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Navebus, assessore Berrino: «Non rappresenta un servizio essenziale»

Secondo quanto detto dall'assessore, la nave bus in questione non appare essenziale, in quanto il collegamento con Pegli è assicurato con altri mezzi, in particolare con la ferrovia che collega i diversi quartieri con il centro cittadino

Prosecuzione ed estensione del servizio nave bus fra Pegli e Porto Antico a Genova. Su questo argomento ieri in consiglio regionale sono state presentate tre interrogazioni: una da Valter Ferrando, (Pd) e sottoscritta dai colleghi di gruppo Giovanni Lunardon e Sergio Rossetti; la seconda da  Marco De Ferrari (Mov5Stelle) e  sottoscritta anche dai colleghi di gruppo Alice Salvatore, Francesco Battistini, Fabio Tosi, Andrea Melis e Gabriele Pisani; la terza da  Giovanni B. Pastorino (Rete a sinistra).

Ferrando ha chiesto alla giunta quante risorse saranno a bilancio l'anno prossimo per proseguire il servizio che parte da Pegli e per attivare il medesimo servizio a partire da Pra'. Il consigliere, inoltre, ha proposto di finanziare il servizio verificando la disponibilità di fondi europei dedicati alla diffusione di nuove tecnologie per trasporti meno inquinanti e di sviluppare questo tipo di trasporto pubblico.

De Ferrari, dopo avere ricordato che la linea è stata attivata dal 2007 e che le precedenti giunte regionali hanno progressivamente ridotto i fondi, ha chiesto chiarimenti sul futuro del servizio Navebus, «alla luce di alcuni articoli di stampa che sembrerebbero confermare un possibile taglio al finanziamento da parte della Giunta e che porterebbe, di conseguenza, ad una sua inevitabile dismissione».

Pastorino ha domandato «se la Regione intenda sospendere, in quali tempi l'erogazione di finanziamento dando seguito alla cessazione del servizio o se, invece, l'Assessore competente non ritenga proficuo elaborare un modello applicabile ad altre zone sensibili della Regione; riconsiderare la strategicità del servizio per alleggerire il traffico su gomma, migliorare la mobilità dei residenti, incrementare l'accesso turistico in zone critiche per il trasporto pubblico locale; potenziare la tratta Pegli-Genova nei mesi primaverili ed estivi, periodo in cui si registrano idonee condizioni climatiche e il maggior afflusso turistico».

In aula sono stati manifestati anche timori relativi al futuro della ferrovia Genova-Casella e del suo caratteristico trenino.

L'assessore ai trasporti Gianni Berrino ha innanzitutto chiarito che la giunta non vuole chiudere la Genova-Casella ma, al contrario, sta effettuando un continuo pressing su Amt affinché gli interventi di ripristino vengano ultimati il più presto possibile.

Per quanto riguarda la Nave bus, l'assessore ha chiarito che la priorità della Regione è quella di garantire, in termini di trasporto pubblico, il servizio minimo essenziale, verificando il relativo livello di importanza. E questo a fronte di continui tagli dei fondi statali al settore.

In quest'ottica, secondo quanto detto dall'assessore, la nave bus in questione non appare essenziale, in quanto il collegamento con Pegli è assicurato con altri mezzi, in particolare con la ferrovia che collega i diversi quartieri con il centro cittadino, con cadenza regolare di circa 15 minuti.

Berrino ha evidenziato che al momento il bilancio non prevede lo stanziamento di circa 270mila euro per far proseguire il servizio che collega il Porto antico a Voltri, attraverso un tragitto della durata di circa 43 minuti, a fronte dei 27 minuti impiegati inizialmente nel 2007, quando il collegamento era stato istituito.

Con questi tempi - ha rimarcato - il servizio ha una valenza prevalentemente turistica e non di stretta utilità per i lavoratori pendolari. Berrino non ha escluso in futuro la questione possa essere riesaminata sulla base dei fondi disponibili in bilancio.

Ferrando ha rimarcato che il servizio è stato attivato dalla giunta Burlando che ha provveduto a mantenerlo finché è stata in carica. De Ferrari e Pastorino hanno rinunciato alla replica per lasciare spazio all’incontro tra i capigruppo ed i lavoratori che manifestavano per ottenere i benefici previsti per chi è stato esposto ad amianto.

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