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Le critiche

Sanità, il Pd attacca il piano della Regione: "Scatola vuota, tutti i numeri di un fallimento"

La replica dell'assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola: "Spiace notare che ancora oggi riceviamo lezioni di governance sanitaria da chi ha lasciato in dissesto la sanità ligure con un debito di 100 milioni di euro"

Il Partito Democratico ligure boccia senza appello il piano socio sanitario che verrà presentato nella prossima seduta del consiglio regionale martedì 21 novembre 2023. Nel corso di una conferenza stampa è stato definito dagli esponenti Dem "una scatola vuota, incapace di risolvere i problemi della sanità" perché accentuerebbe disuguaglianze, marginalità e difficoltà di accesso alla cura per chi non può permettersi il privato. Il parere, secondo quanto dichiarato, arriva dopo un confronto con cittadini, associazioni di categoria e sindacati. Il Gruppo Pd in Regione ha raccolto testimonianze, pareri, lamentele e proposte anche attraverso un sondaggio commissionato a Youtrend. "Daremo battaglia in aula - affermano ancora dal Pd - con decine di emendamenti e ordini del giorno per chiedere di modificare un Piano fallimentare che non guarda alla persona e alla presa in carico dei pazienti e in cui è completamente assente una governance della sanità".

Pazienti lasciati per terra al pronto soccorso, sistemati su lettini da campo

"Ci sono 100mila liguri senza medico di base, mancano specialisti e infermieri"

Il Partito Democratico ha presentato alcuni dati in conferenza, sostenendo: "90mila liguri rinunciano a curarsi, il costo all'anno per le fughe è di 52 milioni e c'è un buco di bilancio nel 2022 pari a 35 milioni, sono stati realizzati zero ospedali, ci sono 1.200 infermieri in meno e mancano 800 specialisti. Sono 100mila i liguri senza medico di base e in dieci anni è andato perso un terzo del personale". Il capogruppo del Partito Democratico in Regione Luca Garibaldi attacca: "Un piano socio sanitario dove innanzitutto mancano i numeri, a partire da quello più importante: quanto personale sanitario ha la Regione Liguria. Negli ultimi 10 anni la nostra Regione ha perso un terzo del personale sanitario, mancano medici, infermieri, Oss e tecnici. Abbiamo chiesto quanto personale servirebbe per far tornare il sistema a funzionare, ma la risposta è un 'non so', senza alcun dato. Ma le carenze le sottolineano le associazioni di categoria, carenze che però non viene chiarito come si vogliono colmare per garantire un percorso di crescita di un servizio sanitario regionale che è al collasso e di cui la Regione sta completamente perdendo la regia. In questo piano non c’è la soluzione, ma manca anche la presa di coscienza del problema”.

Il problema delle liste d'attesa: "Lunghissime, problema mai risolto"

Il consigliere Roberto Arboscello punta il dito sulla situazione delle liste d'attesa: "Tutti i cittadini si lamentano perché sono lunghissime e rendono impossibile curarsi se non pagando il privato. In otto anni di governo Toti i liguri hanno dovuto fare i conti con tempi di attesa biblici per interventi o esami diagnostici - oltre due anni, ad esempio, per un intervento di cataratta e oltre un anno per fare una risonanza magnetica all’encefalo. Secondo dati Gimbe, il 60 per cento dei liguri che prenota una prestazione sanitaria rinuncia per i tempi di attesa troppo lunghi. La Giunta Toti, a suo dire, ha investito tanti soldi per il recupero delle liste d’attesa, prima con il programma Restart e ora con la manovra di bilancio, in cui annuncia altri 50 milioni di euro da destinare ai privati in convenzione. Non vorremmo che anche questo fosse l’ennesimo spot elettorale e un fallimento. Eppure la Liguria è tra le regioni che ha utilizzato completamente i fondi messi a disposizione dal governo per il recupero delle liste d’attesa, ma non è servito per invertire la tendenza, altre Regioni, invece, sono riuscite anche con meno risorse a recuperare il gap. Dimostrazione che la cattiva sanità in Liguria non è frutto della carenza di risorse, ma di una cattiva gestione, che purtroppo questo Piano socio sanitario non risolve”.

