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Cronaca

Coronavirus, c'è un secondo caso alla Spezia

Il primo caso ad Alassio

È ufficiale: il coronavirus è arrivato in Liguria. In serata Regione Liguria ha confermato il secondo caso, alla Spezia.

Il primo caso è stato registrato anch'esso oggi, martedì 25 febbraio, ad Alassio. Si tratta di una donna, che ora si trova all'ospedale San Martino, in isolamento nel reparto di malattie infettive. Le sue condizioni sono buone. A confermarlo la Regione Liguria.

C'è stato un caso sospetto nel pomeriggio a Rivarolo, ma è stato già dimesso, negativo.

In questo momento sono in sorveglianza attiva 347 persone in tutta la regione. Al momento l'ordinanza rimane quella diramata dalla Regione domenica scorsa. Venerdì mattina con una nuova riunione del Governo si deciderà se eventualmente prorogare l'ordinanza e dunque la chiusura delle scuole. 

In serata la conferenza stampa di Regione Liguria. Il presidente Giovanni Toti dice: «Il secondo caso di positività è su Spezia, il tampone è ancora in corso ma abbiamo la ragionevole certezza che sarà positivo. Poi ci sarà il secondo tampone e la vidimazione nazionale, ma i parametri ci sono tutti. Resta una situazione seria ma non bisogna drammatizzare».

Si tratta di un uomo di 54 anni, italiano, ricoverato in buone condizioni. Sarebbe passato negli ultimi 10 giorni da Codogno, da qui avrebbe contratto il virus. È ricoverato nel reparto di malattie infettive dell'ospedale della Spezia.

Gli altri 5 tamponi che erano attesi in serata sono tutti negativi. Ci sono altri 3 tamponi in corso provenienti dalla zona di Alassio, i risultati sono attesi per domattina.

«Ci aspettiamo ulteriori casi - dice Toti - e domattina alle 10 torneremo a riunirci con il Governo per valutare la situazione più seria cioè quella di Alassio. Fino a domenica almeno la situazione attuale in termini di divieti sociali resta com'è, a meno che non si decidano ulteriori misure restrittive su Alassio che già erano state inasprite dal sindaco».

In conferenza stampa è trapelato che alcune persone si sarebbero allontanate dall'isolamento ad Alassio: «Non ci risulta. Se qualcuno abbandonerà l'isolamento invito a sporgere denuncia alla Procura della Repubblica. Violare l'ordinanza è un reato» è la risposta del presidente Toti.

«Ogni modalità di accesso al nostro sistema deve essere conosciuto a ogni livello, stiamo puntando molto sulla formazione dei nostri operatori sanitari perché tutti devono avere la cognizione di cosa fare nel caso. Ricordiamo ai malati di non andare dai medici ma di attivarsi per telefono. Sono aumentate le unità operative del 112» commenta l'assessore alla Sanità Sonia Viale.

«Stiamo gestendo le due strutture di Alassio con il dipartimento della Protezione Civile, da stasera tutte le persone vengono raggiunte dai nostri volontari che portano pasti, mentre il comparto sanitario con propri medici gestirà le esigenze di carattere sanitario. I titolari si fanno da tramite per tutti gli ospiti, abbiamo anche incontrato la Prefettura e il Comune di Alassio, fino a domattina le esigenze di Protezione Civile le gestiamo con i nostri volontari che agiranno dall'esterno e porteranno tutto il necessario. Non abbiamo ancora valutazioni rispetto a eventuali immobili messi a disposizione per trasferire qualcuno rispetto ai 149 inseriti nella struttura, stiamo facendo una ricognizione con la Prefettura» dice l'assessore alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone.

Il primo caso ad Alassio

La donna ha 74 anni, è originaria di Castiglione d'Adda, piccolo comune del Lodigiano attualmente in zona rossa, ed è una turista arrivata con una comitiva ad Alassio lo scorso 11 febbraio. Prima, dunque, dell'entrata in vigore delle ordinanze che limitano gli spostamenti non solo in Liguria, ma anche in Lombardia, Piemonte e Veneto. 

In serata è stato reso noto che anche il secondo test è stato confermato positivo. «La donna è in discrete condizioni generali a conferma di ciò che è stato detto: questa infezione nella stragrande maggioranza dei casi decorre in maniera lieve, e solo in una piccola percentuale decorre in maniera grave. Se non fosse stato per il momento epidemiologico che attraversa il nostro Paese la signora sarebbe stata gestita in casa dal medico di base. Torno a tranquillizzare la gente, nel 90% dei casi è una patologia che si autolimita. Nel 10-15% dei casi si aggrava, e solo nel 5% dei casi diventa critica. Ma questi sono i dati della Cina che ha un sistema sanitario diverso dal nostro. Coloro che stanno male oggi davvero sono 16. Abbiamo anche noi imparato a gestire questa infezione. La signora è in cura con tutti i farmaci del caso, qualora le condizioni dovessero peggiorare siamo disposti a utilizzare farmaci sperimentali, adesso come accade nella maggioranza dei casi è sotto terapia di supporto» dice l'infettivologo Bassetti, specificando che non è suo il messaggio vocale che sta girando sui social in queste ore, attribuito a lui. 

