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Depuratore comprensoriale del Tigullio Orientale, Pisani: «Deturperà la costa»

Il consigliere ha rilevato che l'Ato aveva bocciato la realizzazione di due mini impianti per la valle dell'Entella e per la val Petronio e che «la realizzazione di questa mega costruzione deturperà la costa del Levante ligure per oltre 6 anni»

Ieri in consiglio regionale Gabriele Pisani (Movimento 5 Stelle) con un'interrogazione sottoscritta anche dagli altri componenti del gruppo Marco De Ferrari, Francesco Battistini, Andrea Melis, Alice Salvatore e Fabio Tosi ha chiesto alla giunta, nel caso in cui la valutazione tecnica dell'ultima decisione dell'Ato dia esito negativo e venga, quindi, bocciata la delibera della Città Metropolitana del 29 settembre 2015 che indicava la colmata di Chiavari come area destinata alla realizzazione del depuratore comprensoriale, come si potrà individuare un'altra soluzione, in tempi ristretti, senza incorrere in sanzioni.

Il consigliere ha rilevato che l'Ato aveva bocciato la realizzazione di due mini impianti per la valle dell'Entella e per la val Petronio e che «la realizzazione di questa mega costruzione deturperà la costa del Levante ligure per oltre 6 anni, danneggiando il comparto del turismo balneare e, in caso di guasto o manutenzione dell'impianto, si bloccherebbe l'intera area del Tigullio».

Pisani ha ricordato l'ordine del giorno approvato in Consiglio regionale nel febbraio scorso che, fra l'altro, impegna la Giunta a valutare tecnicamente le indicazioni date dall'Ato e dalla Città Metropolitana di Genova. Pisani ha sottolineato che, in base alle normative nazionali e regionali, la Regione può, per quanto concerne il Piano d'Ambito contenuto nel Piano Regionale delle Acque, annullare o modificare con motivazione le decisioni e le valutazioni dell'Ato.

Per la giunta ha risposto l'assessore al ciclo delle acque Giacomo Giampedrone, che ha ribadito, citando le relative disposizioni regionali e nazionali, che le funzioni in materia di servizi idrico integrato, e quindi anche per quanto concerne il Piano D'ambito, sono di stretta competenza delle Province e della Città  Metropolitana. Alla Regione spetta, e solo dopo l'approvazione, la verifica di congruenza con il Piano di gestione e con gli atti di pianificazione regionali vigenti, in particolare con il Piano di Tutela delle Acque.

Pisani ha ribattuto che la risposta è fuorviante.

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