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Patrocinio per gli indagati per legittima difesa, il governo stoppa la legge della Regione

La norma, approvata a giugno, stabiliva un fondo di 20mila euro per assistere in tribunale chi è accusato di "eccesso di legittima difesa". Per il Consiglio dei Ministri sarebbe in contrasto con il codice penale e la Costituzione

Battuta d’arresto per la legge ligure sul patrocinio legale a spese della Regione stessa per gli indagati per “eccesso colposo di legittima difesa”: il consiglio dei Ministri, riunito questa mattina a Palazzo Chigi con la presidenza di Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali, ha impugnato la norma ritenendola incostituzionale e in contrasto con il Codice Penale.

La riunione “lampo” è iniziata alle 9.10 del mattino, con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, come segretario: su proposta di Enrico Costa, ministro per gli Affari regionali, il CdM ha esaminato 21 leggi regionali impugnando solo quella ligure, la legge Regione Liguria numero 11 del 05/07/2016, in quanto «invade le competenze legislative statali nelle materie dell’ordinamento penale, delle norme processuali, nonché dell’ordine pubblico e della sicurezza, ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lett. h ed l, della Costituzione».

La legge era entrata in vigore tra le polemiche lo scorso 28 giugno con l’approvazione e da parte del consiglio Regionale: fortemente voluta dalla Lega Nord, prevede che chi ferisce per difendersi tra le mura della propria casa e viene indagato possa avvalersi del patrocinio legale, grazie a un fondo di circa 20mila euro messo a disposizione dalla Regione. Un modo, hanno spiegato i membri del Carroccio ligure - tra cui spiccano Sonia Viale ed Edoardo Rixi, rispettivamente vicepresidente della Regione (e assessore alla Sanità), e assessore allo Sviluppo Economico - per tutelare chi «vede violato il proprio domicilio, ed è innocente fino a prova contraria. Non possiamo accettare che le vittime di furti vengano perseguite più dei ladri solo perché hanno voluto difendersi». Una legge simile era già stata approvata anche in Lombardia e in Veneto, in quest’ultimo caso una norma che il governo aveva deciso di impugnare per incostituzionalità.

E proprio il modello lombardo è stato tirato in ballo nella replica dell'assessore Viale, che in una nota ha definito l'impugnativa «immotivata. La legge che abbiamo approvato in Liguria è la stessa della Regione Lombardia, che non è stata oggetto di impugnative e aveva incassato a suo tempo anche il voto favorevole in aula del Pd. La bocciatura da parte del Consiglio denota un fatto gravissimo, quello dell’utilizzo della valutazione politica della Costituzione da parte del governo. Purtroppo non ci stupiamo visto ciò che questo governo sta facendo con la riforma della Costituzione, mosso dall’interesse di una parte e non di tutti cittadini come dovrebbe essere».

«Siamo stupiti ed amareggiati - ha aggiunto il presidente Giovanni Toti - per un governo incapace di comprendere le ragioni dei suoi cittadini, anzi di non ascoltarle proprio e che sa solo penalizzare chi, come Regione Liguria, cerca di aiutarli. Il ministro Orlando, in perfetto stile Pd - ha concluso - è distante dalla gente e questo provvedimento ne è l’ennesima dimostrazione». 

Immediati i commenti che si sono sollevati dall'opposizione, con il Pd, uno dei primi a protestare contro l’approvazione della legge, che ha fatto sapere che «si tratta di una decisione ovvia, che dimostra come la Regione Liguria perda tempo, sempre più spesso, in questioni che non le competono, invece di occuparsi dei temi che riguardano direttamente i cittadini del suo territorio».

«Quella legge, poi, contiene anche un messaggio sbagliato in materia di sicurezza, è pura propaganda politica e non fornisce risposte alle vittime dei reati - proseguono Raffaella Paita e Luca Garibaldi, rispettivamente capogruppo e consigliere del Pd in Regione - Misure come queste sono semplici spot elettorali, come avevamo ribadito in aula in sede di discussione. Impugnando la norma sulla legittima difesa il Governo ha fatto una scelta giusta, non solo perché la Regione ha violato le competenze statali in materia di giustizia, ma anche perché si tratta di una misura culturalmente sbagliata, che non serve a nulla. Non è la prima volta, d’altra parte, che l’Esecutivo impugna una legge della Giunta Toti, purtroppo ci siamo abituati. A dimostrazione che quest’amministrazione viola sistematicamente le regole e fa perdere tempo e soldi ai liguri».

Un commento è arrivato anche dal Movimento 5 Stelle, con i portavoce in Regione che hanno sottolineato che «non parliamo mai a caso quando solleviamo in Consiglio vizi di incostituzionalità, e oggi ne abbiamo l'ennesima riprova. È ora di smetterla di sprecare tempo e denaro per approvare leggi da far west per pura propaganda elettorale».

«Ieri il Piano casa e la legge venatoria, oggi la Legittima difesa, domani potrebbe toccare ad Alisa – proseguono i portavoce M5s – Sordi ad ogni critica, Toti e la sua Giunta tirano dritti per la propria strada, ignorando i più elementari principi costituzionali e facendo perdere tempo e denaro ai liguri, che ancora oggi attendono invano di vedere i frutti di questo governo regionale pressappochista e impreparato».

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