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Da Villa Croce al Premio Paganini, i nodi di Elisa Serafini

L’assessore comunale alla Cultura e al Marketing sbatte la porta dopo una lite con il sindaco Marco Bucci. L’ennesima occasione in cui si è ritrovata in disaccordo con uno o più membri della giunta

Sono arrivate all’improvviso, ma a rifletterci dopo, non completamente inaspettate: le dimissioni di Elisa Serafini, assessore alla Cultura e al Marketing territoriale della giunta Bucci, hanno scosso le fondamenta di palazzo Tursi per la prima volta dall’elezione del sindaco filo leghista, ma i colleghi in primis possono testimoniare le numerose volte in cui la giovane ex blogger si è trovata in disaccordo con la linea del primo cittadino.

Di quanto accaduto nei corridoi di via Garibaldi, a oggi, ancora poco si sa: Serafini, 30 anni e un blog, “Ludo la ragazza genovese”, con cui per anni ha fatto satira sui giovani della "Genova bene", giovedì pomeriggio avrebbe avuto una discussione, l’ennesima, con Marco Bucci. Questa volta però l’esito sarebbe stato più drastico: dimissioni annunciate e uscita di scena sbattendo la porta, bocche cucite sia in giunta sia dai diretti interessati sulle motivazioni e sulle prossime mosse. E le ipotesi sui motivi si sprecano: l’ultima e più accreditata parla di una battuta sessista che il sindaco avrebbe fatto alla luce della perplessità di Serafini sul collaborare a un nuovo progetto con la “saggia” Manuela Arata, ex presidente del Festival della Scienza. E se fosse confermata, si tratterebbe dell’ennesima occasione in cui Serafini si è trovata in disaccordo con il primo cittadino o con qualche collega, o si è fatta portavoce di idee o e decisioni “scomode”.

Qualche esempio? Lo scorso febbraio le dimissioni del maestro Fabio Luisi da direttore del Premio Paganini, secondo i ben informati legate alla scelta, caldeggiata e poi portata avanti da Serafini, di modificare la giuria e di allargarla per includere musicisti in grado di dare maggiore risalto all’evento; e ancora il suo esplicito benestare a fornire il patrocino del Comune al Liguria Pride, nonostante il netto parere contrario del sindaco e di gran parte della giunta, oppure l’intervento nella querelle sull’assegnazione di una sala del Municipio Medio Levante all’associazione filo-estrema destra Il Ramo d’Oro, con la richiesta di revoca immediata da parte dell’assessore. E ancora, la discussa delibera "anti-etnico" proposta dall'assessore al Commercio Paola Bordilli, che Serafini ha contestato ritenendola troppo limitante.

In tempi recenti, gatte da pelare per Serafini sono state sicuramente la gestione di Villa Croce (la sua decisione di concedere gli spazi, in accordo con la società Open, per la festa degli Ultras della Samp non è piaciuta a molti, e i portoni del museo chiusi sino a data da definirsi per le iniziative culturali non stanno aiutando) e il taglio dei fondi al festival Cre.sta, la rassegna di musica indipendente organizzata nei Giardini di Plastica, che ha suscitato l’indignazione di gran parte del mondo artistico e musicale genovese.  

Serafini tra due fuochi, insomma: troppo liberale per molti esponenti di destra (in particolare quando si tratta di Lega), troppo poco liberale per i coetanei che hanno seguito la sua ascesa sino a Tursi, dove nelle prossime ore il sindaco dovrebbe decidere se accettare o meno le dimissioni.

E lei, solitamente molto “social” e più che disponibile a condividere pensieri e parole su Facebook, per ora tace: Genova Today ha provato a raggiungerla giovedì sera per un commento, senza successo, e se su Instagram campeggia una delle ultime foto postate, che la ritrae in ufficio in compagnia di un cane (un’altra battaglia, quella di concedere ai dipendenti comunali di portare i propri quattro zampe sul lavoro, che Serafini ha portato avanti con forza e che ha suscitato reazioni contrastanti), su Facebook resta una frase a corredo della sua immagine profilo:  «In qualunque contesto, per qualunque scelta, io agirò sempre secondo coscienza».

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