Genoa: Preziosi contestato dai tifosi, bufera anche con i giornalisti
Il patron genoano è sempre più isolato: i tifosi rossoblù polemizzano per le scelte societarie, l'associazione ligure dei giornalisti denuncia una continua mancanza di rispetto
Continua il periodo no del presidente del Genoa Enrico Preziosi: prima l'esonero di De Canio, seguito dall'allontanamento dalla società di Capozucca e Donatelli, poi le secche smentite circa le trattative con un gruppo georgiano per la cessione della società a cui si aggiungono le contestazioni dei tifosi di ieri pomeriggio e il comunicato polemico dell'Associazione Ligure Giornalisti.
La vena polemica di una parte sempre più consistente di tifoseria nei confronti del patron non è più un mistero: ieri è andato in scena a Pegli l'ultimo atto della contestazione, con i tifosi a esporre uno striscione «Preziosi: game over...» e intonato cori come «Noi non siamo giochi Preziosi»
Quanto alle polemiche con i giornalisti, l'associazione Ligure ha pubblicato sul proprio sito un duro comunicato in cui critica il comportamento poco ortodosso i Preziosi e invita i cronisti ad abbandonare tutte le conferenze stampa e trasmissioni, calcistiche, politiche e di qualsiasi altro genere.
Polemiche scatenate dalle dichiarazioni del patron a una trasmissione televisiva su Telenord in cui il numero uno rossoblù accusava i giornalisti di essere i peggiori nemici del Genoa e di diffondere continuamente notizie false.
Ecco il testo integrale del comunicato apparso sul sito dell'Associazione Ligure Giornalisti:
«Prima un opinionista di Telenord, poi i giornalisti de Il Secolo XIX, ieri sera un collega de il Corriere Mercantile e, nuovamente, un opinionista dell’emittente. Il presidente del Genoa Cfc, Enrico Preziosi, non si smentisce: o con lui, o contro di lui.
Non solo: giudizi pesanti, un linguaggio per così dire colorito, lezioni di professionalità, di morale e sulla vita privata. E’ accaduto nuovamente ieri sera durante la trasmissione sportiva di Telenord nel corso della quale il patron del Genoa ha imposto di potere continuare a parlare facendo sospendere la messa in onda della pubblicità. I giudizi e le espressioni nei confronti del giornalismo genovese, appartengono alla cultura del signor Preziosi.
Lui come altri, abituati al calcio mercato, ad assumere e licenziare calciatori, allenatori, dirigenti, come figurine e giocattoli, evidentemente non tollera opinioni e critiche diverse dal suo pensiero.
Sarebbe cosa buona e giusta che tutti i giornalisti, a prescindere dalla testata, dimostrassero quantomeno di non condividere questi atteggiamenti abbandonando tutte le conferenze stampa e trasmissioni, calcistiche, politiche e di qualsiasi altro genere, fino a quando non viene ripristinato il rispetto del lavoro e della persona».