La donna era già stata al pronto soccorso di Albenga

«Ora - spiega il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti - occorre ricostruire tutta la catena dei contatti della paziente, che ha ricevuto anche cure al pronto soccorso di Albenga sabato scorso, prima che scattasse l'ordinanza regionale interdittiva di domenica».

Dalla Regione, da cui arrivano le uniche informazioni ufficiali, si apprende che la visita al pronto soccorso di Albenga sarebbe «avvenuta di notte, in un momento di bassissimo afflusso: il personale sanitario che è entrato in contatto è stato già individuato e si sta provvedendo ai controlli».

Rimane un nodo non da poco da chiarire. Essendosi recata nei giorni scorsi al pronto soccorso di Albenga, la donna «è entrata sicuramente in contatto con personale sanitario - prosegue Toti -. Asl 2 ha già individuato i professionisti che hanno trattato il caso della donna per ricostruire la catena di eventuale contagio, e saranno sottoposti a isolamento volontario».

La paziente a quanto si apprende era stata presa in carico al pronto soccorso sabato sera - il giorno prima dell'emanazione dell'ordinanza di Regione Liguria - poiché aveva avuto un malore. Resta da chiarire come abbia fatto ad arrivare al pronto soccorso, e come abbia fatto a essere dimessa, senza procedure speciali, vista la sua provenienza da quella che era definita ormai da giorni una "zona rossa", e quali contatti ha avuto nel frattempo con il personale sanitario e il resto della popolazione. Visto il protocollo già approvato nei giorni precedenti, il caso sospetto sarebbe dovuto arrivare su un'apposita ambulanza con personale formato e dotato di presidi anti contaminazione.

«La donna ha chiamato il 112, è stata portata in ospedale da personale adeguatamente protetto, ha fatto le analisi, poi ha deciso di tornare in taxi, non c'era modo coercitivo di trattenerla diversamente. Non ci risulta che il personale non fosse equipaggiato a dovere» la risposta del presidente Toti in serata. «La donna è stata scortata al pronto soccorso con un'ambulanza dedicata, ha incontrato personale dedicato, dopodiché o finiva ricoverata o era libera, la sorveglianza attiva è entrata in vigore con l'ordinanza che però è partita lunedì». Quando la donna è tornata a casa sarebbe partita comunque una segnalazione dal pronto soccorso di Albenga per prendere la donna in sorveglianza attiva, e lunedì, al partire dell'ordinanza, sarebbe stata riconvocata in ospedale.

Tutte le ambulanze sono attrezzate per trasportare le persone che presentano i sintomi, ma quelle dedicate sono 6 in tutta la Liguria, uno per ogni punto 118.

Cosa fare in caso di sintomi? Non andare al pronto soccorso

Regione e Alisa hanno nuovamente ribadito il messaggio lanciato nei giorni scorsi: «Se temete di avere il coronavirus non andate al pronto soccorso ma chiamate il 112». Lo stesso invito vale per gli ambulatori o gli studi medici, dove il virus potrebbe contagiare altre persone.

Coronavirus, auto-denuncia obbligatoria

Il provvedimento segue quelli già adottati nelle zone di focolaio italiano dell’epidemia, e cioè Lombardia, Veneto e Piemonte. Dal punto di vista sanitario, la Regione ha reso inoltre obbligatorio a tutti gli individui che negli ultimi 14 giorni abbiano fatto ingresso in Liguria dalle aree oggetto di provvedimenti restrittivi da parte delle Autorità sanitarie delle regioni di pertinenza (a oggi Lombardia, Piemonte e Veneto), dalle aree della Cina interessate dall'epidemia e dalle altre aree del mondo di conclamato contagio, di prendere contatti con il Dipartimento di prevenzione dell'Azienda sanitaria territorialmente competente chiamando il 112 e che l'autorità sanitaria territorialmente competente si farà carico dei casi adottando il provvedimento di isolamento fiduciario volontario in casa con sorveglianza attiva. 

Alassio, isolamento obbligatorio per gli ospiti e i proprietari degli alberghi coinvolti

Un’ordinanza sindacale ordina agli attuali ospiti degli alberghi “Al Mare” e “Bel Sit” di Alassio in via Boselli (sono due hotel con spazi condivisi, ed entrambi ospitavano membri del gruppo di turisti), ai loro proprietari, nonché ai loro dipendenti, dove è stata ospite la signora di 72 anni  affetta da coronavirus, di rimanere in isolamento obbligatorio presso la stessa struttura. Si tratta di 146 persone che vengono rifornite di pasti dalla Protezione Civile e svolgono la quarantena nelle camere in cui hanno alloggiato in questi giorni.

La misura si è resa necessaria dopo la notifica emessa e il ricovero della paziente al Policlinico San Martino di Genova per il primo caso di cononavirus registrato in Liguria. L’ordinanza del Comune di Alassio è stata preventivamente condivisa dall’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone e da ALISA che stanno accompagnando tutta la struttura comunale nella gestione dell’emergenza.

Oltre a questa ordinanza è in corso una fase di screening di tutti coloro i quali hanno soggiornato a vario titolo negli ultimi 14 giorni per la loro individuazione e successiva quarantena obbligatoria nelle loro abitazioni.

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