Case di comunità, medicina territoriale e critiche

Il collega di partito Enrico Ioculano aggiunge: "Nel piano la parte sociale è inesistente con persone non auto sufficienti che non hanno sostegno. Non c’è una governace della sanità, ma solo una fotografia dello stato attuale delle cose. La Giunta regionale consegna un documento volutamente privo di contenuti a partire dall'organizzazione delle case di comunità, che rischiano di essere scatole vuote senza un piano di assunzioni e una messa a sistema. Ma nel Piano non ci sono risposte su mancati finanziamenti e sulla carenza del personale. Ancora una volta la Giunta perde l'occasione di riorganizzare il nostro sistema sanitario per non scontentare qualcuno, ma la salute dei liguri vale più del futuro politico di Toti".

Il consigliere regionale Armando Sanna rincara la dose: "La mancanza di una medicina territoriale capillare - dichiara - rende sempre più i Pronto soccorso il punto di riferimento di chi non riesce a curarsi sul territorio, e di fronte a una sanità sempre più privatizzata, sono diventati anche un presidio sociale: tante persone che non riescono a curarsi perché non possono permetterselo spesso si rivolgono all’emergenza urgenza per un elettrocardiogramma, per curare una carie o misurare la vista. Questo aggrava una situazione già critica di congestione con Pronto soccorso sempre più affollati". Conclude il consigliere regionale Davide Natale: "Otto anni di fallimenti e inerzia della giunta Toti nella gestione della sanità ligure si riflettono anche nelle strutture sanitarie. Nessun nuovo ospedale costruito e nessuna promessa mantenuta. Una situazione inaccettabile di cui danno testimonianza sia chi vive quotidianamente nei reparti per lavoro sia le famiglie e i pazienti che in quei reparti transitano per curarsi. Dopo otto anni di dimostrati fallimenti è giunto il momento di voltare pagina".

La replica dell'assessore Gratarola 

A stretto giro di posta è arrivata la replica dell'assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola: "Spiace notare che ancora oggi riceviamo lezioni di governance sanitaria - afferma - da chi ha lasciato in dissesto la sanità ligure con un debito di 100 milioni di euro. Un debito prodotto nonostante le amministrazioni regionali di centrosinistra abbiano effettuato chiusure di presidi e i depotenziamenti degli ospedali di Albenga, Rapallo e Sarzana, con l'assoluta mancanza di qualsiasi progetto di rinnovamento. Se l'incapacità di governo del passato si somma alla superficialità del presente francamente resta solo l'impudenza di proporre soluzioni con cotanto curriculum. Quando si parla per esempio di ospedali realizzati, ricordando che nelle ultime amministrazioni di centrosinistra non solo non ne sono stati aperti di nuovi ma se ne sono chiusi alcuni, faccio notare che sono state avviate le progettualità per l'ospedale Felettino, il nuovo ospedale di Taggia, l'ospedale degli Erzelli, il nuovo Galliera, il nuovo Monoblocco del Santa Corona mentre sono già partiti i lavori per il nuovo Gaslini".

Sulle carenze di personale Gratarola afferma: "Pur riconoscendo le difficoltà e consapevoli che per molte figure il reperimento sul mercato del lavoro risulta difficile, nell'ultimo anno sono stati indetti concorsi che tra infermieri e Oss hanno portato all'assunzione di 1.800 profili. Ulteriori concorsi sono stati programmati ad esempio per 400 infermieri nell'area vasta di Asl 1 e Asl 2 e Gaslini diffuso. Va anche sottolineato che in merito agli infermieri assunti nel confronto tra il 2019, periodo pre Covid, e il 2023 il numero di infermieri sul territorio ligure è aumentato di 408 unità (+4%). A proposito degli specialisti mancanti, detto che in primis il tema è legato alla carenza di alcune specializzazioni sul territorio nazionale sulle quali Regione Liguria non ha potere decisionale, il piano assunzioni delle aziende sanitarie locali prevede l'ingresso di 800 medici nel biennio 2023-2024".

"In conclusione, posso certamente evidenziare che il piano socio sanitario descritto dal Pd come una scatola vuota - conclude Angelo Gratarola - per il ministero della Salute risulta invece un documento nel quale 'l'impostazione generale del piano riprende le indicazioni prioritarie della programmazione nazionale', esprimendo particolare apprezzamento sulla descrizione della rete territoriale e sul potenziamento delle progettualità tese all'utilizzo di strumenti in grado di intercettare precocemente la fragilità in una fase in cui è ancora reversibile".

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