deportati nei lager nazisti, al sacrario Trento e Trieste e al campo dei Caduti Partigiani per la messa.

Alle 10 raduno in piazza della Vittoria da dove è partito un corteo accompagnato da esecuzioni della Filarmonica Sestrese per raggiungere, alle 10.30, il ponte Monumentale, per la deposizione delle corone al sacrario dei caduti partigiani. Qui la lettura della motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Città di Genova e dell’Atto di Resa delle truppe tedesche.

Il corteo è arrivato in largo Pertini per deporre altre corone e infine ha raggiunto piazza Matteotti dove, alle 11.15, hanno parlato il sindaco di Genova Marco Bucci e il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. L'orazione commemorativa, infine, a cura di Giovanni Maria Flick, Presidente Emerito della Corte Costituzionale.

Il video degli interventi in piazza Matteotti

Dalle 10 alle 19, il Museo del Risorgimento Istituto Mazziniano di via Lomellini 11 offrirà un’apertura straordinaria con ingresso libero e la possibilità di ammirare l’Atto di Resa delle truppe tedesche firmato a Genova il 25 aprile 1945 dal generale Gunther Meinhold a Villa Migone. Si è trattato dell’unico caso europeo in cui un corpo d’armata tedesco si sia arreso a formazioni partigiane. Verranno mostrati anche due bandiere e alcuni manifesti della Resistenza tutti appartenenti alla collezione del Museo.

Le contestazioni: "Questa giornata ha permesso anche a voi di fischiare"

Durante la cerimonia in piazza Matteotti, più volte gli oratori sono stati fischiati da alcune persone tra la folla.

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"Oggi festeggiamo il 25 Aprile tutti insieme - ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci - senza alcuna distinzione, tutti quanti uniti dalla voglia di libertà, democrazia e di pace. Onoriamo 1800 e più persone che sono morte e sono i nostri partigiani morti per noi. Festeggiamo più di 2100 persone deportate, festeggiamo anche quelli che hanno lavorato nelle fabbriche per sabotare le armi, per far sì che non fossero usate contro gli italiani, a tutte queste persone va il nostro riconoscimento e il nostro grazie per averci donato la libertà, la democrazia e l'uguaglianza tra tutti. Vogliamo che questi valori siano distribuiti tra tutta la citta, ne siamo più che orgogliosi. La città di Genova non sente quelli che protestano, sente quelli che sono d'accordo su queste cose. La città di Genova sente i valori e non li discute, non li porta in piazza per fare rumore ma per festeggiarli tutti insieme. Oggi è la festa di tutti i genovesi e di tutti gli italiani, sono i valori della nostra città, portiamoli avanti insieme per le future generazioni: libertà, uguaglianza, democrazia per tutti noi, viva Genova, viva la libertà, viva il 25 Aprile".

"Buon 25 Aprile - ha detto il presidente Giovanni Toti - siamo qui a festeggiare una giornata che ha permesso anche a voi di fischiare. Fatemi però dire che è bello ritrovarci qua dopo due anni, fatemi ringraziare coloro che lo hanno consentito, i medici, gli operatori sanitari che ci hanno consentito di tornare qua in piazza a festeggiate. Mi direte che era il loro lavoro, anche questo in certi momenti della storia non è scontato nè banale. Siamo qui a festeggiare la pace ma anche, come ricordato dal presidente Mattarella e dalla senatrice Segre, la pace di chi non ha chinato la testa, di chi ha combattuto e di chi è morto. Se siamo qui a festeggiare insieme lo dobbiamo a chi è sceso in piazza ascoltando le parole lette alla radio da Sandro Pertini, che leggeva un comunitato del Cln che chiedeva ai cittadini di riscattare il proprio onore liberandosi con le proprie forze. Credo che questo sia lo spirito con cui dobbiamo affrontare oggi la nostra giornata. Chi oggi pensa di risolvere con qualche fischio una giornata così importante credo che non abbia capito fino in fondo. In questa piazza devono stare le idee di chi ha pensieri molto diversi, è quello che celebriamo oggi. Nella libertà di tutti e nella pace fatta di diritto, di eguaglianza e di coraggio vi auguro buon 25 Aprile viva Genova medaglia d'oro, viva la Repubblica, viva l'Italia".

Flick ha preso poi la parola: "Sono anche io cittadino di Genova anche se per adozione e voglio un gran bene a questa città, sono onorato di essere qui a celebrare il 25 aprile. Nel 2009 abbiamo ricordato la medaglia d'oro al valor civile data a Genova e provincia che completava la medaglia al valor militare conferita nell'agosto 1946. Nel 2019 abbiamo ricordato insieme le lettere dei condannati a morte in cui si comprendeva il sacrificio della vita per lasciare la libertà a chi li avrebbe seguiti. Oggi celebriamo perché nel 2019 ricordammo la tragedia del ponte Morandi. Ricordiamo adesso, con la conclusione della costruzione del ponte, un altro lavoro in corso e che va completato, le necressità di Genova e la capacità della città di farvi fronte. A me sembra che Genova debba affrontare due nuovi profili di resistenza: le conseguenze drammatiche della pandemia, le diseguaglianze che il covid ha aggravato, le difficoltà di questa lotta sono state superate almeno in parte a Genova come nel Paese grazie anche al fatto che finalmente l'Europa sembra passata da una solidarietà solo di parole a una concreta nei fatti attraverso il piano di ricostruzione. L'altro profilo è l'aggressione all'Ucraina da parte della Russia senza soluzione di continuità con la pandemia, ha aperto un'altra crisi drammatica. È ricomparsa una guerra che avevamo dimenticato per 75 anni".

"Non si può inneggiare alla resistenza vietnamita - continua Flick, anche lui contestato diverse volte nel corso del comizio - e poi negare aiuto al popolo ucraino, non si può dire agli altri popoli come comportarsi e soprattutto io credo che nel nostro Paese abbiamo ancora una serie di situazioni in cui è facile protestare senza rischiare nulla della propria pelle. L'aggressione della Russa all'Ucraina è un primo fondamentale banco di prova, sono pronto a partecipare a una discussione su questo tema, non a quei talk show che in questo momento sembrano solo voler radunare consensi facili".

"Per fischiare le parole di Giovanni Maria Flick che richiamano l'Italia, Repubblica fondata sull'antifascismo servono solo dei fascisti. Una Nazione che basa la sua costituzione su antifascismo non può decidere chi ha diritto o meno di difendersi. E così pure l'intolleranza e lo squadrismo politico sono alla base delle contestazioni agli altri oratori, a partire dal sindaco di Genova Marco Bucci e dal presidente della Regione Giovanni Toti. Fischiare e contestare per dire 'no' all'invio di armi ai resistenti ucraini è come fischiare e contestare i partigiani italiani del 1945. È come fischiare e contestare la guerra di Liberazione. Sì, una guerra, una guerra fatta con le armi e con l'aiuto di chi, per fortuna, non ragionava come chi oggi in piazza ha offeso il 25 aprile" scrive in una nota la Lista Toti per Bucci.

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