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Costume e società

Tutti pazzi per i jeans: storia di un tessuto genovese

Resistente e adatto a ogni occasione, è diventato uno dei tessuti più utilizzati al mondo. Ma qual è la sua storia?

Resistenti, versatili, adatti a ogni occasione, dal lavoro alle serate eleganti, passando per le uscite tra amici: stiamo parlando dei jeans, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Pantaloni, soprattutto, ma anche gonne, giubbotti, salopette, e anche rivestimento per mobili originali, cuscini, peluche, e chi più ne ha più ne metta: il tessuto blu (ma non solo) più famoso del mondo è davvero utilizzatissimo. 

E la storia racconta che nacque proprio a Genova. Pensandoci bene, in quale altra città il cielo è di un blu così intenso da mozzare il fiato, proprio come il colore dei "blue jeans"? Abbandonando un attimo il romanticismo per la storia, i primi a fabbricare i jeans sarebbero stati proprio i genovesi, forti della grande tradizione tessile della Superba fin dal Medioevo.

Ma cos'è successo esattamente? Si raccontano più versioni, passate dalla storia alla leggenda.

L'origine dei jeans

Secondo una versione, già nel XV secolo la città di Chieri (vicino a Torino) produceva un tipo di fustagno di colore blu che veniva venduto ai genovesi, i quali lo utilizzavano per fabbricare i sacchi per le vele delle navi, e per coprire le merci nel porto. Dunque fu a Genova che il jeans divenne famoso, tanto che si dice che il termine "blue jeans" derivi dal francese "bleu de Genes", blu di Genova.

Secondo un'altra, il jeans era il tessuto dei pantaloni indossati dai marinai genovesi, cuciti con il fustagno proveniente non da Chieri bensì da Nimes (da "de Nimes" deriverebbe la parola "denim").

Una terza leggenda ancora vuole che il tessuto derivasse dal bordatto ligure, prodotto per confezionare appositamente abiti da lavoro.

Una cosa è certa: non importa da dove arrivasse il tessuto inizialmente, è ai genovesi che venne l'idea di utilizzarlo per resistenti sacchi e per i pratici pantaloni che tutti conosciamo. 

Nel XVI secolo arrivò la svolta internazionale: il fustagno genovese, nel frattempo perfezionato, di qualità media, alta resistenza e prezzo molto contenuto, tinto con indaco, si impose in Europa e in particolare tra i mercanti inglesi. Da qui la parola inglese "jeans".

Ma sapevate che il jeans è presente anche nell'arte antica?

Il jeans nell'arte antica

A dimostrare il fatto che il jeans ha una tradizione antica, nella Galleria Nazionale di Palazzo Spinola alcune statuine del presepe di Pasquale Navone (seconda metà del '700) raffigurano pastori abbigliati con capi jeans.

Inoltre 14 paramenti sacri raffiguranti storie della Passione di Cristo sono visibili al Museo Diocesano di Genova. L'opera, incominciata nel 1538, è attribuita in parte al pittore Teramo Piaggio; si tratta di tele blu in fibra di lino tinte con l'indaco che gli storici indicano come le antenate dei blue jeans.

Alla fine del XVII secolo, un pittore anonimo detto Maestro della tela jeans, rappresenta in ogni suo quadro un personaggio vestito (giacca, gonna, grembiule o pantaloni) di fustagno di Genova.

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