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Genoa a Bologna per la salvezza, messaggio dei tifosi a Preziosi

«Se vuole restare deve mettere su una squadra che dia soddisfazioni». La richiesta all'interno di un comunicato stilato dopo il confronto alla sala Chiamata del porto. Contro il Cagliari, tifosi rossoblù fuori dallo stadio

A Bologna per dimenticare Genova. Per il Genoa, paradossalmente, passa da lì la strada della salvezza, lontano da Marassi e dai suoi ultrà. È con questo stato d'animo che gli uomini di Gigi De Canio sono partiti per la trasferta di Bologna.

Sul piano più squisitamente calcistico, il tecnico deve affrontare la partita sapendo di non avere a disposizione Jankovic (squalificato), Antonelli, Bovo e Constant (infortunati). De Canio ha diramato 21 convocazioni, ed è probabile la sua intenzione di tornare a puntare sul giovane Birsa, con Sculli arretrato a terzino di fascia.

La mano del neo tecnico si è vista a Milano con il Genoa capace di tenere testa al Milan fino a pochi minuti dalla fine. A differenza della partita coi rossoneri, il Genoa potrà contare su questo elemento: affronta una squadra già virtualmente salva, sarà in campo con motivazioni diverse da quelle del Milan.

De Canio però deve fare i conti con una squadra fisicamente in difficoltà. Alcuni elementi, da Biondini a Gilardino, cercano di supplire con le energie nervose al calo evidente delle loro energie fisiche. Per questo De Canio da quando si è insediato ha lavorato soprattutto sul piano psicologico.

È questo, infatti, l'altro grande problema di De Canio: in un modo o nell'altro il Genoa deve fare i conti con i suoi tifosi. I quali si sono riuniti in assemblea presso la Sala Chiamata del Porto. Una riunione alla quale hanno partecipato oltre 400 supporters, per un confronto che ha visto presenti tutte le anime della tifoseria rossoblù, tra favorevoli e contrari a quanto accaduto contro il Siena.

Al termine ne è scaturito un comunicato con questa precisazione: sulle maglie «la richiesta era quella di terminare l'incontro e poi lasciare le maglie sul terreno di gioco sotto la gradinata nord». Il documento sottoscritto dalla tifoseria contiene un messaggio anche al presidente, Enrico Preziosi: «Non deve essere colpevolizzato né assolto tout court, deve decidere cosa fare di questo Genoa, e se vuole restare deve mettere su una squadra che dia soddisfazioni ai tifosi».

In vista della prima gara a porte chiuse del 2 maggio con il Cagliari, poi, una delle componenti 'morbide' degli ultrà rossoblù, i 'Figgi do Zena', ha chiamato a raccolta tutta la tifoseria genoana affinché si presenti comunque mercoledì sera fuori dello stadio per sostenere la squadra dall'esterno. Chiaro il messaggio «Noi a casa non ci stiamo».

Nel frattempo a Genova la Digos indaga, oltre che sui fatti di Marassi, su un altro episodio: durante un allenamento a Pegli vi sarebbe stata mesi fa un'invasione di campo da parte degli ultrà, nella quale sarebbe stato schiaffeggiato un giocatore. Il presidente Preziosi avrebbe deciso di non denunciare la cosa, ma la Digos ora vuole saperne di più. Mentre ha confermato che dei 12 tifosi già indagati, in cinque saranno sottoposti a obbligo di firma (Ansa).

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