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Anniversario ponte Morandi, le famiglie delle vittime: «Per i nostri cari condanna a morte senza appello, vogliamo giustizia». Video

«Abbiamo perso un pezzo del nostro cuore che non potrà mai più esserci restituito»: inizia così il commovente discorso di Egle Possetti in rappresentanza dei familiari delle vittime del ponte Morandi, un anno dopo la tragedia.

Possetti (la cui sorella, Claudia, è morta con il marito Andrea Vattuone e i figli Manuele e Camilla nel crollo del ponte) ha parlato sul palco della cerimonia commemorativa. Parole potenti, forti, pronunciate con una decisione e una fermezza straordinarie, indirizzate alla cittadinanza e alle istituzioni: «Stiamo sopravvivendo da un anno, vorremmo provare a vivere nuovamente ma è come una montagna infinita da scalare. Non possiamo pensare di non abbracciarli più, di non rivedere più i loro sorrisi, ma per la loro memoria dobbiamo avere grande determinazione nella ricerca della verità. Quanto è accaduto è inaccettabile, quella delle 43 vittime è stata una condanna a morte senza possibilità di appello».

«Chiediamo ai nostri rappresentanti qui intervenuti numerosi - continua Possetti nel suo discorso - un segnale concreto affinché i cittadini possano sentirsi tutelati. I nostri rappresentanti devono gestire con la massima attenzione l'affidamento dei beni pubblici, al contempo dovrà essere potenziata la vigilanza. I beni demaniali sono costruiti con il sudore dei cittadini onesti e non possiamo permetterci che siano loro stessi la causa della morte di persone innocenti. Chiediamo ai cittadini che hanno partecipato al nostro dolore di essere vigili e attenti sempre, di mantenere viva la coscienza civile per stimolare azioni concrete della classe politica. Nel nostro Paese la parola principale dovrà essere "prevenzione": non vogliamo che altre famiglie debbano piangere i loro morti per qualche altra strage assurda».

Leggi l'articolo sulla commemorazione del 14 agosto 2019

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