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Spiagge, balneari e Regione dopo la sentenza Ue: «Il governo faccia una legge che ci tuteli»

Dopo il verdetto della Corte Europea sulla necessità di una legge che regoli le concessioni balneari, dal Sip Liguria l'appello per una norma che preveda almeno 30 anni di periodo transitorio

Una sentenza che «ci lascia insoddisfatti, perché l’Europa dovrebbe essere una risorsa per gli Stati che ne fanno parte e l’Italia è in grado, in un momento così difficile per l’Europa, di diventare un volano  per gli Stati membri e non un freno, perché le concessioni sulle spiagge della Finlandia non possono essere uguali»: così il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha commentato il verdetto della Corte Europea di Lussemburgo, che in merito alla concessione delle aree demaniali ha di fatto reso nulla la proroga concessa dal governo agli stabilimenti, in scadenza il 31 dicembre 2020, invitando l’Italia ad adeguarsi alla normativa europea e a bandire gare comunitarie per l’affidamento e la gestione delle aree marittime e dei litorali.

«Il governo può approfittare del momento e contrattare con l’Europa, in caso contrario l’Europa si dissolverà, come tutte le istituzioni che non rappresentano più nessuno e che non corrispondono all’esigenza dei cittadini.  Da noi lo stabilimento balneare è frutto di una media impresa balneare che è lo zoccolo duro della nostra economia, che deve essere tutelata e deve avere lo spazio di programmazione e ogni politica di investimento in tal senso è fondamentale  per creare ricchezza e occupazione», ha proseguito Toti durante l’assemblea convocata per discutere della sentenza insieme con i balneari e l’assessore al Demanio, Marco Scajola, che ha ribadito la posizione sempre mantenuta dalla Regione Liguria sulla necessità di un periodo transitorio di 30 anni per le aziende concessionarie: «Emerge chiaramente la debolezza delle linee guida del governo, soprattutto nel punto in cui si parla di "un adeguato periodo transitorio", senza specificare quanto, per l’applicazione della disciplina di riordino».

D’accordo anche il Sib (Sindacato italiano Balneari) Liguria, che proprio al governo si appella affinché si decida a «fare questa legge, in modo da definire una vola e per tutte il nostro comparto riordinando la normativa demaniale - ha spiegato il presidente, Gianni Bazzurro - Noi come balneari lo chiediamo ormai da anni: basta proroghe raffazzonate, ma una legge specifica e precisa che ci tuteli insieme con i nostri investimenti. La Corte Europea è stata chiarissima: è l’Italia a dover legiferare in proposito, e non l’Europa, e la legge deve arrivare in tempi brevi per risolvere una volta per tutte la questione».

«Sicuramente la Bolkestein non è una legge che va a nostro favore, ma siamo comunque tutti concordi nel richiedere finalmente una legge - ha concluso Bazzurro - Nello specifico, chiediamo un periodo transitorio di 30 anni come minimo, il "doppio binario" (parità di durata della concessione a seconda che venga concessa ex novo o rinnovata, ndr), il legittimo affidamento (che tutela gli investimenti effettuati sul bene) e un quadro normativo più definito».

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